di Roberta Calò. "Volevo metterci la faccia, perciò sto qua: ogni notte penso a quella notte, ma ho fatto quello che dovevo" dichiara uno degli ufficiali indagati nel corso dell'inchiesta sulla Concordia, la nave della Costa affondata al largo dell'isola del Giglio. Il giovane ventiseienne era un ufficiale "in affiancamento"; "L' equipaggio ha dato il massimo", spiega. Un avvocato difensore di una famiglia palermitana e in prima persona coinvolto nell'incidente dichiara: "Ero con mia moglie sulla Concordia, mancavano venti minuti a mezzanotte, la nave era inclinata. Schettino mi è passato davanti correndo, con quattro suoi ufficiali. Ci hanno sorpassati verso prua, e lì hanno calato una scialuppa. Lui era stravolto, con la giacca sbottonata e la camicia fuori. No, non l'ho affatto visto cadere in quella scialuppa. Non l'ho visto inciampare. Noi abbiamo potuto prendere solo la scialuppa dopo la loro. Sì, l' ho raccontato alla Procura. Umanamente, posso capirne il disagio, ma preferisco non incontrarlo. Ci siamo salvati perché abbiamo ignorato il suo ordine di tornare in cabina. E mia moglie Patrizia sta peggio di lui: non può più neanche guardare il mare e, sa, per chi vive a Palermo non è facilissimo".
Si attendono ora gli sviluppi sella procedura investigativa che ha preso il via negli ultimi giorni a seguito di quanto disposto dal gip in occasione della prima udienza che ha avuto luogo presso il teatro di Grosseto. I periti nominati dal giudice delle indagini preliminari dovranno entro 90 giorni mettere agli atti i dati relativi alla scatola nera della Costa Concordia. Non tutte le vittime del naufragio hanno voluto prendere parte all'udienza: "No, non ci vengo, mi avevano offerto il... biglietto omaggio. Ma io 'sta passerella davanti alle tv non la faccio" commenta un ragazzo di Bombay. I superstiti ancora non dimenticano l'accaduto: "Tutti abbiamo rischiato di morire, tutti noi sul ponte 4", "L' allarme è stato dato con criminale ritardo, scriva: cri-mi-na-le", "Prima imbecille e poi criminale il comportamento di Schettino! Siamo stati un' ora e mezzo bloccati con la scialuppa dalla parte sbagliata della nave". Poi ancora: "Ci siamo vestiti tranquilli, non ci sentivamo in pericolo, siamo saliti al punto di raccolta. E lì è iniziato il caos, lì è stata brutta. Non ho visto un ufficiale. Ma tanti inservienti, cuochi, sì, che hanno dato una mano, a loro devo dire grazie... l' evacuazione ce la siamo fatta da soli. Come sto adesso? Sono incaz... incavolato nero per i morti, con un mare piatto come quello non doveva morire neanche una persona. Che schifo", "Paura? Siamo morti di paura. La Costa non può cavarsela così", "Già . Mica male gli ultimi dieci mesi, no? Avevamo pensato di rilassarci un po' in crociera! Ma bisogna scavare, scavare ancora, Schettino non può avere fatto tutto da solo".
Intanto il peggioramento delle condizioni meteo ha causato una sospensione delle operazioni di recupero del carburante fino ad oggi operato grazie alla Smit Salvage e Neri e hanno poi riportato il pontone Meloria in porto. La Costa da canto suo sta valutando ben otto progetti per capire la soluzione migliore per il recupero della nave. L'idea sarebbe quella di recuperare lo scafo senza smembrarlo. Un responsabile per l'emergenze ha spiegato, con riferimento alla Smit and Salvage: "siamo la società che ha avuto l'incarico di svuotare i serbatoi, e, in questo genere di operazioni, questa è di solito la premessa all'incarico della rimozione".
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