BARI. “La Puglia continuerà ad assicurare l’impegno politico istituzionale a favore dello Zuccherificio del Molise. Ritengo che questo sia elemento ed impegno più importante della quota di ricapitalizzazione dello 0,0098% pari a circa 1.470 euro, che la Puglia dovrebbe versare.
Infatti, pur condividendo le ragioni della ricapitalizzazione societaria, utile a recuperare competitività sul mercato, non possiamo certamente immaginare di infrangere la legge”.
Così Dario Stefàno, assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia, ente azionista allo 0,0098% dell’unico Zuccherificio dell’Italia centro meridionale, in questi giorni al centro di un progetto che dovrebbe condurre all’aumento del capitale sociale da parte dell’azionista di maggioranza, la Regione Molise.
La Puglia, va detto, tra l’altro, attraverso i suoi produttori agricoli rappresenta il principale fornitore di barbabietole quale materia prima dello Zuccherificio di Termoli e, quindi, ha da sempre guardato con attenzione alla evoluzione della situazione societaria.
“Siamo consapevoli – spiega l’assessore Stefàno – che il delicato e difficile momento che sta investendo lo stabilimento, richiederebbe una ricapitalizzazione societaria ma ciò non può avvenire ad opera dei soggetti istituzionali, tenuti per legge a perseguire esclusivamente obiettivi di natura istituzionale. Peraltro, pur potendo, val la pena ricordare la situazione disastrata i cui versano le casse degli Enti regionali - e la Puglia purtroppo non fa eccezione - a causa dei tagli imposti dalle manovre di Tremonti già nel 2010. Ma in ogni caso, sarebbe una operazione nel solco della "non liceità", che non possiamo immaginare assolutamente di intraprendere”.
“Nello specifico – sottolinea ancora l’assessore Stefàno – a dettare la linea è la normativa nazionale che per tutelare la concorrenza ed il mercato, stabilisce che le Regioni non possono costituire società aventi per oggetto attività di produzione di beni e di servizi non strettamente necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali, né assumere o mantenere direttamente o indirettamente partecipazioni anche di minoranza in tali società”.
“Una precisazione – conclude Stefàno – che riteniamo obbligatoria nei confronti di quanti, al di là della collocazione politica, in questi giorni, vogliono tirarci per la giacchetta ignorando - o facendo finta di non conoscere - una cornice normativa che, per quanto ci riguarda, ci impedisce certamente di accrescere il nostro ruolo di socio ma che però non ci impedirà di essere della “partita politica” che dovrà supportare l'esigenza di intervenire sulla capitalizzazione attraverso la ricerca di eventuali soggetti imprenditoriali interessati”.
Infatti, pur condividendo le ragioni della ricapitalizzazione societaria, utile a recuperare competitività sul mercato, non possiamo certamente immaginare di infrangere la legge”.
Così Dario Stefàno, assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia, ente azionista allo 0,0098% dell’unico Zuccherificio dell’Italia centro meridionale, in questi giorni al centro di un progetto che dovrebbe condurre all’aumento del capitale sociale da parte dell’azionista di maggioranza, la Regione Molise.
La Puglia, va detto, tra l’altro, attraverso i suoi produttori agricoli rappresenta il principale fornitore di barbabietole quale materia prima dello Zuccherificio di Termoli e, quindi, ha da sempre guardato con attenzione alla evoluzione della situazione societaria.
“Siamo consapevoli – spiega l’assessore Stefàno – che il delicato e difficile momento che sta investendo lo stabilimento, richiederebbe una ricapitalizzazione societaria ma ciò non può avvenire ad opera dei soggetti istituzionali, tenuti per legge a perseguire esclusivamente obiettivi di natura istituzionale. Peraltro, pur potendo, val la pena ricordare la situazione disastrata i cui versano le casse degli Enti regionali - e la Puglia purtroppo non fa eccezione - a causa dei tagli imposti dalle manovre di Tremonti già nel 2010. Ma in ogni caso, sarebbe una operazione nel solco della "non liceità", che non possiamo immaginare assolutamente di intraprendere”.
“Nello specifico – sottolinea ancora l’assessore Stefàno – a dettare la linea è la normativa nazionale che per tutelare la concorrenza ed il mercato, stabilisce che le Regioni non possono costituire società aventi per oggetto attività di produzione di beni e di servizi non strettamente necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali, né assumere o mantenere direttamente o indirettamente partecipazioni anche di minoranza in tali società”.
“Una precisazione – conclude Stefàno – che riteniamo obbligatoria nei confronti di quanti, al di là della collocazione politica, in questi giorni, vogliono tirarci per la giacchetta ignorando - o facendo finta di non conoscere - una cornice normativa che, per quanto ci riguarda, ci impedisce certamente di accrescere il nostro ruolo di socio ma che però non ci impedirà di essere della “partita politica” che dovrà supportare l'esigenza di intervenire sulla capitalizzazione attraverso la ricerca di eventuali soggetti imprenditoriali interessati”.
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