BARI. “Una pratica odiosa, in larga misura sommersa, che colpisce ancora più duramente il Mezzogiorno. Una pratica che cancella il diritto, la libertà di scelta e afferma il ricatto di chi non riconosce i ruoli all’interno di una società civile”.
E’ quanto afferma Vera Guelfi, Segretaria regionale della Uil di Puglia con delega alle Pari Opportunità.
“Nei confronti dell’indecente pratica delle dimissioni anticipate, in bianco, le donne della UIL di Puglia e di Bari ribadiscono il loro deciso NO. Si tratta di una prassi che, secondo i recenti dati Istat, ha colpito più di 800mila donne e che permette al datore di lavoro di liberarsi di una lavoratrice per una lunga malattia, una gravidanza o un matrimonio”.
Nella giornata dell’8 marzo c’è quindi materia su cui riflettere e a cui far seguire azioni concrete. Per questo, anche la Confederazione sindacale della UIL, tra i promotori della petizione, procede alla raccolta delle firme necessarie per il ripristino della legge 188/2007. Per aderire basta collegarsi al sito www.uil.it.
“Una legge – spiega Vera Guelfi - che obbligava a usare moduli numerati progressivamente per i licenziamenti in modo tale da impedire la compilazione prima dell’effettivo utilizzo, ma che, appena approvata, è stata abrogata con celerità dal Governo in carica nel 2008. Intanto, l’Italia risulterebbe al settantaquattresimo posto in quanto ad equità ed uguaglianza tra donne e uomini, mentre l’Onu bacchetta il nostro Paese per l’arretratezza e i luoghi comuni umilianti per la dignità femminile. Senza regole e trasparenza questo paese non è destinato a progredire, ma solo a perdere terreno dal resto d’Europa”.
E’ quanto afferma Vera Guelfi, Segretaria regionale della Uil di Puglia con delega alle Pari Opportunità.
“Nei confronti dell’indecente pratica delle dimissioni anticipate, in bianco, le donne della UIL di Puglia e di Bari ribadiscono il loro deciso NO. Si tratta di una prassi che, secondo i recenti dati Istat, ha colpito più di 800mila donne e che permette al datore di lavoro di liberarsi di una lavoratrice per una lunga malattia, una gravidanza o un matrimonio”.
Nella giornata dell’8 marzo c’è quindi materia su cui riflettere e a cui far seguire azioni concrete. Per questo, anche la Confederazione sindacale della UIL, tra i promotori della petizione, procede alla raccolta delle firme necessarie per il ripristino della legge 188/2007. Per aderire basta collegarsi al sito www.uil.it.
“Una legge – spiega Vera Guelfi - che obbligava a usare moduli numerati progressivamente per i licenziamenti in modo tale da impedire la compilazione prima dell’effettivo utilizzo, ma che, appena approvata, è stata abrogata con celerità dal Governo in carica nel 2008. Intanto, l’Italia risulterebbe al settantaquattresimo posto in quanto ad equità ed uguaglianza tra donne e uomini, mentre l’Onu bacchetta il nostro Paese per l’arretratezza e i luoghi comuni umilianti per la dignità femminile. Senza regole e trasparenza questo paese non è destinato a progredire, ma solo a perdere terreno dal resto d’Europa”.