BRINDISI. Non era mai accaduto che per la gestione dell’Autorità portuale di Brindisi venisse chiesta un’ispezione ministeriale. Lo ha fatto il senatore del Partito democratico, Salvatore Tomaselli. Il quale ha chiesto al ministro delle Infrastrutture e trasporti di intervenire «allo scopo di individuare e rimuovere le eventuali inefficienze e/o responsabilità , sia in riferimento alla attuale gestione che alle passate, che hanno concorso e ancora concorrono alla situazione di gravi crisi del porto di Brindisi».
Tomaselli richiama nella sua interrogazione i diversi punti di critici delle attivià marittime dello scalo brindisino e in particolare che «da anni il porto di Brindisi vive una profonda crisi che si manifesta nel continuo calo di traffici, specie nel settore dei passeggeri, dopo che per lungo tempo tale porto ha rappresentato il tradizionale e privilegiato punto di collegamento con la Grecia, l'Albania e la Turchia. E che tale crisi può essere riassunta nei dati che, dopo il picco raggiunto nel biennio 1996-1997 con oltre un milione di passeggeri in transito, negli anni seguenti segnalano un continuo trend negativo, con saltuari cambi di segno, tale da aver portato nel 2011 al numero di circa 520.000 passeggeri in transito. Analogamente - aggiunge Tomaselli - per il traffico dei tir, si è passati dai 101.000 del 1995 ai 61.000 del 2011». E il senatore del Pd richiama anche i dati e i fatti ultimi del movimento passeggeri.
«Negli ultimi giorni - sostiene Tomaselli - la notizia dello spostamento di alcuni traghetti, da e verso l'Albania, dal porto di Brindisi al porto di Otranto rappresenta il punto di crisi più grave nella storia dei traffici dell'infrastruttura, ormai prossima all'azzeramento dei collegamenti con i porti di Valona (Albania), dopo aver perso negli anni scorsi a vantaggio di altri porti pugliesi il collegamento con Durazzo, mentre da tempo sono ridotti al minimo i collegamenti con la Grecia. Tale progressivo depauperamento del traffico passeggeri e tir rischia di pregiudicare definitivamente la polifunzionalità del porto, a vantaggio del solo traffico combustibili al servizio del polo energetico brindisino. A seguito di tali progressive difficoltà è stata avanzata da più parti la richiesta di riconoscimento dello stato di crisi dei servizi e delle attività commerciali operanti nell’ambito del porto di Brindisi, anche mediante il ricorso a interventi di attivazione degli ammortizzatori sociali per le maestranze interessate».