"Ora basta a gettar fango sulla Protezione Civile"

di Redazione. Gianni Alemanno continua ad andar giù pesante sulla presunta scarsa organizzazione dei soccorsi dei giorni scorsi nella Capitale. "Avevamo ragione, ora anche tutti gli altri enti locali si sono accorti di essere stati lasciati soli nella tormenta", ha detto il sindaco in un'intervista pubblicata oggi sul Secolo d'Italia.

"La Protezione civile - ha spiegato Alemanno - va ripensata. A me non interessa fare una polemica personale con Gabrielli, quello che mi interessa è garantire interventi efficaci per la sicurezza dei cittadini, ma non posso non rilevare che ad oggi ancora non è stato dichiarato lo stato di calamità nazionale e che non ci possiamo permettere una Protezione civile gestita come un ente burocratico".

Sono da registrarsi anche le dure repliche ai commenti del primo cittadino della Capitale. Secondo la Consulta Nazionale del Volontariato la palese difficoltà del Comune di Roma di fronteggiare un evento prevedibile e ampiamente preannunciato non può essere usata per un attacco pretestuoso alla protezione civile, che rappresenta una delle eccellenze del nostro Paese.

La Consulta Nazionale del Volontariato esprime rammarico e preoccupazione per il fango che si sta lanciando su quel sistema nazionale di protezione civile efficace ed efficiente, fatto di tante componenti, comprese le migliaia e migliaia di volontari che in questi giorni hanno operato in tutta Italia per portare conforto alla popolazione colpita dalle nevicate e dal gelo eccezionale. Una protezione civile nazionale che andrebbe rafforzata, a partire dall’eliminare quei vincoli che sono stati posti con la legge 10 febbraio 2011, che inibisce e rende complesso un immediato intervento delle strutture operative in situazioni d'emergenza.

Anche la Consulta Nazionale del Volontariato sedeva giovedì 2 febbraio al Comitato Operativo convocato dal Prefetto Gabrielli per l’emergenza neve. “In quella riunione Alemanno ha potuto ascoltare la puntuale previsione di ciò che è puntualmente successo il giorno dopo a Roma -dichiara Simone Andreotti, Presidente della Consulta Nazionale del Volontariato di Protezione Civile – nella complessiva disponibilità del sistema nazionale della Protezione Civile, le Associazioni Nazionali di Volontariato hanno messo a disposizione le proprie risorse alle regioni e ai Sindaci, compreso Alemanno – continua Andreotti - chiedendo che fossero create comunicazioni con le nostre sale operative prima che iniziasse a nevicare. Dal Comune di Roma nessuno ci ha chiamato. Auspichiamo che il Sindaco Alemanno si assuma le sue responsabilità invece di cercare maldestramente di scaricare il barile sul sistema nazionale di protezione civile”.

La fragilità del sistema comunale di protezione civile, tanto più della Capitale, non può essere confusa con la capacità del sistema nazionale, di cui il volontariato rappresenta un’asse portante che opera quotidianamente al servizio del Paese, esprimendo quel patriottismo fatto di solidarietà, gratuità e generosità di cui l’Italia ha sempre più bisogno.


Ancora una volta nell’emergenza neve il Comune di Roma ha coinvolto il volontariato locale di protezione civile “retribuendo” con un forfait economico ogni volontario intervenuto. “Un atto stravagante – continua Andreotti - che guardiamo con preoccupazione, poiché rappresenta un pericoloso precedente per aprire le porte ad un’idea del volontariato vissuto come mano d’opera a basso costo o come una nuova forma di precariato”. Il Decreto del Presidente della Repubblica n° 194 del 2001, che regola il volontariato di protezione civile, rappresenta in questo senso un importante baluardo. Una norma che garantisce ai volontari che intervengono in emergenza il mantenimento del proprio posto di lavoro e del proprio salario, ma che non ammette in nessuna forma una retribuzione per l’intervento in caso di calamità. Un antidoto che garantisce al volontariato di protezione civile di restare un volontariato “puro”.

“Ci chiediamo come mai il Comune di Roma non abbia semplicemente applicato questa norma – conclude Andreotti - che tra l’altro prevede oneri a carico della protezione civile, invece di usare soldi dei cittadini per rimborsare direttamente i volontari”.

Partecipano ai lavori della Consulta, come osservatori, i rappresentanti della Croce Rossa Italiana, del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico e dell’Associazione dei Vigili del Fuoco Volontari.

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