TARANTO. Quello che emergerà dal registro tumori di Taranto, non appena sarà completato, farà impallidire chiunque. L’ ho ribadito durante la riunione organizzata da Nichi Vendola in Regione Puglia, ed è emerso dalle due maxi-perizie che riguardano l’Ilva, consegnate in Tribunale alla GIP Todisco nei giorni scorsi.
Ribadisco che attualmente a Taranto stiamo assistendo ad esiti sanitari che rappresentano nella loro entità e gravità una mera punta dell’iceberg delle problematiche sanitarie, e riferisco che una industria come l’ILVA per come è stata concepita e realizzata non sarà mai eco-compatible col territorio, a differenza di quanto raccontato ancora oggi da chiunque politico, di qualsiasi schieramento.
Bisogna essere coerenti e trasparenti con la comunità ionica, per questo ritengo sia giusto parlare di una “emergenza Taranto” e del resto lo faccio da quando non ero politico. Pertanto, non mi si dica, come già fece l’assessore all’ambiente della precedente legislatura regionale, quando al Presidente Vendola esposi le esigenze dell’Associazione Italiana Leucemie di Taranto, in qualità di vicepresidente, che il sottoscritto fa opera di terrorismo sanitario; io non sono un terrorista, né un estremista di alcuno schieramento, sono prima di tutto un medico onco-ematologo e poi un cittadino di Taranto.
Dissento inoltre fortemente, sul fatto che queste riunioni si tengano a porte chiuse e senza che la stampa ed i media abbiano accesso almeno per rendere giusta informazione anche dei pareri dissonanti come quelli del sottoscritto sulla questione ILVA a Taranto. Ribadisco che ieri durante la riunione abbiamo perso una ulteriore occasione per concepire tutti insieme un progetto di salvezza per Taranto, quindi un insieme di alternative economiche di un certo respiro da insediare nell’area ionica, col fine di sostituire e superare per valenza economica e per unità lavorative una industria inquinante, ed ormai anche obsoleta come concezione industriale.
Ho ripetuto al nostro Presidente che le sostanze inquinanti, per quanto vengano spostate da un luogo ad un altro durante la produzione, comunque inquinanti e dannose per la salute restano, ed ancora oggi assistiamo al fatto che nonostante tutto quello che l’ILVA racconta di aver fatto per migliorare la sicurezza ed il buon andamento della produzione con l’adozione delle migliori tecnologie l’inquinamento è addirittura arrivato in falda, oltre che essere presente nell’ambiente circostante.
Ritengo che nei tempi più rapidi possibili si debba approntare una inversione di tendenza su Taranto nel modo di concepire lo sviluppo ed il benessere del territorio eliminando con step a breve, medio e lungo termine realtà che compromettono la salute di una intera popolazione e dei lavoratori stessi dell’industria.
Così in un intervento il consigliere Patrizio Mazza (Idv).