BARI. "Restituire ai medici e al personale tutto della sanità pugliese il proprio posto di lavoro, salvaguardare la posizione di centinaia di professionisti che chiedono dignità, pieno riconoscimento di quanto legittimamente maturato in anni di servizio, intervenire a tutela della richiesta – sempre più forte – di assistenza da parte dei cittadini.
Doveva essere un percorso obbligato e di buon senso, e invece se ne sono perse le tracce. Con queste professionalità che al momento appaiono abbandonate al proprio destino e pagano un prezzo carissimo, folle ad un sistema che era ed è in balìa di sprechi, sperperi, compensi d’oro, abuso degli straordinari.
Con risultati drammatici che colpiscono l'intero sistema sanitario regionale piegato da reparti accorpati, attività ambulatoriale ridotta, turni massacranti nelle rianimazioni, sale operatorie chiuse, “118” in perenne emergenza, pronto soccorso ingolfati.
La vicenda è quella dei 530 medici de-stabilizzati in tutta la Regione Puglia in seguito ad una pronuncia della Consulta. Una situazione non più tollerabile destinata ad aggravarsi ulteriormente il 31 marzo quando scadranno le ulteriori proroghe ai contratti a tempo indeterminato, con la conseguenza dell'ulteriore chiusura di molti reparti e del dimezzamento dell'attività in molti altri.
Sanare questa situazione, aprendo una trattativa sul piano di rientro con il Ministero della Salute, è un preciso obbligo della classe politica pugliese: lo dobbiamo a chi ha dedicato gran parte della vita all'assistenza di chi soffre; lo dobbiamo alle migliaia di ammalati ora nuovamente costretti ad affidarsi ai viaggi della speranza".
Così in una nota il vicecapogruppo Pdl, Massimo Cassano.
Doveva essere un percorso obbligato e di buon senso, e invece se ne sono perse le tracce. Con queste professionalità che al momento appaiono abbandonate al proprio destino e pagano un prezzo carissimo, folle ad un sistema che era ed è in balìa di sprechi, sperperi, compensi d’oro, abuso degli straordinari.
Con risultati drammatici che colpiscono l'intero sistema sanitario regionale piegato da reparti accorpati, attività ambulatoriale ridotta, turni massacranti nelle rianimazioni, sale operatorie chiuse, “118” in perenne emergenza, pronto soccorso ingolfati.
La vicenda è quella dei 530 medici de-stabilizzati in tutta la Regione Puglia in seguito ad una pronuncia della Consulta. Una situazione non più tollerabile destinata ad aggravarsi ulteriormente il 31 marzo quando scadranno le ulteriori proroghe ai contratti a tempo indeterminato, con la conseguenza dell'ulteriore chiusura di molti reparti e del dimezzamento dell'attività in molti altri.
Sanare questa situazione, aprendo una trattativa sul piano di rientro con il Ministero della Salute, è un preciso obbligo della classe politica pugliese: lo dobbiamo a chi ha dedicato gran parte della vita all'assistenza di chi soffre; lo dobbiamo alle migliaia di ammalati ora nuovamente costretti ad affidarsi ai viaggi della speranza".
Così in una nota il vicecapogruppo Pdl, Massimo Cassano.
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