"Stop all'edilizia selvaggia a Porto Miggiano"


LECCE. Quella di Porto Miggiano e tutto il territorio di Santa Cesarea Terme, in provincia di Lecce, sono tra le aree piu' incontaminate e meno compromesse del Salento: falesie a picco sul mare, macchia mediterranea, ulivi, un luogo che spesso viene usato come cartolina ma da sempre a rischio di speculazione edilizia e ancora nei giorni scorsi articoli di giornali e servizi tv, interrogazioni parlamentari e regionali e soprattutto il 'Comitato di Tutela Porto Miggiano', nato su Facebook, che conta oltre 10 mila iscritti, hanno lanciato diversi allarmi su interventi edilizi che comprometterebbero una bellezza paesaggistica considerata senza paragoni.

I carabinieri del Noe di recente hanno effettuato sopralluoghi e acquisito i documenti relativi ai lavori in corso sulla falesia di Porto Miggiano, su disposizione della Procura della Repubblica, probabilmente per verificare la rispondenza tra i lavori preventivati e quelli effettuati che per i comitati ambientalisti sarebbero troppo invasivi. Il sindaco di Santa Cesarea Terme Daniele Creti' e l'assessore regionale all'Assetto del Territorio Angela Barbanente, che nei giorni scorsi si sono incontrati per fare il punto della situazione, precisano alcuni aspetti e invitano a distinguere le questioni sul tappeto che invece sono state messe in relazione.

Sul consolidamento della falesia di Porto Miggiano, in arretramento perche' continuamente erosa dalle mareggiate, ''ci sono tutti i pareri'', spiega il sindaco Creti'. ''I lavori stanno procedendo secondo progetto, per cui cosi' come ha detto anche l'assessore Barbanente, e' tutto regolare. D'altronde si tratta di interventi di consolidamento e messa in sicurezza: quale interesse avrebbe il Comune ad effettuare eventuali opere difformi? Non esiste''.

''I lavori stanno procedendo secondo progetto, per cui cosi' come ha detto anche l'assessore Barbanente, e' tutto regolare. D'altronde si tratta di interventi di consolidamento e messa in sicurezza: quale interesse avrebbe il Comune ad effettuare eventuali opere difformi? Non esiste''. Il sindaco nega quindi che ci sarebbero progetti di insediamenti abitativi sulla falesia come pure e' stato affermato.

''Ci sono condizioni di instabilita', il finanziamento e' stato preso proprio per consolidare quella parte di costa e di falesia perche' era anche un pericolo per la pubblica e privata incolumita''', ribadisce. ''Noi abbiamo acquisito tutti i pareri di legge dall'autorita' di bacino e dalla Regione Puglia e da altri enti, per cui sono verificabili. L'assessore li conosce benissimo''.

Gli interventi sono finanziati da fondi europei per 3 milioni di euro, passati dalla Regione e prima dal Cipe. L'assessore Barbanente spiega che ''quello sulla falesia e' un intervento di messa in sicurezza e di consolidamento che ha avuto tutti i pareri necessari, dalla valutazione di incidenza ambientale al parere dell'Autorita' di bacino, quindi si tratta di controllare che tutte le prescrizioni dettate dai diversi enti siano scrupolosamente rispettate''.

Non lontano dalla falesia si trova un'altra zona di grande pregio che rischia di essere cementificata sulla quale hanno richiamato l'attenzione sia i comitati che le interrogazioni di sei deputati (ai ministri dell'Ambiente, dei Beni culturali e degli Affari regionali) e del vicepresidente del Consiglio regionale della Puglia Antonio Maniglio.

Su quell'area, di circa 15 ettari, caratterizzata da macchia mediterranea e ulivi, che degrada in modo repentino verso il mare, e dalla presenza della Torre d'avvistamento di Minervino (XVI secolo), esiste da diverso tempo un progetto di un insediamento turistico-residenziale che prevede la costruzione di 536 appartamenti e altre strutture. Si tratta di una zona, ''sottoposta a tutela'', ricorda Maniglio, a ridosso del Parco naturale regionale 'Otranto-Santa Maria di Leuca', il cosiddetto Comparto 13.

L'assessore Barbanente sottolinea preliminarmente che in generale la zona di Santa Cesarea presenta dei luoghi ''tra i piu' incantevoli della nostra regione e quindi l'attenzione che cittadini e associazioni vi prestano e' assolutamente giustificata''. Da anni sul Comparto 13 e' in piedi un contenzioso tra la Soprintendenza ai Beni Paesaggistici e le ditte interessate alla lottizzazione.

Il problema della falesia e del Comparto 13 ''sono separati, come abbiamo accertato nell'incontro con il sindaco'', spiega l'assessore. Anche se le aree non sono distanti, ''si tratta di due interventi che non hanno nulla in comune'', aggiunge. ''Per quanto attiene il Comparto 13 si tratta di una vecchissima lottizzazione, 20 anni forse, dal mio punto di vista assolutamente decaduta. Noi abbiamo consigliato al Comune di concludere in qualche maniera il procedimento. Nel nostro paese molto spesso i privati hanno la meglio nei contenziosi e l'ente pubblico, per inerzia e dimenticanze, dovuti a mancanza di mezzi e di personale, alla fine soccombe''.

