BARI. 'La British Gas abbandona il progetto di costruire il rigassificatore nel porto di Brindisi, dando la colpa alla lentezza della burocrazia regionale e italiana, ai veti incrociati e all'immobilismo decisionale. Ma in realta' la societa' inglese non e' proprio una vittima del sistema, ma la possiamo annoverare tra i principali carnefici''. Lo sottolinea Legambiente Puglia, secondo la quale il presidente ed amministratore delegato di British Gas Italia, Luca Manzella, che ieri sul Sole24Ore ha annunciato la chiusura della sede brindisina della societa', ''ha presentato una versione dei fatti assolutamente di parte ed ha omesso diverse questioni importanti a partire dalla prossima conclusione del procedimento penale in corso presso il Tribunale di Brindisi e la richiesta di confisca dell'area, attualmente sottoposta a sequestro giudiziario, su cui si vorrebbe realizzare il terminal di rigassificazione''.
''Non si e' mai fatto riferimento alla procedura di infrazione avviata dalla Commissione Europea per la violazione delle direttive europee'', fatto che ha comportato, ''a causa della mancata applicazione della direttiva sulla Valutazione di impatto ambientale e della consultazione popolare, la riapertura del procedimento autorizzativo. Manzella, infine - sottolinea Legambiente - ha omesso anche qualsiasi riferimento alle prescrizioni contenute nel decreto del luglio 2010, alle verifiche di assoggettabilita' ambientale compiute sull'interramento dei serbatoi ed alla perdurante assenza di un Nulla Osta di Fattibilita' in merito ai rischi di incidenti rilevanti ed al potenziale effetto domino''.
''Non si e' mai fatto riferimento alla procedura di infrazione avviata dalla Commissione Europea per la violazione delle direttive europee'', fatto che ha comportato, ''a causa della mancata applicazione della direttiva sulla Valutazione di impatto ambientale e della consultazione popolare, la riapertura del procedimento autorizzativo. Manzella, infine - sottolinea Legambiente - ha omesso anche qualsiasi riferimento alle prescrizioni contenute nel decreto del luglio 2010, alle verifiche di assoggettabilita' ambientale compiute sull'interramento dei serbatoi ed alla perdurante assenza di un Nulla Osta di Fattibilita' in merito ai rischi di incidenti rilevanti ed al potenziale effetto domino''.