“Qualcuno a Bari soffre di foggianofobia?”

BARI. “Permettetemi una domanda irriverente, dalla risposta affatto scontata: la provincia di Foggia fa ancora parte della Regione Puglia (con l’iniziale in maiuscolo)?”.
Giannicola De Leonardis, presidente della settima Commissione Affari Istituzionali della Regione Puglia, si rivolge direttamente al presidente della Regione Puglia Nichi Vendola e al presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna, dopo la nomina dei nuovi componenti del Comitato regionale per le comunicazioni (Corecom Puglia) “nel quale non si è riuscita a trovare una professionalità foggiana degna di prendervi parte. Un film già visto troppe volte, dall’inizio di questa nuova legislatura caratterizzata dalla presenza di un solo assessore – su quattordici! – rappresentante di un territorio che pure dovrebbe avere un suo peso specifico notevole, quando si tratta di intercettare cospicui finanziamenti comunitari, e dalla totale assenza di manager in una qualsiasi delle tante agenzie, società, strutture ed enti partecipati: dall’Acquedotto pugliese ad Aeroporti di Puglia, dall’Ares all’Arti, dall’Adisu all’Aret, da Innova Puglia a Puglia Promozione, per citarne solo qualcuna. Un panorama sconcertante”, continua “testimonianza o di un devastante vuoto culturale e professionale di un territorio incapace di esprimere professionalità e talenti meritevoli di considerazione e in grado di ben figurare in contesti importanti per la collettività; oppure di un’ altrettanto devastante – e irritante – mancanza di attenzione e rispetto.
Quando la provincia di Foggia ha fatto sentire forte e chiara la sua voce per rivendicare il proprio diritto all’esistenza e alla sopravvivenza, è partita – anche nei confronti del sottoscritto – l’accusa di ‘foggianesimo’, inteso come tendenza alla lamentela continua, piagnisteo immotivato” sottolinea ancora De Leonardis. “Ma rovesciando la prospettiva, non è che la vera malattia di cui soffre ‘questa’ Regione Puglia è la ‘foggianofobia’?” la sua provocazione, in “attesa di un’illuminante risposta dovuta alle migliori energie e risorse di un territorio dimenticato che altrimenti possono mettersi l’anima in pace e cercare fortuna altrove, e in attesa di erigere nel frattempo un monumento all’unico manager della sanità pubblica nato in Capitanata prima che qualcuno se ne accorga e provveda alla sua immediata sostituzione” la sua conclusione.

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