Barletta: le “Rose Rosse” di Massimo Ranieri conquistano il gentil sesso barlettano

di Nicola Ricchitelli. Tra un aneddoto ed una canzone, tra note e parole, questa la meravigliosa sintesi di circa due ore e mezza di concerto in cui lo scugnizzo napoletano Giovanni Calone – al secolo Massimo Ranieri – ha rappresentato, raccontato e cantato i suoi quarant’anni di carriera.

Lo show – che diede il titolo tra l’altro alla raccolta di due Cd uscita nel 2007 per festeggiare i quarant’anni di carriera – ha varcato abbondantemente la soglia delle 500 repliche, un tour partito in sordina in una oramai lontana sera del 2007 e che sembra non avere nessuna voglia di fermarsi.

 Quarant’anni di carriera e non sentirli. Anzi, portandoli sul palco. Il tempo è passato quindi, ma la splendida forma del Massimo nazionale non sembra averne risentito, perlomeno a giudicare dalle evoluzioni ginniche e dalle durissime flessioni addominali alla Rocky Balboa che continuano ad accompagnare le esecuzioni di «Erba di casa mia» o «La cura», e che spezzerebbero il fiato non solo a buona parte dei coetanei dell'artista ma anche a molti giovanotti finto-palestrati. Infatti Ranieri oltre a lusingare il vasto pubblico gran parte composto dal gentil sesso barlettano e non, con le sue “Rose Rosse” ha riproposto e interpretato alcuni brani dei più grandi cantautori italiani, tra cui Battisti, Lauzi, Battiato, Endrigo, Paoli e Rossi.

Nemmeno quella sua unica voce-strumento sembra aver accusato le ruggini inevitabili degli anni: che da «Se bruciasse la città» fino a «Perdere l'amore», passando per altri momenti clou come «L'istrione» o «Rose rosse», Ranieri ha dominato la scena senza economie, magnifico «survivor» di una Napoli d'altri tempi cui bastava un paio di scarpe lucide per sentirsi a posto col mondo, di un'Italia «povera ma elegante» rievocata con sottile ed ironica nostalgia in uno show che per l'ennesima volta ha saputo emozionare, divertire ed appassionare.

 L'artista ha diviso il palco con il piccolo Lele D’Angelo che ha vestito i panni di un amico immaginario che ha sorpreso gli spettatori con un numero degno dei musical di Broadway. Lo show inoltre è stato un omaggio alla sfera femminile, con un'orchestra e un corpo di ballo di donne che ha eseguito le coreografie di Franco Miseria con i costumi di Giovanni Ciacci.

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