Ostuni: nel "Giorno del ricordo" un documentario sulle vittime delle foibe

OSTUNI (BR). Oggi in tutta Italia, e non solo, si celebra il "Giorno del Ricordo": in questa giornata si ricordano le vittime delle foibe e l’esodo giuliano-dalmata con l’obiettivo di conservare e rinnovare la memoria dei tragici eventi che costrinsero migliaia di italiani, abitanti dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia, a lasciare le loro case, spezzando secoli di storia e di tradizioni. Per non dimenticare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, per lo più compiuti dall' esercito popolare di liberazione iugoslavo dopo la seconda guerra mondiale e che portò all’esodo di 350 mila fiumani, istriani e dalmati che, dal 1945, si riversarono in Italia con tutti i mezzi possibili: vecchi piroscafi, macchine sgangherate, treni di fortuna, carri agricoli, barche, a nuoto e a piedi. Una fuga per restare italiani, un vero esodo biblico, affrontato con determinazione, verso un'Italia sconfitta e semidistrutta, quale reazione al violento tentativo di naturalizzazione voluta nella primavera del 1945, dalla ferocia dei partigiani slavi.
Proprio per questa ricorrenza ad Ostuni, a partire da oggi sino al 17 febbraio, dalle ore 8:30 alle 13 e dalle ore 15:30 alle 18:30 nella Biblioteca Comunale, con ingresso gratuito, sarà proiettato in continuazione un documentario dal titolo: “Le vittime delle foibe e dell’esodo degli istriani, fiumani e dalmati”.
Un momento di approfondimento su quello che fu un ulteriore capitolo delle tragedie umane che ha segnato la nostra storia. Uomini e donne che furono chiamati a vivere la dolorosa esperienza dell’esilio, diventando protagonisti di un esodo che, snodatosi per oltre un decennio, si intreccia in una maglia fitta con quanto avveniva nel resto del continente.
Questa iniziativa è stata curata dall’Assessorato alla Cultura con tutta l’Amministrazione comunale, la quale vuole commemorare l’evento con quest’iniziativa che permetterà di soffermarsi su tragiche pagine ancora non sufficientemente scritte della nostra storia recente.

(Daniele Martini)

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