BARI. Roma, 23 marzo 1944, una tra le tante date che macchiano le pagine di storia. Molti ignorano quella che è considerata la strage più cruenta, perché compiuta in una capitale europea fondata su valori cristiani. Con l'intento di mantenere viva la memoria e sensibilizzare le nuove generazioni, Onofrio Introna, presidente del Consiglio regionale della Puglia, ha invitato le ragazze e i ragazzi del Parlamento regionale dei Giovani alla commemorazione del 68° anniversario dell' eccidio delle Fosse Ardeatine. Tra gli altri, sono intervenuti i consiglieri regionali, i rappresentanti della Prefettura e della Questura, delle Forze Armate, dei Corpi dello Stato, delle Istituzioni, degli enti locali e dell’Anpi. Significativa la presenza degli allievi di numerosi istituti, di Bari (Vivante-Pitagora e Media Azzarita), di Andria (Colasanto e Nuzzi) di Ostuni (il classico-scientifico Pepe) e di Terlizzi (l’elementare Pappagallo e la Media Gesmundo), a sottolineare l'interesse giovanile nel prendere coscienza di ciò che è stato.
Il presidente Introna, affiancato dal giovane “collega” Davide Montanaro, presidente del Parlamento dei Giovani, ha aperto la cerimonia salutando e ringraziando i presenti, tra i quali Alfonso Garzia (87 anni) , vittima "mancata" della strage. Graziato dalla fortuna, scampò al massacro, dopo l'attentato partigiano di via Rasella, per la svista di un ufficiale. "Il mio nome - spiega - non compariva nella lista degli arrestati nel trasferimento da via Rasella al Viminale".
La Puglia piange la morte dei 335 martiri delle Fosse, tra cui 19 pugliesi, per lo più figure di spicco nella storia dell'antifascismo e della resistenza. Tuttora rivelano la nostra identità regionale, accomunati da un unico denominatore: l’emigrazione. Negli anni Venti e Trenta, numerosi meridionali abbandonano la loro terra per lavoro. Il prof. Leuzzi, presidente IPSAIC (Istituto Pugliese per la Storia dell'Antifascismo e dell'Italia Contemporanea), nella sua chiara e sintetica relazione storica, ne menziona alcuni: don Pietro Pappagallo, che predicava il suo vangelo ospitando ebrei, sbandati, partigiani; Gioacchino Gesmundo, insegnante di filosofia nel liceo romano "Visconti", condannato a morte per il coraggio etico-morale nel rivelare ai suoi studenti il vero volto della guerra, del regime e della follia umana; l'ebanista Gaetano La Vecchia, la cui bottega era un covo partigiano; Nicola Ugo Stame, cantante lirico che ha fatto del suo talento vocale “l’arma invincibile” della resistenza.
Ancora oggi in tutto il mondo si verificano stragi, eccidi, episodi di antisemitismo, di razzismo. Il più delle volte passano inosservati. Indifferenza? Ideologia? No, sono il frutto proibito dell'ignoranza e dell'egoismo, di un mondo ormai sterile di valori positivi. L'invito alla riflessione è rivolto prettamente ai ragazzi, perché "rappresentano il futuro del Paese, la speranza di una rivoluzione etica che riporti gli antichi costumi", ha detto Leuzzi). “Iniettare di continuo massicce dosi di anticorpi per immunizzarsi, il pericolo è sempre in agguato e non bisogna mai abbassare la guardia”, è il consiglio di Rocco Palese, fortemente emozionato dai toccanti racconti dei testimoni superstiti.
Solo dalla scuola e dal rifiuto dell'apatia possiamo apprezzare il sacrificio di quelle vittime che hanno combattuto per la libertà e la dignità. L'ascolto di un brano musicale interpretato da Stame ha contribuito a creare l'atmosfera ideale per una profonda meditazione. L’ex partigiano Mario Napolitano, 92 anni, rivolgendosi ai giovani, con sorprendente energia vitale ha ricordato che Stame, per la sua carriera, ha avuto la possibilità di conquistare i maggiori teatri del continente americano, terra d'asilo garante di libertà e democrazia. Tenendo fede ai sui ideali vi ha rinunciato. “Chi glielo faceva fare a morire per la Patria? Voi giovani, ora privi di interessi e di valori, dovete scuotervi dall'inerzia del conformismo e leaderismo, ricostituire la vera dialettica politica dando vita ai partiti e mai rinunciando ai propri ideali. Lottate sempre per essi, perché la Resistenza è una scelta morale".
Agli interventi dei rappresentanti dell’Anpi, di consiglieri regionali e dei sindaci di Barletta e di Ostuni hanno fatto seguito quelli dei giovani parlamentari, emozionati dalla commemorazione dell'evento e profondamente scossi dagli appelli degli “anziani”. Significativa la risposta di Domenico Caputo, presidente commissione III del Parlamentino: "Senza libertà non esistono ideali e senza ideali siamo una nullità". Commemorare vuol dire analizzare ciò che caratterizza la storia, è stata la riflessione del presidente Montanaro, secondo il quale conoscere il passato è utile per evitare errori in futuro.
