Buccoliero: tributo di infrastrutturazione Asi, verificarne la legittimità


BARI. La verifica della legittimità dell’imposta tributaria, il così detto “contributo di infrastrutturazione” conosciuto anche come “contributo per l’uso in proprio dei suoli”, che l’Area per lo Sviluppo Industriale di Lecce (ASI) avrebbe istituito a carico delle imprese, così come denunciato, in pubblica lettera, dall’ Associazione Territoriale Imprenditori Salentini (ATIS), è oggetto dell’interrogazione urgente a risposta scritta che il consigliere della Regione Puglia e presidente di “Moderati e Popolari”, Antonio Buccoliero, ha rivolto all’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Loredana Capone.
“In un momento estremamente delicato per la nostra economia – ha dichiarato Buccoliero – è importante che la Regione Puglia rimuova tutte quelle difficoltà che impediscono all’ASI di Lecce di essere realmente capace di soddisfare le esigenze insediative delle imprese, abbattendoi costi di acquisto e dotazione delle infrastrutture produttivee offrendo alle imprese interessate terreni a prezzi contenuti”.
Scrive Buccoliero:
Premesso che:
- L’Area per lo Sviluppo Industriale di Lecce (ASI) concorre a realizzare gli interventi regionali per il riequilibrio territoriale del sistema produttivo secondo gli indirizzi del Piano Regionale di Sviluppo, utilizzando le sue potenzialità e varie forme di collaborazione con le associazioni imprenditoriali, la Camera di Commercio, la Provincia e i Comuni.;
- Il Consorzio ASI di Lecce, nell’offerta di opere e servizi alle imprese, opera come “ente pubblico economico”, “in forma imprenditoriale, mediante atti di diritto privato”, così come prescritto dalla legge regionale n. 2/07;
- L’Associazione Territoriale Imprenditori Salentini (ATIS), nelle scorse settimane, ha lamentato, in una pubblica lettera, la pretesa, da parte di ASI Lecce, di istituire a carico delle imprese, senza avere alcun potere impositivo, una vera e propria gravosissima “imposta tributaria”: il c.d. “contributo di infrastrutturazione” o, anche detto, “contributo per l’uso in proprio dei suoli”
Visto che:
- Detto Ente, così come denunciato da ATIS, pretende il pagamento del contributo di infrastrutturazione in assenza di contratti o convenzioni sottoscritte tra le parti, senza preventivamente pattuire prestazioni e controprestazioni, a prescindere dalle opere e dai servizi e, soprattutto, dai costi sostenuti e dai finanziamenti pubblici fruiti;
- Il Consorzio ASI, così come denunciato da ATIS, arriverebbe a chiedere ad alcune imprese anche il pagamento di oltre € 160.000,00a testa, a titolo di “contributo di infrastrutturazione”, calcolando l’illegittima imposta sulla base di una tariffa arbitrariamente stabilita (senza il rispetto della legge regionale n. 2/7), moltiplicata per i metri quadrati dei lotti di proprietà delle imprese;
- Il Consorzio cercherebbe di “imporre” tale imposte alle imprese anche con costose azioni giudiziarie, vessatorie transazioni o con la strumentale attuazione di un meccanismo (la sospensione del procedimento di rilascio del parere obbligatoriosulla conformità urbanistica delle costruzioni da insediare nel territorio consortile e sulle loro destinazioni d'uso) che, di fatto, impedirebbe il rilascio di licenze, concessioni e autorizzazioni da parte delle competenti autorità locali;
l’interrogante si rivolge all’assessore allo Sviluppo Economico per sapere:
Se trovi piena conferma questa grave denuncia da parte dell’ATIS;
Se non sia il caso, in base ai rispettivi poteri e alle rispettive competenze, attuare una fase di controllo, che possa mettere in luce eventuali omissioni o azioni illegittime da parte dell’ASI di Lecce;
Quali iniziative la Regione Puglia intenda adottare per rimuovere quelle difficoltà che impediscono all’ASI di Lecce di essere realmente capace di soddisfare le esigenze insediative delle imprese, abbattendoi costi di acquisto e dotazione delle infrastrutture produttivee offrendo alle imprese interessate terreni a prezzi contenuti./comunicato

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