di Nicola Ricchitelli. Il suo nome segue una lunga tradizione di batteristi che, dagli esordi di “Eneide” all’ultimo capitolo della “Grande Nazione”, hanno dato ritmo alla trentennale storia della band fiorentina: dallo storico Francesco Calamai all’indimenticabile “Ringo” De Palma, dall’amatissimo Franco “Francuzzo” Caforio alle storie di una notte quali furono Daniele Trambusti, Renzo Franchi, Ugo Nativi e Gianmarco Colzi, «A chi mi sento più vicino? Ne riparliamo tra qualche anno, ho ancora un sacco di strada da fare!»; questo il commento lapidario di Pino Fidanza che, dopo la tournèe del 2010 che sancì la storica reunion tra il “Cavernicolo” di Firenze e lo storico chitarrista Renzulli, si appresta a calcare i palazzetti attraverso questa “Grande Nazione”.
D: Un saluto a Pino Fidanza – batterista dei Litifiba – Pino ad oggi ricopri il posto che fu di Francesco Calamai, Renzo Franchi, Ringo De palma, Daniele Trambusti, Franco Caforio, Ugo Nativi e Gianmarco Colzi, ben sette batteristi nell’arco dei trent’anni di storia a quale di questi sette batteristi ti senti piu vicino come ritmica?
R: «Per me è un onore trovarmi “alle pelli” dopo tutti questi grandi batteristi che hai citato. A chi mi sento più vicino? Ne riparliamo tra qualche anno, ho ancora un sacco di strada da fare!».
D: Pino come nasce la tua passione per la musica e per lo strumento della batteria?
R:« Ascoltando costantemente da bambino i dischi dei miei genitori, prevalentemente di musica leggera italiana, il rock l'ho scoperto qualche anno dopo. Il colpo di fulmine per la batteria l'ho avuto a 10 anni, col disco “Come l'acqua” di Mango, che si avvaleva della collaborazione dei batteristi Lele Melotti, Beppe Gemelli e Manu Katchè. Ricordo ancora quando pensai “wow! Che bel suono ha la batteria! Mi piace!”: da quel pensiero al suonare su tutto quello che mi capitava a tiro, il passo è stato breve...».
D: Roberto Terzani prima e gli Scaramouche poi: che esperienze sono state quelle vissute tra il 2005 e il 2006?
R:« Sono entrambe esperienze fantastiche che non dimenticherò mai, mi hanno aiutato a crescere molto, specialmente nel modo di approcciarmi allo strumento e alla musica».
D: Pino, l’arrivo nei Litfiba nel 2007 in quella che è stata soprannominata “l’era Mangheri” che va fino al 2009. Cosa ricordi di quel periodo?
R:« Ricordo che c'era molto impegno ed entusiasmo per il progetto, che si è scontrato però con circostanze esterne sfavorevoli».
D: Pino, come hai accolto la notizia del ritorno di Pelù? Cosa significa suonare con i Litifiba?
R:«È stata una grande sorpresa! Come ho detto in precedenza, far parte dei Litfiba per me è un onore e un sogno che si realizza: Piero e Ghigo sono due icone della musica rock italiana».
D: La mini tournèe europea poi le quattro tappe italiane per celebrare la reunion. Come hai vissuti quei momenti?
R:« È stata una scarica di adrenalina continua! Il momento in cui sono salito per la prima volta sul palco del Forum di Assago è stato il più emozionante,il palazzetto stracolmo, avevo davanti a me 12000 persone che saltavano all'unisono sul ritmo di “Proibito”...che dire: viva il rock!».
D: Quale il concerto più bello in assoluto che avete realizzato nella passata tournèe?Quale è stata la reazione della gente?
R: « Difficile scegliere, diamo il massimo ad ogni concerto per un mix di impegno, energia e tanto rock'n'roll! L'uscita di Grande Nazione sarà l'occasione per tornare ad esprimere tutta la mia voglia di suonare e stare sul palco; è un disco tosto, così come il concerto: Ci sarà sicuramente da divertirsi! Non vedo l'ora!».
D: Un saluto a Pino Fidanza – batterista dei Litifiba – Pino ad oggi ricopri il posto che fu di Francesco Calamai, Renzo Franchi, Ringo De palma, Daniele Trambusti, Franco Caforio, Ugo Nativi e Gianmarco Colzi, ben sette batteristi nell’arco dei trent’anni di storia a quale di questi sette batteristi ti senti piu vicino come ritmica?
R: «Per me è un onore trovarmi “alle pelli” dopo tutti questi grandi batteristi che hai citato. A chi mi sento più vicino? Ne riparliamo tra qualche anno, ho ancora un sacco di strada da fare!».
D: Pino come nasce la tua passione per la musica e per lo strumento della batteria?
R:« Ascoltando costantemente da bambino i dischi dei miei genitori, prevalentemente di musica leggera italiana, il rock l'ho scoperto qualche anno dopo. Il colpo di fulmine per la batteria l'ho avuto a 10 anni, col disco “Come l'acqua” di Mango, che si avvaleva della collaborazione dei batteristi Lele Melotti, Beppe Gemelli e Manu Katchè. Ricordo ancora quando pensai “wow! Che bel suono ha la batteria! Mi piace!”: da quel pensiero al suonare su tutto quello che mi capitava a tiro, il passo è stato breve...».
D: Roberto Terzani prima e gli Scaramouche poi: che esperienze sono state quelle vissute tra il 2005 e il 2006?
R:« Sono entrambe esperienze fantastiche che non dimenticherò mai, mi hanno aiutato a crescere molto, specialmente nel modo di approcciarmi allo strumento e alla musica».
D: Pino, l’arrivo nei Litfiba nel 2007 in quella che è stata soprannominata “l’era Mangheri” che va fino al 2009. Cosa ricordi di quel periodo?
R:« Ricordo che c'era molto impegno ed entusiasmo per il progetto, che si è scontrato però con circostanze esterne sfavorevoli».
D: Pino, come hai accolto la notizia del ritorno di Pelù? Cosa significa suonare con i Litifiba?
R:«È stata una grande sorpresa! Come ho detto in precedenza, far parte dei Litfiba per me è un onore e un sogno che si realizza: Piero e Ghigo sono due icone della musica rock italiana».
D: La mini tournèe europea poi le quattro tappe italiane per celebrare la reunion. Come hai vissuti quei momenti?
R:« È stata una scarica di adrenalina continua! Il momento in cui sono salito per la prima volta sul palco del Forum di Assago è stato il più emozionante,il palazzetto stracolmo, avevo davanti a me 12000 persone che saltavano all'unisono sul ritmo di “Proibito”...che dire: viva il rock!».
D: Quale il concerto più bello in assoluto che avete realizzato nella passata tournèe?Quale è stata la reazione della gente?
R: « Difficile scegliere, diamo il massimo ad ogni concerto per un mix di impegno, energia e tanto rock'n'roll! L'uscita di Grande Nazione sarà l'occasione per tornare ad esprimere tutta la mia voglia di suonare e stare sul palco; è un disco tosto, così come il concerto: Ci sarà sicuramente da divertirsi! Non vedo l'ora!».