TORINO. Tutti gli stabilimenti italiani ''staranno al loro posto. Abbiamo tutto per riuscire a cogliere l'opportunita' di lavorare in modo competitivo anche per gli Stati Uniti, ma se non accadesse dovremmo ritirarci da 2 siti dei 5 in attivita''': a sostenerlo in un'intervista a Massimo Mucchetti del Corriere della Sera pubblicato oggi, l'ad della Fiat Sergio Marchionne. Il top manager della Fiat non si esprime su quali stabilimenti sono piu a rischio nel caso dovesse avverarsi una simile eventualita', cita il film ''la Scelta di Sophie'': ''Sophie resiste, ma alla fine deve scegliere e passa il resto della sua esistenza con l'incubo di quella decisione. Dunque, per favore, non me lo chieda'' dice all'intervistatore.
''Negli Stati Uniti - spiega comunque l'ad Fiat - un terzo della domanda di auto potra' comunque essere soddisfatta solo da Messico, Canada o dall'Europa. E Chrysler non riaprira' i siti ceduti alla liquidazione. Dunque, e' Fiat che potra' esportare negli Usa. Questo penso di fare per l'Italia ed e' per questo che trovo insopportabilmente razzista dipingermi come un uomo senza patria''
''Negli Stati Uniti - spiega comunque l'ad Fiat - un terzo della domanda di auto potra' comunque essere soddisfatta solo da Messico, Canada o dall'Europa. E Chrysler non riaprira' i siti ceduti alla liquidazione. Dunque, e' Fiat che potra' esportare negli Usa. Questo penso di fare per l'Italia ed e' per questo che trovo insopportabilmente razzista dipingermi come un uomo senza patria''