di Silvia Resta. Quattro ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettanti aderenti a “Casapound Italia” sono state eseguite all’alba di questa mattina, tre a Lecce e una Pescara. Tre ragazzi aderenti al gruppo di estrema destra sono finiti in manette, uno al momento è ancora irreperibile.
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L’indagine è stata condotta dalla Digos di Lecce, che ha individuato nei giovani i presunti aggressori di un 20enne, esponente del locale “Collettivo Autonomo Organizzato Studentesco” e “Antifa”, avvenuto la sera del 2 gennaio scorso nei pressi della Prefettura di Lecce. La vittima è un universitario fuori sede, studente presso la facoltà di Lettere e Filosofia di Bologna, ma residente a Lecce.
La mattina del 3 gennaio, lo studente si presentò al pronto soccorso dell’ospedale di Galatina con fratture alla mandibola ed al naso. Sul momento il giovane spiegò che le lesioni sarebbero state provocate in maniere del tutto involontaria, durante una partita di calcio fra amici, a causa di una gomitata in pieno volto in una concitata azione di gioco. Ma dopo alcuni giorni, il 17 dello stesso mese, il giovane fu ricoverato all’ospedale di Tricase e sottoposto ad un intervento chirurgico che lo costrinse ad una lunga degenza.
Per questo, considerata la gravità delle lesioni e che il ragazzo frequentasse ambienti politici, la Digos non si è fermata alla prima versione resa ed ha approfondito l’indagine, scoprendo che non ci sarebbe stata alcuna partita, ma che tutto sarebbe da imputare invece ad un diverbio degenerato in rissa. Il 20enne sarebbe stato avvicinato da quattro giovani a lui noti, tutti aderenti a “Casapound Italia”, e in quel frangente sarebbe nata una discussione sulle posizioni antitetiche tra i militanti dei due gruppi che ha portato poi all’aggressione e al pestaggio del giovane.