Sul procedimento giudiziario davanti al Consiglio di Stato, ''dobbiamo verificare con la nostra avvocatura la possibilita' (si stanno aspettando dei documenti ndr) di costituirci 'ad adiuvandum', cosa che il Comune non ha fatto, insieme alla Soprintendenza''. Quest'ultima aveva revocato un nulla osta e su questa revoca i privati hanno fatto ricorso.

''Noi dobbiamo da un lato verificare se possiamo sostenere la Soprintendenza - dice l'assessore Barbanente - e dall'altro pero' abbiamo consigliato il Comune di Santa Cesarea di fare tutte le verifiche necessarie, con il sostegno eventualmente di un amministrativista, per capire a che punto e' questa lottizzazione perche' dal mio punto di vista il privato non ha nulla a pretendere pero' sappiamo bene che la giustizia amministrativa dipende da tante circostanze ed e' bene cautelarsi.

''Non siamo entrati nel procedimento dall'inizio ne' entreremo in questa fase e forse e impossibile farlo'', dice. Se il Consiglio di Stato dovesse dare ragione ai lottizzanti e' chiaro che si dovra' riattivare il procedimento avviato nel 2005, l'ufficio tecnico dovra' fare le sue valutazioni e ci faremmo supportare da un avvocato amministrativista come suggerito dall'assessore. Nel caso che il Consiglio di Stato dovesse dar ragione alla Soprintendenza e annullare il nulla osta, sarebbe un caso chiuso. Quando si pronuncera' il Consiglio di stato, si dice a giorni, allora il Comune si muovera' sulla base della sentenza''.

D'altro canto precisa di ''non aver voluto in questi anni e di non voler difendere ora il nulla osta emesso dal Comune''. Il sindaco Creti' ricorda che quando era responsabile dell'Ufficio tecnico ''nel 2002-2003, in tempi non sospetti, avevo consigliato ai lottizzanti che gia' allora volevano procedere all'attuazione del comparto, di rivedere questo piano. E' una lottizzazione obsoleta, sono anche scaduti i termini della convenzione. L'iter procedimentale piu' idoneo e' quello di una rivisitazione dello stesso piano. Sono d'accordo con chi sostiene che sono cambiate anche le sensibilita''', prosegue.

Il sindaco nega che a Santa Cesarea ci siano problemi di speculazione edilizia. ''Chi non conosce la situazione pensa chissa' cosa stia accadendo. Non e cosi'. Il Comune e' stato uno dei primi a dotarsi di un Piano regolatore generale, rivisitato per ben due volte, l'ultima nel 1993'', sottolinea.

''Poi sono subentrati anche altri vincoli che noi naturalmente rispettiamo, come il Sic o il Putt. Chi conosce la storia e il territorio di questo Comune sa che non abbiamo avuto grossi problemi di abusivismo edilizio tranne che quello di necessita', il bagno, la casa ecc., ma non ci sono stati interventi invasivi. So bene che l'ambiente e il paesaggio sono una risorsa per il Comune di Santa Cesarea Terme - afferma Creti' - e che vanno tutelati. Naturalmente questo non significa che non bisogna realizzare le infrastrutture o quanto previsto dagli strumenti urbanistici ma che occorre attualizzarli nel rispetto delle leggi e dei vincoli presenti sul territorio e concordarli, cosi' come e' stato fatto con il progetto di consolidamento e messa in sicurezza di Porto Miggiano dove tutti gli enti che abbiamo chiamato in causa, dalla Regione alla Provincia, dalla Capitaneria di Porto all'autorita' di bacino, si sono espressi favorevolmente, magari mettendo delle prescrizioni che noi abbiamo fatto nostre nei progetti esecutivi e che stiamo portando avanti''.

''Si e' fatto un gran parlare, magari a sproposito, confondendo l'intervento di Porto Miggiano e il Comparto 13 ma i cittadini sanno benissimo che non vogliamo alcuna speculazione edilizia. Possono stare tutti tranquilli ma infatti i concittadini lo sono perche' sanno benissimo come si opera nel comune di Santa Cesarea e negli uffici tecnici. Probabilmente nella vicenda del comparto 13 qualcosa e' stata sottovalutata nel 2007 - conclude il sindaco - ma non ho mai dato peso perche' per noi il procedimento era fermo''.

Legambiente ha invece parlato di ''abusivismo selvaggio che sta devastando l'area di Porto Miggiano''. Per l'associazione ambientalista quello del Comparto 13 e' ''un caso emblematico della situazione di sfruttamento selvaggio del territorio, deturpamento, incuria e abuso edilizio''.

Il progetto del complesso turistico-residenziale con 536 unita' abitative lungo la provinciale per Vignacastrisi non si cura ''dei problemi di stabilita' geologica della costa''.

Per il presidente e il direttore di Legambiente Puglia, Francesco Tarantini e Maurizio Manna, ''il Salento, vero motore del turismo pugliese, e' gia' saturo di cemento e costruzioni abusive, spesso realizzate nel silenzio assenso delle istituzioni. Non possiamo permettere nuove colate di cemento che devastano le coste, condannano il settore del turismo e mettono a repentaglio aree gia' sottoposte a rischio idrogeologico. La vera vocazione turistica del Salento infatti e', e deve restare, la promozione e la salvaguardia del suo immenso patrimonio storico, artistico e ambientale''.

Nel Salento, aggiunge Tarantini, ''c'e' un vero boom delle seconde case. A prescindere dall'abusivismo, la cementificazione e' massiccia. Non bisogna nascondersi dietro le autorizzazioni''.

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