La recensione: Posti in piedi in paradiso


Di Giuseppe Defeudis. Ritorno alla regia per il grande Carlo Verdone che, con "posti in piedi in paradiso", decide di toccare una serie di tematiche molto attuali come quella del precariato, della crisi economica e degli uomini neosingle. Il cast che lo ha accompagnato ha reso un gran servigio a questa opera. Tre uomini, tutti con seri problemi economici e familiari, decidono di andare a vivere insieme per cercare di diminuire i costi della vita quotidiana: Verdone, ex produttore cinematografico che prava a ricordare i fasti di un tempo con la vendita, difficile, di vinili, Pierfrancesco Favino, ex giornalista d'assalto ridotto a cercare gossip mondani e Marco Giallini, grande imprenditore edile divenuto agente immobiliare, "accompagnatore" di signore attempate, e padre di svariati figli.
La formazione di questo trio porterà a vivere una nuova vita piena di svariate sumpaticissime disavventure, alcune influenzate dalla bella Micaela Ramazzotti nei panni di una confusa e smaliziata cardiologa.
Il trio funziona e piace. Un Verdone più introspettivo e, forse, ancora più credibile. Ma lui è un maestro e, pertanto, è riuscito anche questa volta a farci un bel regalino.
Voto 7 e 1/2

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