BARI. “La salute è un diritto dei cittadini e la tutela della salute è il fine del sistema sanitario regionale”. Questo è il tema della Proposta di legge (primo firmatario Alfredo Cervellera), che ha cominciato il suo percorso legislativo nella quinta Commissione.
Il presidente, Donato Pentassuglia, ha sottolineato l’importanza di questa iniziativa legislativa soprattutto per quelle aree del nostro territorio nelle quali insistono numerosi insediamenti industriali – “serve una seria e condivisa assunzione di responsabilità politica per questa materia” – ha detto.
Alfredo Cervellera ha illustrato la proposta normativa che ha già ottenuto il parere positivo dell’ufficio legislativo del Consiglio regionale.
Il problema fondamentale secondo Cervellera non è solo quello di puntare l’obiettivo sul controllo specifico delle emissioni di ogni singola industria, ma “esiste una questione sostanziale che è relativa alla pericolosità della somma delle piccole sostanze e della loro interagibilità. Questo determina reali situazioni di pericolo inaccettabili”. Questo è il punto di partenza. Secono Cervellera i limiti fissati dalle leggi non tengono conto delle concentrazioni che insistono in taluni territori e per questo si rende necessaria una pianificazione più puntuale.
Quindi l’obiettivo prioritario della legge è proprio la regolamentazione e/o limitazione di scarichi, emissioni e fuoriuscite di inquinanti dannosi, così come accertato nelle aree di Taranto, Statte, Manfredonia e Brindisi.
Infatti le disposizioni di questa legge si applicano nelle zone caratterizzate da elevato carico emissivo derivante dalla concentrazione di più sorgenti di tipo industriale, i cosiddetti poli industriali, oltre alle sorgenti lineari (strade, porti ed aeroporti), già dichiarate ad elevato rischio ambientale, con particolare riferimento: agli impianti soggetti ad autorizzazione integrata ambientale che sono una fonte di emissione di Ipa (idrocarburi policiclici aromatici), agli impianti che scaricano in mare o nei corpi idrici del bacino regionale reflui di processo e acque di raffreddamento e di trattamento rivenienti da attività lavorative; agli impianti che impiegano per le loro attività materiali e composti polverulenti.
La discussione in Commissione è rinviata alla prossima seduta.
Il presidente, Donato Pentassuglia, ha sottolineato l’importanza di questa iniziativa legislativa soprattutto per quelle aree del nostro territorio nelle quali insistono numerosi insediamenti industriali – “serve una seria e condivisa assunzione di responsabilità politica per questa materia” – ha detto.
Alfredo Cervellera ha illustrato la proposta normativa che ha già ottenuto il parere positivo dell’ufficio legislativo del Consiglio regionale.
Il problema fondamentale secondo Cervellera non è solo quello di puntare l’obiettivo sul controllo specifico delle emissioni di ogni singola industria, ma “esiste una questione sostanziale che è relativa alla pericolosità della somma delle piccole sostanze e della loro interagibilità. Questo determina reali situazioni di pericolo inaccettabili”. Questo è il punto di partenza. Secono Cervellera i limiti fissati dalle leggi non tengono conto delle concentrazioni che insistono in taluni territori e per questo si rende necessaria una pianificazione più puntuale.
Quindi l’obiettivo prioritario della legge è proprio la regolamentazione e/o limitazione di scarichi, emissioni e fuoriuscite di inquinanti dannosi, così come accertato nelle aree di Taranto, Statte, Manfredonia e Brindisi.
Infatti le disposizioni di questa legge si applicano nelle zone caratterizzate da elevato carico emissivo derivante dalla concentrazione di più sorgenti di tipo industriale, i cosiddetti poli industriali, oltre alle sorgenti lineari (strade, porti ed aeroporti), già dichiarate ad elevato rischio ambientale, con particolare riferimento: agli impianti soggetti ad autorizzazione integrata ambientale che sono una fonte di emissione di Ipa (idrocarburi policiclici aromatici), agli impianti che scaricano in mare o nei corpi idrici del bacino regionale reflui di processo e acque di raffreddamento e di trattamento rivenienti da attività lavorative; agli impianti che impiegano per le loro attività materiali e composti polverulenti.
La discussione in Commissione è rinviata alla prossima seduta.
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