Calcagnile, la stilista col “vizio” del cinema

di Francesco Greco. Il buon cinema è anche buon artigianato. E l’Italia ha, in questo senso, una grande e nobile tradizione. Prova ne sia la compilation di Premi Oscar allineata dagli scenografi italiani Francesca Lo Schiavo e Dante Ferretti. Ultimo, per “The Artist”, all’84ma edizione appena conclusa. Ma abbiamo una “memoria” anche nel campo dei costumi. La costumista tarantina Gabriella Cristiani, per esempio, è più volte salita sul podio nella notte degli Oscar.
Ma anche la stilista salentina Rosanna Calcagnile (in foto ultima a destra) è in pole-position. Uno dei film di cui ha firmato i costumi, “Totem Blue”, opera prima del regista Massimo Fersini, è stato premiato due volte negli Usa ad altrettante rassegne del cinema indipendente. Il marchio RC ha appena chiuso con successo un’esposizione di abiti per il cinema che si è tenuta alle Manifatture Kos, a Lecce (la sede salentina dell’Apulia Film Commission).
E’ un successo che viene da lontano, lungamente cercato con impegno e passione, lavoro e creatività. La fashion&costume designer lavora nel cuore della Lecce barocca e mosse i primi passi nel lontano 1984, quando Rosanna Calcagnile ebbe l’idea: la prima scuola di design nel Salento. “Nacque così un centro per la formazione artistica e professionale in grado di abbinare l’insegnamento dello stile alla conoscenza tecnica di tutte le attività che ruotano intorno a un progetto”, chiarisce meglio. Scuola da cui sono uscite molte griffe dell’alta moda nazionale. E a cui la stilista affianca, nel 1992, l’associazione culturale RC.
Una carriera con importanti riconoscimenti: il Premio Anioc e poi la medaglia d’oro al merito del lavoro, per citarne solo due. Ma quello a cui forse la Calcagnile tiene di più, è il “Premio Kalasiris”, da lei fondato per una ricognizione di nuovi talenti e nuove idee in tutta Italia, in un comparto, la moda, che proprio di questi due elementi in perfetta sinergia vive e si alimenta proponendosi al mercato globale. Sul tema “Il viaggio di lavoro”, una qualificata giuria di cui hanno fatto parte Gabriele Margiotta (esperto di consulenze all’internazionalizzazione), Maria Josè Pietroforte di Petruzzi (delegata per la Puglia del Circolo Reale Carlo Alberto di Savoia), Simonetta Passione (presidente “Giovani e Barocco”), Alessandro Urso (presidente Aps-Ninfa), Anna Colaci (presidente Lions), Salvatore Perrone (assessore provinciale alle attività produttive), ha esaminato le proposte giunte da ogni angolo d’Italia, e alla fine ha stilato la seguente classifica.
Primo premio a Marco Fedelino (Caserta) per il progetto “Tech Torch” (nomadismo sostenibile). Lo stilista ha presentato una couture realizzata con materiali sostenibili e pensata appunto per la gente che viaggia. Secondo premio: Claudia Margarito (Brindisi) per il progetto “Genius Gilet c’è”: un gilet dotato di memoria, in grado di ricaricarsi e che “non permette a chi lo indossa di lasciarsi vivere”. Al terzo posto Ada Aprile (Surbo, Lecce), progetto “Fragola”. La motivazione: “Attinge ai ricordi dell’infanzia per creare spazi negli indimenti interni provvisti di cerniere invisibili per nascondere in tutta sicurezza, quando si viaggia, sia il denaro che altre cose di valore”. Due premi ex-aequo sono stati assegnati a Marika Ungaro (Surbo) per il progetto “Indossa e ricarica” e a Claudia Di Noi (Manduria, Taranto) per il progetto “Impermeabile antibatterico”. Ecco una serie di proposte che coniugano gusto e praticità e che dovremo tenere presenti per i nostri acquisti.