TARANTO. All'indomani della deposizione della perizia medico-epidemiologica da parte dell'equipe di esperti nominati dal gip del Tribunale di Taranto, Patrizia Todisco, che verra' discussa a fine mese (il 30 marzo) in camera di consiglio nell'ambito dell'incidente probatorio dell'inchiesta della Procura della Repubblica della citta' jonica sull'inquinamento che sarebbe stato provocato dallo stabilimento siderurgico, il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola ha convocato questa mattina il tavolo sull'Ilva a cui hanno partecipato gli assessori regionali all'Ambiente e alla Salute, i capigruppo della maggioranza, i tecnici dell'Ares (Agenzia sanitaria), dell'Arpa (Agenzia Protezione ambiente) e dell'Avvocatura regionale.
Sulla base delle valutazioni emerse durante l'incontro, l'assessorato all'Ambiente inviera' copia della seconda perizia al Ministero dell'Ambiente, confermando e ribadendo la richiesta di riesame dell'Aia, l'Autorizzazione Integrata Ambientale, gia' avanzata all'indomani della pubblicazione della perizia chimica del 17 febbraio.
Nelle conclusioni depositate ieri dai periti Francesco Forastiere, Annibale Biggeri e Maria Triassi e' scritto che ''l'esposizione continuata agli inquinanti dell'atmosfera emessi dall'impianto siderurgico ha causato e causa nella popolazione fenomeni degenerativi di apparati diversi dell'organismo umano che si traducono in eventi di malattia e di morte. I modelli di analisi messi a punto hanno consentito di stimare quantitativamente il carico annuale di decessi e malattie che conseguono all'esposizione all'inquinamento''.
Nell'inchiesta sono indagati i vertici dell'Ilva accusati di disastro ambientale, avvelenamento colposo di sostanze alimentari e getto pericoloso di cose, inquinamento atmosferico e altri reati. Titolari dell'inchiesta sono il pm Mariano Buccoliero, il procuratore capo Franco Sebastio e l'aggiunto Pietro Argentino.
Le indagini sono partite circa tre anni fa, in seguito al ritrovamento di pericolose tracce di sostanze inquinanti nei formaggi provenienti dagli allevamenti di pecore che pascolavano vicino alla zona industriale. Tra gli indagati anche il patron dell'Ilva Emilio Riva e il figlio Nicola, rispettivamente ex presidente ed attuale presidente, e altri dirigenti.
Gia' la maxi perizia fisico-chimica, discussa il 17 febbraio in camera di consiglio, ha accertato la correlazione tra le emissioni dello stabilimento, in particolare diossina ma anche policlorobifenili e benzoapirene, e la contaminazione di terreni e di animali degli allevamenti vicini alla fabbrica. Quella epidemiologica ha evidenziato, tra le altre cose, una maggiore incidenza di decessi e ricoveri per tumori, malattie cardiovascolari e cardiorespiratorie, malattie legate alle emissioni inquinanti, nei due quartieri piu' vicini allo stabilimento, e cioe' Tamburi e Paolo VI rispetto alle altre zone della citta'.