BARI. "All’inizio del mio mandato regionale avevo espresso che Taranto necessitava di una “commissione speciale”, era maggio 2010, e in accordo con l’IdV avevo auspicato che ne fossi presidente nel qual caso avrei rinunciato a partecipare ad altre commissioni consiliari. Sembrava che tutto fosse pianificato, se ne sarebbe dovuto parlare in seno al Consiglio Regionale, e di questo erano stati informati anche il Presidente del Consiglio Introna, e naturalmente anche il Presidente Vendola.
La Commissione Speciale per Taranto si sarebbe dovuta occupare di sanità ed ambiente, e prevedeva il coinvolgimento di tutti i consiglieri regionali dell’area ionica sia di destra che di sinistra; questi erano gli accordi concordati con il partito IdV, per mediazione dell’on. Zazzera, tanto che si fece una conferenza stampa cui presero parte tutti, in primis i movimenti ambientalisti e talune associazioni di medici. Per farla breve, in molteplici occasioni pubbliche, sia nelle Commissioni cui partecipo che in Consiglio Regionale, ma anche nelle riunioni di maggioranza, ho sempre sollevato “il problema Taranto” così è stato anche col Presidente Introna, e per questo ho cercato udienza da Vendola; mai ho ottenuto risultati. Taranto costituisce per tali ragioni una bomba con il contdown attivato da tempo, politicamente parlando, questo ho sempre detto ma nessuno se n’è preoccupato; solo ieri Vendola se n’è accorto.
Il Presidente ora parla di bonifiche, alza il tiro delle responsabilità sullo Stato e chiede soldi e vorrei proprio sapere e glielo chiedo: ma quando io avevo sollevato il problema lui a che pensava? Pensava, forse a come proiettarsi a livello nazionale col beneplacito della grande industria tarantina? Credo che una persona così intelligente abbia fatto le sue valutazioni e alla fine abbia concluso che Patrizio Mazza era meglio tenerlo lontano da queste questioni. Più volte gli avevo indicato di delegare a me il peso di una così difficile questione perchè gli avrebbe giovato; sarei stato io il capro espiatorio. Ora la responsabilità di ogni cosa grava tutta su di lui ed è gestita malissimo agli occhi dell’opinione pubblica.
Spalmare troppo le responsabilità sullo Stato e non sulla Regione, o gli ulteriori organi amministrativi locali, significa prendere in giro i cittadini che, specie negli ultimi anni, hanno preso maggiore cognizione del bene salute in quanto rappresenta un “costo” oltre che un danno e sono molto più attenti.
Una regione che per fregiarsi di grande solidarietà a livello nazionale accetta rifiuti da altre regioni e non predispone nulla di positivo per i cittadini circondati da discariche , meditando un beneficio elettorale per il proprio Presidente, non si dimostra attenta alla tutela dei propri cittadini /elettori.
Un Presidente che va in Ilva, trascurando i tanti “avvertimenti” del sottoscritto riguardo i pericoli per la salute da questa, come da altre realtà industriali, provocati, e si esprime esaltandone la valenza economica, del resto nessuno ha mai negato il suo valore per benefici stipendiali che distribuisce, dovrebbe quantomeno usare maggiore moderazione. Nella sublimazione di Ilva sul territorio ionico durante la presentazione del “Rapporto Ambiente e Sicurezza 2011” persino il buon assessore Nicastro si è trascinato dietro, un magistrato, e nella sua esaltazione e magnificazione di Ilva non fu obiettato neanche dagli esponenti religiosi presenti, che tanto potrebbero invece replicare.
Ora, però, ci sono le perizie, le evidenze medico scientifiche depositate, che dimostrano quanto riferisco da 10 anni a questa parte; non si dimentichi che sono stato eletto consigliere regionale perché tanto ho dedicato alla causa sanitaria ed ambientale per Taranto e provincia, però a me non viene dedicata considerazione alcuna ma ai periti si dà gran credito!
Vorrei far notare che le perizie potranno costituire motivo di rinvio a giudizio, e per quanto non sia esperto della materia giuridica già posso anticipare che la perizia medica potrebbe essere smontata da altrettanti esperti, perché a parte la disamina forbita ed accurata sulle sostanze inquinanti è troppo possibilista sulla questione delle malattie, in assenza di un registro delle medesime, e mi risulta che giurisprudenza vuole maggiori certezze. Per cui il Presidente potrà ancora parlare di ecocompatibilità e quel ch’è peggio di bonifiche con gli impianti che continuano ad inquinare, così salva capre e cavoli.
Io continuerò a dire che l’ecocompatibilità non esiste allo stato attuale delle cose, i fatti anche “visivi” di inquinamento dell’ambiente circostante lo dimostrano; l’ecosistema del Mar Piccolo è compromesso gravemente. E allora ribadisco al Presidente, come già avevo fatto più di un anno fa che se vuole una credenziale nazionale deve sposare la causa di alternative economiche alle industrie inquinanti per Taranto e provincia, nel pieno rispetto della vocazione naturale del territorio. Taranto e la sua provincia meritano progetti dediti all’agroalimentare, alla rivalutazione delle risorse del mare, alla implementazione di turismo, non può esistere solo il grande Salento. Con un mega progetto in tal senso, come tanti altri, non avremo più bisogno di sussistenza forzata, mentre lui potrà bearsi di aver contribuito a qualcosa che vale sotto ogni punto di vista etico, politico ed economico".
A riferirlo in una nota il consigliere regionale IdV, Patrizio Mazza.