di Roberta Calò. Tanti prima di Pirandello avevano parlato di rapporti umani, ma non così. E lui è passato alla storia. Tanti hanno interpretato La Morsa prima, ma non così. E allora forse anche loro passeranno alla storia.
Con la delicatezza di intenti di scandagliare nella vita dell'essere umano, ecco che l'Associazione Artecrazia e il Teatro delle Bambole scendono di nuovo in campo per stupire il pubblico con un altra opera. Dopo i trascorsi successi, la rassegna "Il cuore secondo Giovanni", ora approda con un nuovo grande spettacolo: La Morsa. L'appuntamento è per domenica 4 marzo ore 19.00 presso la galleria BluOrg sita in via Celentano 92/94, Bari.
Il debutto pirandelliano riprende vita su una scena scarna di fronzoli e stracolma di contenuti dove quello che riecheggia nella gotha interpretativa di Jack Ciraci e Mariangela Dragone è un forte sprono alla riflessione, all'autoinvestigazione, alla immersione nell'abisso umano in cui ogni giorno tutti noi nuotiamo, ora affondando ora sopravvivendo. Sovvertite le canoniche modalità recitative, i due attori con la loro eccelsa performance non offrono uno spettacolo, ma uno spaccato di vita in cui ciascuno di noi è attore nella propria quotidianità.
La storia è presto anticipata dal regista Andrea Cramarossa: "Andrea ha scoperto la relazione amorosa fra sua moglie Giulia e Antonio. In un dialogo serrato con lei, Andrea finge di non sapere nulla, ma con un incalzante gioco di allusioni e mezze parole, all'improvviso rivela la sua scoperta e violentemente incalza la moglie sopraffatta ed incapace di difendersi dalle accuse del marito, pure lui in fondo colpevole per averla trascurata. Giulia rimane sola di fronte alla volontà di vendetta di Andrea. Le viene a mancare anche il sostegno dell'amante Antonio che vigliaccamente l'abbandona alla furia del marito. La catastrofe finale è annunciata sin dalle battute iniziali. I personaggi sono stretti innanzitutto dalla morsa del proprio ruolo, dal quale non sanno prescindere. E con inflessibilità meccanica che poco sa di umano, il cerchio si stringe progressivamente intorno alla vittima designata, Giulia. L’accostamento soffocante del titolo parla in verità di un’insanabile distanza fra uomo e donna." In un misto tra voglia di provocare e necessità di comunicare, l'Arte si fa ancora una volta portavoce delle verità altrimenti inattingibili di una vita risucchiata dalla consuetudine. Solo voci fuori dal coro possono stonare con i ruoli che ci imprigionano risultando però intonate con l'onesto alito di umanità che forse spira ancora in noi. Pirandello nel saggio "umorismo" suggeriva : "Ciò che noi conosciamo di noi stessi, non è che una parte, forse una piccolissima parte di quello che noi siamo. E tante e tante cose, in certi momenti eccezionali, noi sorprendiamo in noi stessi, percezioni, ragionamenti, stati di coscienza che son veramente oltre i limiti relativi della nostra esistenza normale e cosciente". Ciraci, Dragone e Cramarossa hanno compreso questo e ora vogliono condividerlo empaticamente con noi.
Non c'è distacco istituzionale tra pubblico e attore; una storia di questa potata, veicolata attraverso le poliedriche sfaccettature di Ciraci e le argute ed eloquenti sottigliezze della Dragone, scorrerà attivamente come flusso di coscienza negli sguardi, nelle orecchie e nell'animo di chi deciderà di presiedere alla realtà della vita e della letteratura; perchè il teatro ha senso non se viene visto, ma se, come in questo caso, c'è chi te lo sa far vivere.
Con la delicatezza di intenti di scandagliare nella vita dell'essere umano, ecco che l'Associazione Artecrazia e il Teatro delle Bambole scendono di nuovo in campo per stupire il pubblico con un altra opera. Dopo i trascorsi successi, la rassegna "Il cuore secondo Giovanni", ora approda con un nuovo grande spettacolo: La Morsa. L'appuntamento è per domenica 4 marzo ore 19.00 presso la galleria BluOrg sita in via Celentano 92/94, Bari.
Il debutto pirandelliano riprende vita su una scena scarna di fronzoli e stracolma di contenuti dove quello che riecheggia nella gotha interpretativa di Jack Ciraci e Mariangela Dragone è un forte sprono alla riflessione, all'autoinvestigazione, alla immersione nell'abisso umano in cui ogni giorno tutti noi nuotiamo, ora affondando ora sopravvivendo. Sovvertite le canoniche modalità recitative, i due attori con la loro eccelsa performance non offrono uno spettacolo, ma uno spaccato di vita in cui ciascuno di noi è attore nella propria quotidianità.
La storia è presto anticipata dal regista Andrea Cramarossa: "Andrea ha scoperto la relazione amorosa fra sua moglie Giulia e Antonio. In un dialogo serrato con lei, Andrea finge di non sapere nulla, ma con un incalzante gioco di allusioni e mezze parole, all'improvviso rivela la sua scoperta e violentemente incalza la moglie sopraffatta ed incapace di difendersi dalle accuse del marito, pure lui in fondo colpevole per averla trascurata. Giulia rimane sola di fronte alla volontà di vendetta di Andrea. Le viene a mancare anche il sostegno dell'amante Antonio che vigliaccamente l'abbandona alla furia del marito. La catastrofe finale è annunciata sin dalle battute iniziali. I personaggi sono stretti innanzitutto dalla morsa del proprio ruolo, dal quale non sanno prescindere. E con inflessibilità meccanica che poco sa di umano, il cerchio si stringe progressivamente intorno alla vittima designata, Giulia. L’accostamento soffocante del titolo parla in verità di un’insanabile distanza fra uomo e donna." In un misto tra voglia di provocare e necessità di comunicare, l'Arte si fa ancora una volta portavoce delle verità altrimenti inattingibili di una vita risucchiata dalla consuetudine. Solo voci fuori dal coro possono stonare con i ruoli che ci imprigionano risultando però intonate con l'onesto alito di umanità che forse spira ancora in noi. Pirandello nel saggio "umorismo" suggeriva : "Ciò che noi conosciamo di noi stessi, non è che una parte, forse una piccolissima parte di quello che noi siamo. E tante e tante cose, in certi momenti eccezionali, noi sorprendiamo in noi stessi, percezioni, ragionamenti, stati di coscienza che son veramente oltre i limiti relativi della nostra esistenza normale e cosciente". Ciraci, Dragone e Cramarossa hanno compreso questo e ora vogliono condividerlo empaticamente con noi.
Non c'è distacco istituzionale tra pubblico e attore; una storia di questa potata, veicolata attraverso le poliedriche sfaccettature di Ciraci e le argute ed eloquenti sottigliezze della Dragone, scorrerà attivamente come flusso di coscienza negli sguardi, nelle orecchie e nell'animo di chi deciderà di presiedere alla realtà della vita e della letteratura; perchè il teatro ha senso non se viene visto, ma se, come in questo caso, c'è chi te lo sa far vivere.
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Cultura e Spettacoli