Lusi: eseguivo ciò che mi veniva detto


ROMA. "Ho mantenuto la cassa perche' me l'hanno fatta mantenere, perche' eseguivo cio' che mi veniva detto di fare ed evidentemente ero per loro affidabile". A sostenerlo e' Luigi Lusi, ex tesoriere della Margherita, intervistato a Servizio Pubblico.

Ciò che faceva era lecito o illecito?, gli e' stato chiesto. "Era il borderline del finanziamento al partito", ha risposto l'ex senatore del Pd. I magistrati della procura di Roma nel provvedimento di sequestro disposto su beni e immobili riconducibili all'ex tesoriere del partito evidenziano che Lusi ha adottato "una serie di veri e propri artifici contabili per eludere i controlli relativi alle somme convogliate verso la TTT srl" e provenienti dalle casse della Margherita. Si tratta di "artifici senza dubbio posti in essere con la connivenza dei commercialisti che curavano la contabilita'".

Nella vicenda sono indagati dalla procura di Roma anche la moglie del parlamentare, Giovanna Petricone, il cognato Francesco Giuseppe, e la nipote acquisita Micol D'Andrea.

I reati contestati, a seconda delle posizioni, sono quelle di ricettazione, riciclaggio ed intestazione fittizia di beni.Secondo quanto scritto dai pm Alberto Caperna e Stefano Pesci nel decreto di sequestro preventivo di sei immobili e di 2 mln, l'ex tesoriere della Margherita ha sottratto dalle casse del partito 18-20 mln.

Posta un commento

Nuova Vecchia

Modulo di contatto