BARI. “Non è più tempo dei padreterni affermo da qualche giorno riferendomi al mondo cui appartengo, ovvero al mondo della politica. Mi rendo conto che i padreterni vanno licenziati ovunque si manifestano e Celentano va sicuramente licenziato da quei modelli di vita e di comportamento da assumere nel nostro lavoro e nel nostro quotidiano.
Serve uno scatto d'orgoglio e di dignità in Italia perché non possiamo in nome dell'audience calpestare valori, immagini, persone e dignità .
Iniziamo a non acquistare più prodotti di aziende che hanno commissionato pubblicità nella prima serata di Sanremo infangata da un padreterno da strapazzo ed iniziamo a non pagare più il canone RAI devolvendo quelle somme per risarcire noi cittadini contribuenti il danno all'immagine di Aldo Grasso, di Avvenire e di Famiglia Cristiana.
Inizino i cantanti a riappropriarsi del loro palcoscenico di un Festival della Canzone Italiana che si è trasformato nel Festival degli insulti e delle pulsioni vendicative di un moralismo che non ci rappresenta e non ci appartiene ed abbiano il coraggio i nostri artisti di abbandonare il festival perché sono le loro canzoni che noi vorremmo ascoltare e non le sciocchezze in libertà .
Inizino i nostri educatori ad indignarsi e nelle scuole insegnino il rispetto della dignità della persona umana e del lavoro degli altri.
Inizi il management della RAI a far capire a questi padreterni come Celentano che la RAI è patrimonio di tutti anche di chi ama leggere Aldo Grasso sul Corriere della Sera o di chi ama leggere i giornali cattolici e di non vorrebbe che si nomini il nome di Dio invano.
Inizino i mass-media ad orientare a fini educativi le informazioni perché a noi non interessa proprio nulla della "farfalla di Belen" che vorremmo apprezzare per le sue qualità artistiche e professionali e non per i suoi spacchi.
Inizi la politica a fare squadra al di là delle appartenenze e degli schemi ideologici e a fare quadrato contro i modi di fare da padreterno che non possiamo più permetterci gratis figuriamoci a pagamento e ai poveri ci pensi lo Stato direttamente e non per il tramite di Celentano”.
A riferirlo in una nota il consigliere regionale Ignazio Zullo (PdL).
Serve uno scatto d'orgoglio e di dignità in Italia perché non possiamo in nome dell'audience calpestare valori, immagini, persone e dignità .
Iniziamo a non acquistare più prodotti di aziende che hanno commissionato pubblicità nella prima serata di Sanremo infangata da un padreterno da strapazzo ed iniziamo a non pagare più il canone RAI devolvendo quelle somme per risarcire noi cittadini contribuenti il danno all'immagine di Aldo Grasso, di Avvenire e di Famiglia Cristiana.
Inizino i cantanti a riappropriarsi del loro palcoscenico di un Festival della Canzone Italiana che si è trasformato nel Festival degli insulti e delle pulsioni vendicative di un moralismo che non ci rappresenta e non ci appartiene ed abbiano il coraggio i nostri artisti di abbandonare il festival perché sono le loro canzoni che noi vorremmo ascoltare e non le sciocchezze in libertà .
Inizino i nostri educatori ad indignarsi e nelle scuole insegnino il rispetto della dignità della persona umana e del lavoro degli altri.
Inizi il management della RAI a far capire a questi padreterni come Celentano che la RAI è patrimonio di tutti anche di chi ama leggere Aldo Grasso sul Corriere della Sera o di chi ama leggere i giornali cattolici e di non vorrebbe che si nomini il nome di Dio invano.
Inizino i mass-media ad orientare a fini educativi le informazioni perché a noi non interessa proprio nulla della "farfalla di Belen" che vorremmo apprezzare per le sue qualità artistiche e professionali e non per i suoi spacchi.
Inizi la politica a fare squadra al di là delle appartenenze e degli schemi ideologici e a fare quadrato contro i modi di fare da padreterno che non possiamo più permetterci gratis figuriamoci a pagamento e ai poveri ci pensi lo Stato direttamente e non per il tramite di Celentano”.
A riferirlo in una nota il consigliere regionale Ignazio Zullo (PdL).
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