BARI. Genova come a Milano, alle primarie del Pd la spunta sempre Sel. Il risultato che si è registrato ieri in Liguria sembra la parodia di un partito incapace di puntare sui cavalli vincenti. Sono in molti ora a far ricadere le colpe sulla gestione discussa del Sindaco uscente Marta Vincenzi, ma i più onesti parlano di incapacità dei vertici di interpretare le istanze che arrivano dalla gente. Probabilmente non è un caso che a spuntarla sia sempre il partito di Nichi Vendola che non sedendo in Parlamento non può essere accusato di far parte del “sistema”.
Il deputato democratico Salvatore Vassallo in merito ci mette il carico. “Il problema sta forse nella reputazione della sua attuale classe dirigente, che non pare in grado di corrispondere alla domanda dei suoi elettori, i quali chiedono d'essere rappresentati da persone credibili, indipendenti, non mera espressione di partiti o correnti, disposte a prendersi dei rischi e tuttavia non ossessivamente interessate alla propria "carriera politica". Si tratta dell'ennesimo invito che gli elettori recapitano al PD affinché torni alle promessa originaria d'essere un partito fatto meno di apparati autoreferenziali e più aperto alla società civile". Insomma, è emblematico che alle amministrative il Pd non riesca ad imporsi con candidati in grado di convincere i propri elettori. A Milano vinse Pisapia, a Napoli De Magistris, alla Regione Lazio il Pd si accodò alla candidata Emma Bonino, e ieri l'ennesima débacle. Sarà pure che sono “democratici per davvero” ma così si rischia di sparire fanno eco molti esponenti del Partito. Così entrano in discussione tante scelte calate da Sant'Andrea delle Fratte e che coinvolgono la politica regionale. Come il caso della Calabria, dove l'ex commissario del partito Adriano Musi aveva gettato la spugna dopo essere stato oggetto del fuoco incrociato delle varie correnti ed ora è arrivato un giovane vicino a Bersani, Alfredo D'Attorre a recuperare le redini del Pd. Per ora il giovane dirigente ha raccolto molti consensi sulla fiducia, ma molti aspettano di vedere i risultati concreti che riuscirà a portare a casa in una regione così carica di problemi.
Il deputato democratico Salvatore Vassallo in merito ci mette il carico. “Il problema sta forse nella reputazione della sua attuale classe dirigente, che non pare in grado di corrispondere alla domanda dei suoi elettori, i quali chiedono d'essere rappresentati da persone credibili, indipendenti, non mera espressione di partiti o correnti, disposte a prendersi dei rischi e tuttavia non ossessivamente interessate alla propria "carriera politica". Si tratta dell'ennesimo invito che gli elettori recapitano al PD affinché torni alle promessa originaria d'essere un partito fatto meno di apparati autoreferenziali e più aperto alla società civile". Insomma, è emblematico che alle amministrative il Pd non riesca ad imporsi con candidati in grado di convincere i propri elettori. A Milano vinse Pisapia, a Napoli De Magistris, alla Regione Lazio il Pd si accodò alla candidata Emma Bonino, e ieri l'ennesima débacle. Sarà pure che sono “democratici per davvero” ma così si rischia di sparire fanno eco molti esponenti del Partito. Così entrano in discussione tante scelte calate da Sant'Andrea delle Fratte e che coinvolgono la politica regionale. Come il caso della Calabria, dove l'ex commissario del partito Adriano Musi aveva gettato la spugna dopo essere stato oggetto del fuoco incrociato delle varie correnti ed ora è arrivato un giovane vicino a Bersani, Alfredo D'Attorre a recuperare le redini del Pd. Per ora il giovane dirigente ha raccolto molti consensi sulla fiducia, ma molti aspettano di vedere i risultati concreti che riuscirà a portare a casa in una regione così carica di problemi.