BARLETTA. "Il decreto “Salva Italia”, per quanto riguarda le norme sull’ambiente, la gestione dei rifiuti da imballaggio - la raccolta differenziata e i livelli da raggiungere -, ne consente la liberalizzazione mettendo sullo stesso piano soggetti privati e soggetti pubblici, che siano Comuni o società a essi collegate, quelle a prevalente capitale pubblico, come la Bar.s.a. a Barletta.Tale intervento normativo che si basa solo su motivazioni economiche, danneggerebbe e non porrebbe sullo stesso piano questi soggetti, facendo soccombere il pubblico.
L’Anci (Associazione nazionale dei comuni) ha già evidenziato il forte pericolo che possano esserci difformità di condizioni sul territorio in termini di materiale ritirato e corrispettivi riconosciuti per i rifiuti di imballaggio da avviare a riciclo e recupero, con evidenti conseguenze negative sull’organizzazione e la gestione della raccolta differenziata da parte dei Comuni.
Le associazioni ambientaliste, dal canto loro, hanno evidenziato invece le falle che si creerebbero con tale intervento, che considera solo questioni di ordine economico e non ambientali, soprattutto in termini di sistemi di controllo.
Partiamo allora dai numeri. Il decreto, nella sezione ambiente e raccolta differenziata, prevede che entro la fine del 2012 si raggiunga il 65% di raccolta differenziata in ogni Ato. Se l'obiettivo non dovesse essere raggiunto i Comuni potranno chiedere una deroga al ministero dell'Ambiente. Che si ponga allora questo come limite, come “asticella”, ma non si butti il Pubblico in pasto al Mercato: soccomberebbe immediatamente, portando a fondo anche posti di lavoro e know how. Chi garantisce un buon livello di servizi deve continuare a svolgerli senza subire scippi.
I parlamentari del Psi hanno presentato, a tale scopo, un emendamento che spero venga accolto e che la regione Puglia possa fare proprio".
Così in una nota il consigliere regionale Franco Pastore (Gruppo misto - Psi).
L’Anci (Associazione nazionale dei comuni) ha già evidenziato il forte pericolo che possano esserci difformità di condizioni sul territorio in termini di materiale ritirato e corrispettivi riconosciuti per i rifiuti di imballaggio da avviare a riciclo e recupero, con evidenti conseguenze negative sull’organizzazione e la gestione della raccolta differenziata da parte dei Comuni.
Le associazioni ambientaliste, dal canto loro, hanno evidenziato invece le falle che si creerebbero con tale intervento, che considera solo questioni di ordine economico e non ambientali, soprattutto in termini di sistemi di controllo.
Partiamo allora dai numeri. Il decreto, nella sezione ambiente e raccolta differenziata, prevede che entro la fine del 2012 si raggiunga il 65% di raccolta differenziata in ogni Ato. Se l'obiettivo non dovesse essere raggiunto i Comuni potranno chiedere una deroga al ministero dell'Ambiente. Che si ponga allora questo come limite, come “asticella”, ma non si butti il Pubblico in pasto al Mercato: soccomberebbe immediatamente, portando a fondo anche posti di lavoro e know how. Chi garantisce un buon livello di servizi deve continuare a svolgerli senza subire scippi.
I parlamentari del Psi hanno presentato, a tale scopo, un emendamento che spero venga accolto e che la regione Puglia possa fare proprio".
Così in una nota il consigliere regionale Franco Pastore (Gruppo misto - Psi).