TARANTO. “Più di qualcuno si chiede, giustamente, perché disperdere i voti del “sano ambientalismo” che è ormai radicato nel nostro territorio ma frantumato in più rivoli.
Devo precisare che il movimento “Cambiamo Taranto”, che mi vuole come candidato sindaco a Taranto, ha tra i punti fondamentali della sua” mission” la questione ambientale, sebbene la sua principale attenzione ed il suo impegno sia volto alla informazione e” necessità di sviluppo di alternative economiche alle industrie inquinanti per Taranto e la sua provincia”, soluzione essenziale per salvare l’ambiente, l’economia ed il futuro del territorio ionico; a tale conclusione solo recentemente gli ambientalisti storici si stanno finalmente uniformando, come risulta da loro recenti proclami.
Il movimento di cittadini si è ispirato a mie considerazioni avvenute nel corso degli anni in merito all’ambiente ed alla salute, ed ha sviluppato la volontà di rendere una informazione coerente, consapevole e responsabile alla gente riguardo le problematiche di Taranto, incentrate soprattutto sulla questione ambientale . Per anni si è, falsamente, creduto che la città potesse trovare negli insediamenti industriali inquinanti la propria soluzione economica e di sviluppo, ecco perché il movimento Cambiamo Taranto, che non crede nell’ecocompatibilità ambientale delle industrie con il territorio vuole rivoluzionare il modo di pensare lo sviluppo della città bi-mare. Infatti nel recente passato si sono persi segmenti essenziali dell’economia del territorio: zootecnia, mitilicoltura, settore caseario etc, che bisogna immediatamente recuperare, perché la vera vocazione del territorio per Cambiamo Taranto e per il sottoscritto “non è la vocazione industriale”.
Nel programma presentato alla stampa si è detto a chiare lettere che sarà favorito lo sviluppo di un grande progetto agroalimentare che riguardi in modo estensivo l’agricoltura, ogni aspetto della cura e sviluppo delle risorse del mare, e la tutela della zootecnia, mediante la consociazione dei vari comuni circostanti, la realizzazione di consorzi per settore, secondo progetti che prevedano la captazione dei fondi Europei da utilizzare immediatamente. Solo per tale progetto 30 mila sono i posti di lavoro in ballo, altro che gli 11mila posti dell’Ilva!
Riguardo invece alla frammentazione del fronte ambientalista, reputo che questa si sia verificata perché se avessimo chiesto tutti insieme, da sempre alternative economiche alle industrie inquinanti, molti di loro avrebbero perso quei benefici e privilegi, di potere e visibilità mediatica, fino ad oggi posseduti proprio perché si sono avvalsi di evidenti disgrazie ambientali, risultato dell’economia preponderante. Ciò viene da pensarlo osservando con quanta scientificità si è perseguita la scelta del candidato Bonelli, quasi a costringerlo con una conferenza stampa a scendere in campo. Mi chiedo quale mente illuminata abbia partorito la soluzione che uno che vive costantemente fuori Taranto, pur essendo un ambientalista, voglia per forza radicarsi a Taranto.
La storia mi ha insegnato che i cambiamenti , quelli veri, provengono dal popolo, con alla guida persone che vivono sulla propria pelle le problematiche del popolo ecco perché lascia ancora più meravigliati che parte dei notabili intellettuali del movimento ambientalista brigano per Bonelli e tra l’altro non sono neanche disposti a metterci la faccia candidandosi, tranne uno, forse. E’ spontaneo pensare che c’è una regia occulta per far frantumare il movimento ambientalista e far fallire gli obiettivi di riscatto della città.
Mi chiedo anche se costoro si sono posti il problema di calarsi nei panni di Bonelli, specie per l’impegno che attualmente profonde, e per il fatto che se dovesse fallire nell’impresa tarantina, solo lui ci rimetterebbe come immagine nazionale e dei Verdi , pur avendo un’ottima reputazione di ambientalista.
In queste condizioni all’indomani della tornata elettorale, diremo tutti che ogni presagio di fallimento era stato già detto, e ci rammaricheremo insieme per la grande occasione persa. Io ed il movimento Cambiamo Taranto, con altri che si coalizzeranno, ci impegneremo comunque per dare a Taranto una prospettiva di futuro migliore. Auspico che all’interno degli ambientalisti circoli davvero “un’Aria Pulita” , perché il movimento “Cambiamo Taranto” non incentrerà la propria attenzione solo sull’aria, ma anche su tutto il resto, come movimento trasversale e non ancorato ai partiti, ma dando voce ai cittadini di Taranto. Ogni atto politico deve presupporre la tutela del bene sociale collettivo e non possiamo chiudere la mente umana che deve poter spaziare liberamente”.