“Onorare la battaglia per la democrazia con impegno e fiducia nei propri ideali, lottare per affermarli, sensibilizzare gli altri e divulgare i principi democratici (libertà civili, giuridiche, personali...). L’eccidio delle Fosse Ardeatine va conservato nella memoria collettiva del Paese e della Puglia. Ricordare è doveroso ed è necessario cercare forme moderne di comunicazione, perché il ricordo della Puglia che ieri ha detto ‘NO!’ ed oggi dice ‘Mai più’ va consegnato ai giovani, che a loro volta dovranno custodirlo e diffonderlo”. Questa la conclusione del presidente Onofrio Introna affidata ai giovani, perché facciano buon uso dell’esempio di chi ha sacrificato la sua vita per un sogno di civiltà. /(Ilaria Calosso/Parlamento dei Giovani)
Il presidente Introna, affiancato dal giovane “collega” Davide Montanaro, presidente del Parlamento dei Giovani, ha aperto la cerimonia salutando e ringraziando i presenti, tra i quali Alfonso Garzia (87 anni) , vittima "mancata" della strage. Graziato dalla fortuna, scampò al massacro, dopo l'attentato partigiano di via Rasella, per la svista di un ufficiale. "Il mio nome - spiega - non compariva nella lista degli arrestati nel trasferimento da via Rasella al Viminale".
La Puglia piange la morte dei 335 martiri delle Fosse, tra cui 19 pugliesi, per lo più figure di spicco nella storia dell'antifascismo e della resistenza. Tuttora rivelano la nostra identità regionale, accomunati da un unico denominatore: l’emigrazione. Negli anni Venti e Trenta, numerosi meridionali abbandonano la loro terra per lavoro. Il prof. Leuzzi, presidente IPSAIC (Istituto Pugliese per la Storia dell'Antifascismo e dell'Italia Contemporanea), nella sua chiara e sintetica relazione storica, ne menziona alcuni: don Pietro Pappagallo, che predicava il suo vangelo ospitando ebrei, sbandati, partigiani; Gioacchino Gesmundo, insegnante di filosofia nel liceo romano "Visconti", condannato a morte per il coraggio etico-morale nel rivelare ai suoi studenti il vero volto della guerra, del regime e della follia umana; l'ebanista Gaetano La Vecchia, la cui bottega era un covo partigiano; Nicola Ugo Stame, cantante lirico che ha fatto del suo talento vocale “l’arma invincibile” della resistenza.
Ancora oggi in tutto il mondo si verificano stragi, eccidi, episodi di antisemitismo, di razzismo. Il più delle volte passano inosservati. Indifferenza? Ideologia? No, sono il frutto proibito dell'ignoranza e dell'egoismo, di un mondo ormai sterile di valori positivi. L'invito alla riflessione è rivolto prettamente ai ragazzi, perché "rappresentano il futuro del Paese, la speranza di una rivoluzione etica che riporti gli antichi costumi", ha detto Leuzzi). “Iniettare di continuo massicce dosi di anticorpi per immunizzarsi, il pericolo è sempre in agguato e non bisogna mai abbassare la guardia”, è il consiglio di Rocco Palese, fortemente emozionato dai toccanti racconti dei testimoni superstiti.
Solo dalla scuola e dal rifiuto dell'apatia possiamo apprezzare il sacrificio di quelle vittime che hanno combattuto per la libertà e la dignità. L'ascolto di un brano musicale interpretato da Stame ha contribuito a creare l'atmosfera ideale per una profonda meditazione. L’ex partigiano Mario Napolitano, 92 anni, rivolgendosi ai giovani, con sorprendente energia vitale ha ricordato che Stame, per la sua carriera, ha avuto la possibilità di conquistare i maggiori teatri del continente americano, terra d'asilo garante di libertà e democrazia. Tenendo fede ai sui ideali vi ha rinunciato. “Chi glielo faceva fare a morire per la Patria? Voi giovani, ora privi di interessi e di valori, dovete scuotervi dall'inerzia del conformismo e leaderismo, ricostituire la vera dialettica politica dando vita ai partiti e mai rinunciando ai propri ideali. Lottate sempre per essi, perché la Resistenza è una scelta morale".
Agli interventi dei rappresentanti dell’Anpi, di consiglieri regionali e dei sindaci di Barletta e di Ostuni hanno fatto seguito quelli dei giovani parlamentari, emozionati dalla commemorazione dell'evento e profondamente scossi dagli appelli degli “anziani”. Significativa la risposta di Domenico Caputo, presidente commissione III del Parlamentino: "Senza libertà non esistono ideali e senza ideali siamo una nullità". Commemorare vuol dire analizzare ciò che caratterizza la storia, è stata la riflessione del presidente Montanaro, secondo il quale conoscere il passato è utile per evitare errori in futuro.
“Onorare la battaglia per la democrazia con impegno e fiducia nei propri ideali, lottare per affermarli, sensibilizzare gli altri e divulgare i principi democratici (libertà civili, giuridiche, personali...). L’eccidio delle Fosse Ardeatine va conservato nella memoria collettiva del Paese e della Puglia. Ricordare è doveroso ed è necessario cercare forme moderne di comunicazione, perché il ricordo della Puglia che ieri ha detto ‘NO!’ ed oggi dice ‘Mai più’ va consegnato ai giovani, che a loro volta dovranno custodirlo e diffonderlo”. Questa la conclusione del presidente Onofrio Introna affidata ai giovani, perché facciano buon uso dell’esempio di chi ha sacrificato la sua vita per un sogno di civiltà. /(Ilaria Calosso/Parlamento dei Giovani)