BARI. “Da mesi ho sostenuto, in solitudine, che era giunta l'ora di prendere atto del fallimento del padreternismo e che andavano ricercati modelli di governo fondati sulla più larga partecipazione possibile alla governance dei processi e che questo padreternismo ha creato, sopratutto in Puglia, solo sfrenate ambizioni personalistiche e narcisistiche che hanno colpito uomini- anche di virtù -eletti per realizzare il programma elettorale presentato agli elettori ma che di fatto, dal giorno successivo all'elezioni e tradendo il mandato elettorale ricevuto, hanno pensato alla leadership nazionale e regionale.
Mi fa piacere che oggi sono in buona compagnia. Quello che dicevo io ieri, attirandomi anche dichiarazioni di guerra di qualche collega, oggi lo affermano in tanti a cominciare proprio dagli artefici del padreternismo pugliese Vendola ed Emiliano per arrivare ai vari Sen. Tedesco, On.le Boccia passando dal collega Blasi ed altri ancora.
Serve una legge sull'incandidabilità ai livelli istituzionali superiori dei Sindaci e dei presidenti di Provincia e di Regione per evitare "il carrierismo politico" che genera padreterni pronti ad utilizzare le Istituzioni per accrescere consensi ed ingrossare propri movimenti su scala regionale e nazionale con un duplice danno per i cittadini: da una parte il Presidente o il Sindaco eletto non attua il programma elettorale presentato agli elettori tradendo di fatto il patto e il mandato ricevuto dagli stessi, dall'altra utilizza le risorse pubbliche in modo distorto privilegiando le scelte funzionali al carrierismo rispetto all'interesse collettivo.
Spero che sia la Puglia stessa a riparare ai propri errori e a farsi portavoce di questa risposta riparatrice ad un esempio di gestione della Pubblica Amministrazione da dimenticare”.
Così in una nota il consigliere regionale Ignazio Zullo (PdL).
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