Costa: si attende la verità dalla scatola nera


di Roberta Calò. Si sono concluse ieri alle 7.30 le operazioni di defueling per la costa Concordia, naufragata in seguito all'impatto su uno scoglio al largo dell'isola del Giglio. Dopo un'operazione di ben 32 giorni, nonostante l'intramezzo di una decina in cui imperversava il maltempo, i lavori sono stati portati a termine grazie al contributo di 20 mezzi marini e uno staff di circa cento persone.
Proseguono intanto le operazioni di ricerca dei corpi ancora dispersi e di tutti quegli oggetti che potrebbero risultare indispensabili allo sviluppo delle indagini in corso nella attribuzioni delle responsabilità.
Il corpo dei sub dei carabinieri in particolare avrebbero portato alla luce importanti elementi; gli addetti infatti sarebbero entrati nella stanza dell'ex comandante Schettino al momento indagato insieme ad altre nove persone per l'incidente. L'accesso non sarebbe avvenuto dalla porta in quanto la moquette impediva l'acceso; si sarebbe resa necessaria la rottura del vetro dall'esterno. L'operazione è stata interamente documentata con dei filmati girati grazie a telecamere subacquee. Tra gli oggetti recuperati ci sarebbero cd, documenti importanti, la giacca della divisa e il passaporto dell'uomo. Sarebbero inoltre stati ritrovati anche il trolley e le scarpe di Domnica Cermotan, la donna moldava con cui il capitano stava banchettando nelle ore in cui sarebbe avvenuto l'impatto. La donna avrebbe più volte spiegato alle forze dell'ordine di aver poggiato i suoi effetti personali in camera del comandante in attesa che le fosse assegnata una stanza. Questo elemento avvalla i dubbi relativi al fatto che la donna non comparisse nell'elenco delle persone a bordo fornito dalla compagnia.
Nella valigia della donna peraltro sarebbero state ritrovate delle foto di Schettino in un parco acquatico con dei delfini. Non è stato però ritrovato il computer dell'ex comandante; la donna avrebbe riferito di averlo consegnato al comandante subito dopo aver raggiunto l'isola a seguito dell'incidente.
Si resta, intanto, in attesa dei controlli che verranno effettuati sulla scatola nera della nave sia per quanto concerne i dialoghi sia per quanto concerne le manovre eseguite. Un passeggero sopravvissuto al naufragio ma che ha purtroppo perso la moglie nel tragico incidente, avrebbe spiegato ai microfoni di una nota rete televisiva che secondo lui non si può fare un inchino a quindici nodi perchè il timone ha poca presa; l'inchino, chiarisce, dovrebbe essere fatto a due nodi.
Il direttore di Oggi, Brindani, ha dichiarato: "Alla fine gli altri otto indagati hano responsabilità che andranno verificate. Ma la colpevolezza di Schettino è indubitabile. Lei era presente in plancia è ha raccontato che quando erano vicini alla costa Schettino dato dei numeri di rotta che però nei passaggi fino al timoniere erano stati cambiati per cui Schettino si è arrabbiato. Bisogna capire se l'ultimo colpo di coda a questo punto è dipeso dal comandante o dal timoniere".

Posta un commento

Nuova Vecchia

Modulo di contatto