BARI. “Il malato, il sofferente, le loro famiglie, tornino al centro delle politiche e degli sforzi per assicurare livelli dignitosi nell'assistenza sanitaria. E'
un appello che abbiamo più volte rivolto ai responsabili regionali delle politiche della salute. Un appello purtroppo caduto nel vuoto per quanto riguarda il ‘piano’ per fornire la Puglia di un moderno sistema di Pet, uno tra i più assurdi paradossi di cui sono vittime gli ammalati di cancro".
A riferirlo il Consigliere regionale e vicecapogruppo Pdl, Massimo Cassano.
"Eppure la Pet- Tac - prosegue Cassano - costituisce allo stato attuale il più avanzato sistema diagnostico per le patologie oncologiche ed è considerata una prestazione con funzione ‘salvavita’, ma a causa dello scarso numero di strutture presenti sul territorio regionale e della necessità di diagnosticare celermente la malattia e di seguire attentamente l'evolversi della stessa e la risposta alle cure, migliaia di pugliesi ogni anno sono costretti a spostarsi fuori dal proprio territorio, facendo lievitare i costi a carico del servizio sanitario regionale e – ed è ancora più grave – accanendosi su persone in grave stato di disagio fisico.
E' quanto accade - precisa - per esempio al policlinico di Bari, dove la Pet – a costi esorbitanti per il sistema sanitario regionale – è posizionata su un rimorchio, una postazione mobile che nelle intenzioni doveva essere temporanea ma che è ormai diventata definitiva, con vere umiliazioni per gli ammalati, che si moltiplicano ulteriormente proprio in questi giorni di gran freddo così come nel corso delle ondate di caldo in estate. Ma vie di uscita al momento non se ne vedono, mentre per esempio sarebbe sufficiente coinvolgere gli ospedali-enti ecclesiastici del territorio con prestazioni in convenzione. Partendo dall'ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti, in cui non mancano gli spazi per una celere realizzazione dell'apposito bunker in cui sistemare la Pet e che per la sua posizione potrebbe soddisfare le richieste di un ampio bacino anche interregionale, alleggerendo di conseguenza la ‘momentanea’ Pet mobile del policlinico".
"Un percorso - conclude Cassano - che diventa tanto più obbligato per assicurare un'assistenza dignitosa agli ammalati oncologici e partendo dal presupposto – ed è questa l'ennesima situazione assurda – che pure l'Irccs oncologico ‘Giovanni Paolo II’, pur potendo usufruire della nuova struttura dell'ex Cotugno di Bari, è sprovvisto di Pet-Tc”.
un appello che abbiamo più volte rivolto ai responsabili regionali delle politiche della salute. Un appello purtroppo caduto nel vuoto per quanto riguarda il ‘piano’ per fornire la Puglia di un moderno sistema di Pet, uno tra i più assurdi paradossi di cui sono vittime gli ammalati di cancro".
A riferirlo il Consigliere regionale e vicecapogruppo Pdl, Massimo Cassano.
"Eppure la Pet- Tac - prosegue Cassano - costituisce allo stato attuale il più avanzato sistema diagnostico per le patologie oncologiche ed è considerata una prestazione con funzione ‘salvavita’, ma a causa dello scarso numero di strutture presenti sul territorio regionale e della necessità di diagnosticare celermente la malattia e di seguire attentamente l'evolversi della stessa e la risposta alle cure, migliaia di pugliesi ogni anno sono costretti a spostarsi fuori dal proprio territorio, facendo lievitare i costi a carico del servizio sanitario regionale e – ed è ancora più grave – accanendosi su persone in grave stato di disagio fisico.
E' quanto accade - precisa - per esempio al policlinico di Bari, dove la Pet – a costi esorbitanti per il sistema sanitario regionale – è posizionata su un rimorchio, una postazione mobile che nelle intenzioni doveva essere temporanea ma che è ormai diventata definitiva, con vere umiliazioni per gli ammalati, che si moltiplicano ulteriormente proprio in questi giorni di gran freddo così come nel corso delle ondate di caldo in estate. Ma vie di uscita al momento non se ne vedono, mentre per esempio sarebbe sufficiente coinvolgere gli ospedali-enti ecclesiastici del territorio con prestazioni in convenzione. Partendo dall'ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti, in cui non mancano gli spazi per una celere realizzazione dell'apposito bunker in cui sistemare la Pet e che per la sua posizione potrebbe soddisfare le richieste di un ampio bacino anche interregionale, alleggerendo di conseguenza la ‘momentanea’ Pet mobile del policlinico".
"Un percorso - conclude Cassano - che diventa tanto più obbligato per assicurare un'assistenza dignitosa agli ammalati oncologici e partendo dal presupposto – ed è questa l'ennesima situazione assurda – che pure l'Irccs oncologico ‘Giovanni Paolo II’, pur potendo usufruire della nuova struttura dell'ex Cotugno di Bari, è sprovvisto di Pet-Tc”.
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