LECCE. Come sarà Lecce nel futuro? Una prima risposta è arrivata ieri, quando sono state presentate lla cittadinanza leccese le linee programmatiche del nuovo Piano Urbanistico Generale (Pug) comunale, nel corso di una conferenza dal titolo “Ecolecce, il nuovo piano. Aspettative dei cittadini e qualità del futuro” svoltasi nella prestigiosa cornice della sala Maria d’Enghien del Castello Carlo V.
Il senso e la finalità dell’evento sono efficacemente evidenziati in un significativo passaggio della relazione di uno dei docenti dell’ateneo salentino impegnati - in sinergia con i colleghi liguri e con tecnici e professionisti leccesi - nella redazione del nuovo Pug comunale. Il professor Zaccarelli dell’Università degli Studi di Lecce ha ribadito un punto fermo intorno al quale ruota tutto il dibattito sulla pianificazione urbana, l’impegno degli addetti ai lavori ed ogni singola scelta territoriale: il benessere della persona.
Il cittadino, dunque, dovrà essere il vero protagonista, il primo fruitore di una realtà urbana che il sindaco Paolo Perrone ha definito “bella e possibile”. E’ lui al centro di un progetto che è tuttora e continuerà ad essere condiviso e partecipato, sino alla sua approvazione definitiva, sempre con la piena consapevolezza dei suoi destinatari naturali.
L’appuntamento del 2 febbraio si inserisce in una serie di incontri - alcuni già svolti, altri ancora da fissare - finalizzati alla massima divulgazione del nuovo strumento di pianificazione urbanistica, la cui elaborazione sarà il frutto di due differenti ed approfonditi studi: quello squisitamente urbanistico, relativo all’urbe costruita e quella ancora da costruire (in definitiva, la cubatura già utilizzata e quella ancora da sfruttare) e quello ecologico ed ambientale che punta ad individuare e superare le criticità del redigendo Piano in relazione alla valutazione di impatto ambientale.
Nel rispetto dell’ambiente si lavorerà su cinque aree tematiche: 1) le mura di Lecce (all’interno delle quali c’è lo “zoccolo duro”, il cuore pulsante dell’attività e della vita dell’urbe, da valorizzare e riqualificare); 2) l’Università-città (occorrerà fare tesoro della dimensione non solo culturale ma anche economica che ruota intorno all’Università); 3) le Isole dell’abitare (isolati urbani da commutare in ecodistretti o unità distrettuali di quartiere per una implementazione ed elevazione del livello di vivibilità della città); 4) la città rurale (le cosidette campagne urbane, così “vicine” all’edificato tanto da farci chiedere se sia possibile, oggi, parlare di una netta distinzione tra città e campagna a Lecce e nelle città italiane); 5) il Parco delle marine (mutuando le esperienze altrui, in primis quella delle isole greche, si possono recuperare i valori ambientali e quelli residenziali con sapienti microinterventi idonei a salvaguardare il parco e, nel contempo, a favorire il turismo).
Sono queste, in buona sostanza, le “dichiarazioni d’intenti” contenute nel documento programmatico del nuovo Pug.
Il senso e la finalità dell’evento sono efficacemente evidenziati in un significativo passaggio della relazione di uno dei docenti dell’ateneo salentino impegnati - in sinergia con i colleghi liguri e con tecnici e professionisti leccesi - nella redazione del nuovo Pug comunale. Il professor Zaccarelli dell’Università degli Studi di Lecce ha ribadito un punto fermo intorno al quale ruota tutto il dibattito sulla pianificazione urbana, l’impegno degli addetti ai lavori ed ogni singola scelta territoriale: il benessere della persona.
Il cittadino, dunque, dovrà essere il vero protagonista, il primo fruitore di una realtà urbana che il sindaco Paolo Perrone ha definito “bella e possibile”. E’ lui al centro di un progetto che è tuttora e continuerà ad essere condiviso e partecipato, sino alla sua approvazione definitiva, sempre con la piena consapevolezza dei suoi destinatari naturali.
L’appuntamento del 2 febbraio si inserisce in una serie di incontri - alcuni già svolti, altri ancora da fissare - finalizzati alla massima divulgazione del nuovo strumento di pianificazione urbanistica, la cui elaborazione sarà il frutto di due differenti ed approfonditi studi: quello squisitamente urbanistico, relativo all’urbe costruita e quella ancora da costruire (in definitiva, la cubatura già utilizzata e quella ancora da sfruttare) e quello ecologico ed ambientale che punta ad individuare e superare le criticità del redigendo Piano in relazione alla valutazione di impatto ambientale.
Nel rispetto dell’ambiente si lavorerà su cinque aree tematiche: 1) le mura di Lecce (all’interno delle quali c’è lo “zoccolo duro”, il cuore pulsante dell’attività e della vita dell’urbe, da valorizzare e riqualificare); 2) l’Università-città (occorrerà fare tesoro della dimensione non solo culturale ma anche economica che ruota intorno all’Università); 3) le Isole dell’abitare (isolati urbani da commutare in ecodistretti o unità distrettuali di quartiere per una implementazione ed elevazione del livello di vivibilità della città); 4) la città rurale (le cosidette campagne urbane, così “vicine” all’edificato tanto da farci chiedere se sia possibile, oggi, parlare di una netta distinzione tra città e campagna a Lecce e nelle città italiane); 5) il Parco delle marine (mutuando le esperienze altrui, in primis quella delle isole greche, si possono recuperare i valori ambientali e quelli residenziali con sapienti microinterventi idonei a salvaguardare il parco e, nel contempo, a favorire il turismo).
Sono queste, in buona sostanza, le “dichiarazioni d’intenti” contenute nel documento programmatico del nuovo Pug.