Terremoto Pd a Genova: lasciano i vertici. Bersani minimizza, 'ammaccature'

di Redazione. Primarie fatali, si potrebbe tranquillamente dire, in casa del Partito Democratico ligure. Il segretario regionale del Pd, Lorenzo Basso, e il segretario provinciale, Victor Rasetto, rimettono il proprio mandato alle assemblee provinciale e regionale che si svolgeranno mercoledi' e giovedi' prossimi.

L'annuncio arriva all'indomani della sconfitta del partito alla primarie, vinte, a sorpresa, da Marco Doria, indipendente, appoggiato da Sel, che ha sconfitto sia il sindaco uscente, Marta Vincenzi, sia la senatrice Roberta Pinotti.

"Abbiamo deciso di rimettere il mandato per senso di responsabilita' e per consentire che si apra una discussione politica vera. Non vogliamo fare i capi espiatori. Al termine delle assemblee, prenderemo le nostre decisioni". Cosi' Victor Rasetto, segretario provinciale del PD.

"In primo luogo - sottolinea il segretario provinciale - bisogna sostenere Doria, senza se e senza ma, visto che qualcuno lo sta gia' mettendo in discussione. Poi bisogna analizzare le ragioni per cui i cittadini hanno scelto Doria. C'e' una richiesta di cambiamento e innovazione profonda che il PD non ha saputo interpretare. E se non lo fai, ti innovano gli elettori. I nodi sono venuti al pettine e non si puo' piu' far finta che il partito non abbia problemi. Poi si puo' discutere dello strumento 'primarie', che va regolamentato meglio, ma le regole ci sono e sono semplicissime. Vince il miglior candidato sindaco e puo' accadere che sia qualcuno che non e' prevedibile che vinca".

Rispetto al fatto che l'aver schierato due candidate del PD, il sindaco uscente e Roberta Pinotti, sia stato un segno evidente di divisione interna del partito, Rasetto afferma che "non c'e' dubbio. Ma - aggiunge - il meccanismo delle primarie prevede le auto candidature. Si puo' cercare di persuadere le persone, ma - conclude Rasetto - non sempre funziona".


BERSANI, LA SCONFITTA NON BRUCIA MA QUALCHE AMMACCATURA C'E' - "Non brucia. Credeteci o no, non brucia". Pier Luigi Bersani risponde con un sorriso ai cronisti che lo incalzano sull'esito delle primarie del centrosinistra a Genova, al termine di un incontro alla Camera con il presidente tedesco Christian Wulff. Certo, ha ammesso, "e' un esito che puo' lasciare qualche ammaccatura pero' bisogna guardare avanti. E al candidato che ha vinto (Marco Doria, ndr) ora tocca farsi carico della pluralita' dei contenuti".

Tra le 'ammaccature', le dimissioni dei vertici liguri del partito. "Sono gesti che aiutano la discussione,aiutano a fare il punto per poi ripartire. Ora vediamo, ci sara' il chiarimento necessario e gli organismi decideranno", ha spiegato. Detto questo, "invito gli organi di stampa ad andarsi a vedere quante primarie abbiamo vinto come Pd, da Piacenza a Pistoia", ha esortato Bersani. Non solo. "C'e' stata una grande partecipazione", ha ricordato, "la mia impressione e' che in questa fase ci sia comprensione per le nostre politiche. Sono piuttosto orgoglioso di un Pd che riesce ad attivare nel Paese cose come queste, che generano anche scompensi ma sono segno di partecipazione".

EMILIANO: VENDOLA OGGI HA UN ALTRO SCALPO - ''Vendola oggi ha un altro scalpo attaccato alla cintola''. E' il commento del sindaco di Bari e presidente pugliese del Pd, Michele Emiliano, che in una intervista al Futurista riflette sulla vittoria alle primarie di Genova del candidato vendoliano, sulla sconfitta del Pd e rilancia l'idea di una lista civica nazionale anche alleata con Fini.

''Le liti tra post-comunisti sono state terribili, come accaduto a Genova: la conseguenza è che abbiamo diviso una forza che, se unita, avrebbe vinto''.

Posta un commento

Nuova Vecchia

Modulo di contatto