di Dario Durante. «Ho deciso di correre in una città difficile e senza un profilo nazionale forte per contrastare sul territorio un modello politico ed economico inaccettabile: quello che continua a mettere in conflitto lavoro e salute. Le persone hanno diritto a lavorare per prendere uno stipendio, non per beccarsi un tumore».
Si presenta così il leader nazionale del partito de “I Verdi” Angelo Bonelli che, dopo alcuni dubbi iniziali, ha deciso ufficialmente di candidarsi a sindaco di Taranto.
Sostenuto da alcune associazioni e comitati ambientalisti che fanno capo ad “Aria Pulita per Taranto” (tra cui Peacelink, Donne per Taranto, Altamarea e Fondazione antidiossina), Bonelli ha specificato che «la situazione di grave inquinamento ambientale della città è dovuta alle responsabilità del centrodestra e del centrosinistra»: perciò la sua «sarà un'alleanza che correrà fuori da questi due schieramenti poiché solo l'autorità giudiziaria, attraverso le perizie epidemiologiche, è stata in grado di fare quello che avrebbero dovuto fare le istituzioni locali».
Il primo atto politico del neo candidato è stato quello di presentare un esposto alla Procura della Repubblica sull'incidente al trasformatore dell'Ilva (risalente allo scorso 28 febbraio) con uno sversamento nella fogna di olio neftenico e paraffinico con il chiaro intento di portare a conoscenza agli organi inquirenti «alcuni dati sulla pericolosità dello sversamento al fine di valutare dove il liquido non bruciato sia finito e se sussistano violazioni delle normative vigenti nonché accertare un eventuale inquinamento del mare e dell'ecosistema e un potenziale danno alla salute pubblica».
La mossa degli ambientalisti fa tremare, dunque, il centrosinistra tarantino già spaccato e diviso al suo interno: il consigliere regionale Patrizio Mazza (IdV) giudica Bonelli soltanto «una costola staccata da Vendola», interessato soltanto a rientrare nel prossimo parlamento.
«Siamo sicuri che Taranto abbia bisogno di un politico esterno al territorio, che agisce comunque da politico navigato?» si chiede Mazza aggiungendo che «questa città ha bisogno di senso pratico e quello maggiore è legato al ripristino del rapporto col proprio territorio e con le sue ricchezze materiali e intellettuali».