Così in una nota il consigliere regionale de “l’Italia dei Valori”, Patrizio Mazza.
Devo precisare che il movimento “Cambiamo Taranto”, che mi vuole come candidato sindaco a Taranto, ha tra i punti fondamentali della sua” mission” la questione ambientale, sebbene la sua principale attenzione ed il suo impegno sia volto alla informazione e” necessità di sviluppo di alternative economiche alle industrie inquinanti per Taranto e la sua provincia”, soluzione essenziale per salvare l’ambiente, l’economia ed il futuro del territorio ionico; a tale conclusione solo recentemente gli ambientalisti storici si stanno finalmente uniformando, come risulta da loro recenti proclami.
Il movimento di cittadini si è ispirato a mie considerazioni avvenute nel corso degli anni in merito all’ambiente ed alla salute, ed ha sviluppato la volontà di rendere una informazione coerente, consapevole e responsabile alla gente riguardo le problematiche di Taranto, incentrate soprattutto sulla questione ambientale . Per anni si è, falsamente, creduto che la città potesse trovare negli insediamenti industriali inquinanti la propria soluzione economica e di sviluppo, ecco perché il movimento Cambiamo Taranto, che non crede nell’ecocompatibilità ambientale delle industrie con il territorio vuole rivoluzionare il modo di pensare lo sviluppo della città bi-mare. Infatti nel recente passato si sono persi segmenti essenziali dell’economia del territorio: zootecnia, mitilicoltura, settore caseario etc, che bisogna immediatamente recuperare, perché la vera vocazione del territorio per Cambiamo Taranto e per il sottoscritto “non è la vocazione industriale”.
Nel programma presentato alla stampa si è detto a chiare lettere che sarà favorito lo sviluppo di un grande progetto agroalimentare che riguardi in modo estensivo l’agricoltura, ogni aspetto della cura e sviluppo delle risorse del mare, e la tutela della zootecnia, mediante la consociazione dei vari comuni circostanti, la realizzazione di consorzi per settore, secondo progetti che prevedano la captazione dei fondi Europei da utilizzare immediatamente. Solo per tale progetto 30 mila sono i posti di lavoro in ballo, altro che gli 11mila posti dell’Ilva!
Riguardo invece alla frammentazione del fronte ambientalista, reputo che questa si sia verificata perché se avessimo chiesto tutti insieme, da sempre alternative economiche alle industrie inquinanti, molti di loro avrebbero perso quei benefici e privilegi, di potere e visibilità mediatica, fino ad oggi posseduti proprio perché si sono avvalsi di evidenti disgrazie ambientali, risultato dell’economia preponderante. Ciò viene da pensarlo osservando con quanta scientificità si è perseguita la scelta del candidato Bonelli, quasi a costringerlo con una conferenza stampa a scendere in campo. Mi chiedo quale mente illuminata abbia partorito la soluzione che uno che vive costantemente fuori Taranto, pur essendo un ambientalista, voglia per forza radicarsi a Taranto.
La storia mi ha insegnato che i cambiamenti , quelli veri, provengono dal popolo, con alla guida persone che vivono sulla propria pelle le problematiche del popolo ecco perché lascia ancora più meravigliati che parte dei notabili intellettuali del movimento ambientalista brigano per Bonelli e tra l’altro non sono neanche disposti a metterci la faccia candidandosi, tranne uno, forse. E’ spontaneo pensare che c’è una regia occulta per far frantumare il movimento ambientalista e far fallire gli obiettivi di riscatto della città.
Mi chiedo anche se costoro si sono posti il problema di calarsi nei panni di Bonelli, specie per l’impegno che attualmente profonde, e per il fatto che se dovesse fallire nell’impresa tarantina, solo lui ci rimetterebbe come immagine nazionale e dei Verdi , pur avendo un’ottima reputazione di ambientalista.
In queste condizioni all’indomani della tornata elettorale, diremo tutti che ogni presagio di fallimento era stato già detto, e ci rammaricheremo insieme per la grande occasione persa. Io ed il movimento Cambiamo Taranto, con altri che si coalizzeranno, ci impegneremo comunque per dare a Taranto una prospettiva di futuro migliore. Auspico che all’interno degli ambientalisti circoli davvero “un’Aria Pulita” , perché il movimento “Cambiamo Taranto” non incentrerà la propria attenzione solo sull’aria, ma anche su tutto il resto, come movimento trasversale e non ancorato ai partiti, ma dando voce ai cittadini di Taranto. Ogni atto politico deve presupporre la tutela del bene sociale collettivo e non possiamo chiudere la mente umana che deve poter spaziare liberamente”.
Così in una nota il consigliere regionale de “l’Italia dei Valori”, Patrizio Mazza.