di Roberta Calò. "Siamo stati al Giglio perché non è un posto qualunque, ma un patrimonio ambientale che avremmo dovuto custodire meglio. Ci rincuora l'esito positivo delle immersioni, con cui abbiamo potuto verificare il buono stato dei fondali marini, ricchi di gorgonie, posidonie e spugne, ma bisogna fare di più per tutelare l'area considerando che siamo nel cuore del Santuario dei cetacei". Sarebbe dunque questo l'esito di un primo esame delle condizioni delle acque dell'Isola del Giglio a seguito del naufragio della Costa Concordia impattata su uno scoglio limitrofo. L'analisi delle acque sarebbero state commissionate dal laboratorio indipendente Eurofins Programma Ambiente di Padova; gli esami avrebbero rilevato la presenza di di tensioattivi (detergenti) e ammoniaca in concentrazione superiore ai parametri previsti da Arpat. "L'esito dei test di laboratorio non è allarmante, ma sembra indicare che una contaminazione dal relitto potrebbe già essere in atto. Per questo chiediamo che sia adottato al più presto il piano di rimozione dello stesso e organizzato il suo smantellamento in terraferma". "Ora è doveroso intervenire anche sulle fonti di inquinamento terrestri e marine e sugli altri pericoli che minacciano l'integrità di questo ecosistema. La regione Liguria, d'accordo con la regione Toscana, aveva promesso a Greenpeace la convocazione di un 'tavolo tecnico' sul Santuario entro il 29 febbraio, ma la promessa è stata disattesa. Di fronte all'inattività delle Regioni, Greenpeace chiede al Ministro Clini di convocare tutti i soggetti interessati per attivare, nel più breve tempo possibile, un confronto che conduca all'adozione di misure concrete di tutela. Non sono necessari altri disastri per pensare seriamente alla protezione del mare".
Proseguono intanto gli esami da parte dei periti sulla scatola nera della Concordia ordinati dal gip di Grosseto; secondo i primi risultati il voyager data recorder sarebbe integro e conserverebbe tutti i dati relativi alla navigazione del 13 Gennaio. Secondo la Procura e il gip si tratterebbe di prove fondamentali per una precisa individuazione delle responsabilità circa il grave incidente che ha poi causato il conseguente naufragio della nave.
Al momento l'attenzione è concentrata sull'ex comandante della Concordia, Schettino, il cui rappresentante legale Leporatti ha chiarito: "Abbiamo ribadito che non ci sono i presupposti per limitare la libertà personale di Schettino. Non c'é pericolo di fuga, né di inquinamento probatorio come dice la procura; né pericolo di reiterazione del reato come dice il gip".
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