di Dario Durante. La sezione ionica di Legambiente considera «un'ottima decisione» la riapertura della procedura di Autorizzazione integrata ambientale (AIA) per l’Ilva di Taranto annunciata dal ministro dell’Ambiente Corrado Clini che, il prossimo 14 marzo, incontrerà a tal proposito il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, e il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano.
Approvata dal precedente ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, «l'autorizzazione, infatti, non è mai stata giudicata adeguata agli impatti sanitari e ambientali di uno degli impianti siderurgici più grandi d’Europa. La procedura – osserva il vicepresidente di Legambiente Stefano Ciafani – va infatti riaperta per renderla più rigorosa, anche alla luce dei risultati delle perizie tecniche effettuate sulle emissioni prodotte dagli impianti e sui rischi che ne derivano per la salute».
I periti nominati dal gip Todisco, d'altronde, hanno confermano le critiche rivolte dall'associazione all’AIA rilasciata all’Ilva circa la mancata adozione di tutte le misure adeguate a evitare le emissioni fuggitive di fumi e polveri nocive alla salute dei lavoratori e di terzi.
Per i vertici di Legambiente Puglia e Taranto, rispettivamente rappresentati da Francesco Tarantini e Lunetta Franco, «sono necessarie misure più rigorose per l’azienda che comportino l’adozione di tecnologie e pratiche operative che minimizzino le emissioni. Occorrerà , inoltre, formalizzare un nuovo accordo di programma sulle bonifiche indispensabili del sito di interesse nazionale di Taranto».
Approvata dal precedente ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, «l'autorizzazione, infatti, non è mai stata giudicata adeguata agli impatti sanitari e ambientali di uno degli impianti siderurgici più grandi d’Europa. La procedura – osserva il vicepresidente di Legambiente Stefano Ciafani – va infatti riaperta per renderla più rigorosa, anche alla luce dei risultati delle perizie tecniche effettuate sulle emissioni prodotte dagli impianti e sui rischi che ne derivano per la salute».
I periti nominati dal gip Todisco, d'altronde, hanno confermano le critiche rivolte dall'associazione all’AIA rilasciata all’Ilva circa la mancata adozione di tutte le misure adeguate a evitare le emissioni fuggitive di fumi e polveri nocive alla salute dei lavoratori e di terzi.
Per i vertici di Legambiente Puglia e Taranto, rispettivamente rappresentati da Francesco Tarantini e Lunetta Franco, «sono necessarie misure più rigorose per l’azienda che comportino l’adozione di tecnologie e pratiche operative che minimizzino le emissioni. Occorrerà , inoltre, formalizzare un nuovo accordo di programma sulle bonifiche indispensabili del sito di interesse nazionale di Taranto».