Costa Concordia: messi in salvo un milione e 240 mila euro


di Roberta Calò. In contrapposizione a quanti si sono preoccupati e non si sono preoccupati di mettere in salvo le vite dei naufraghi coinvolti nel disastro della Costa Concordia impattata su uno scoglio al largo dell'isola del Giglio, non è passata certo inosservata la responsabilità di preservare i beni economici della nave.

Il recupero della nave - Intanto giungono notizie sul recupero del relitto per cui sono stati elaborati diversi progetti da diverse compagnie. Secondo alcuni esperti della Scientific American, la nave potrebbe essere tagliata in diverse parti. La Costa però propenderebbe per un recupero integro del relitto. Circa il possibile ricorso ad eventuali palloni per effettuare un'operazione di sollevamento si fa avanti Mike Lacey, segretario dell’ International Salvage Union, l’associazione delle società di recupero: "Tutti parlano dei palloni ma non ne esistono di così grandi per fare il lavoro da soli potranno sicuramente aiutare ma dovranno essere affiancati da qualche altra cosa". Un'altra possibilità potrebbe essere l'uso di alcune gru per sollevare il relitto, svuotarlo dell'acqua ed eventualmente riparare le falle presenti, ma forse troppo grandi per poter essere recuperate. Qualcuno avrebbe invece proposto di riempire la nave di palline di polistirene da collocare all'interno del relitto per farlo riemergere. Ma Lacey a tal proposito ha spiegato: "Ma ci sono molti problemi anche perché le palline non sono controllabili, si disperdono in mare e sono difficili da ripulire". Lo stesso in visione dell'eventualità di tagliare in 200-300pezzi la nave ha invece dichiarato: "Questo potrebbe essere fatto in sei mesi sarebbe inutile cercare di recuperare il relitto per rimetterlo in mare, nessuno vorrebbe più viaggiarci". La ditta Smit Salvage dal canto suo ha chiarito nel corso di una intervista radio attraverso la voce di Max Iguera: "Ci sono varie tecniche per il recupero: si può tirare la nave con dei cavi dal fianco sinistro o si possono costruire strutture metalliche, come degli enormi scatoloni, sulla fiancata del relitto che servono sia a dare galleggiamento sia ad aiutare la nave nel movimento di rotazione. Il bando di gara emesso dagli armatori, di concerto con le autorità, non prendeva neanche in considerazione l’ipotesi dello smantellamento sul posto. Ci è stato, invece, detto che la nave deve essere rimossa intera. Poi, se non ci sarà questa possibilità, è chiaro che si deciderà di farla a pezzi".


Le indagini - Sono ancora numerosi gli esponenti iscritti nel registro degli indagati con particolare attenzione all'ex comandante Schettino che, secondo le più note ricostruzioni, avrebbe abbandonato la nave prima di assicurarsi che tutto l'equipaggio e tutti i passeggeri fossero in salvo. Si attendono al momento i risultati delle indagini disposte dal gip di Grosseto che i periti dovranno effettuare entro 90 giorni sulla scatola nera. Gli stessi dovranno occuparsi anche di esaminare il computer del capo dei fotografi di bordo. L'uomo avrebbe girato un video in plancia negli istanti successivi all'impatto.

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