Canosa di Puglia: "Nu cunziglj spassiunet... non abbassatevi le mutande", una poesia per la campagna elettorale
di Nicola Ricchitelli. Stanott 'mprovvisament sò stet ispret, e nu nuv part-t sò fundet, pcchè duj serv nu cambiament ch dej spazj e vauc peur a iata gent. U sò chiamet «STATT A CAST!», nu messagg a c vol t-naj semb l men jnd a la past. E no! E muj avast! Muj tocc a qualche iaut a cumannej c sè nu picch d bun pot fej. Allor, man man! Tutt quant a vutej! E poj, cunz-d-renn ca u vot ià nu d-ritt e duver, ca am'abbadej a t-nerc cher cher, vogghj dej nu cunziglj a tutt li vutand: jnd a la cab'n "nan abbasciat-v l mutand", ca cum d-cev-n l'ant-ch, terra terr, acch-ssì fuj ca non-m p-rdj la guerr!". Proviamo a tradurre così come durante le interrogazioni ci veniva chiesto di fare il professore con le poesie di Leopardi e Carducci, nonché con i brani da 'incubo' dei “Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni:"Stanotte, all’improvviso, mi sono ispirato, e un nuovo partito ho fondato, perché qui serve un cambiamento per dare spazio e voce pure ad altra gente. L’ho chiamato “Statti a Casa”, un messaggio a chi vuol tenere sempre le mani in pasta. E no, ora basta! Ora tocca a qualcun altro comandare chissà un po’ di bene può fare. Allora coraggio, tutti quanti a votare!".
E poi, considerando che il voto è un diritto e dovere che dobbiamo badare a tenerci caro, voglio dare un consiglio a tutti gli elettori: dentro la cabina ”Non abbassare le mutande” che, come 'sostenevano gli antichi', fu così che perdemmo la guerra.
Arriva ancora dal social network Facebook – dopo la campagna “Io non vendo il mio voto” promossa dall’Arci “Libera…mente” Canosa - questa geniale testimonianza a firma di un “anonimo sostenitore”, uno spot a rime baciate per dire “NO” alla vendita del voto. Una poesia che risulta essere una via di mezzo tra la protesta e l’invito a non svendere un proprio diritto. Un'iniziativa che, come testimoniano gli oltre trenta “Mi Piace” - volendo usare il linguaggio Facebook - ha riscosso notevole successo suscitando l’ammirazione dei vari utenti. Di fatti, per Marco della poesia in questione, si dovrebbe farne un manifesto: «All'anonimo sostenitore rinnovo i miei complimenti, e ribadisco il concetto, dobbiamo fare il manifesto di questa poesia».
Infine, Alessandro ineffabile sbotta: «Anche a me piacerebbe far parte del partito “Statt a cast».
E poi, considerando che il voto è un diritto e dovere che dobbiamo badare a tenerci caro, voglio dare un consiglio a tutti gli elettori: dentro la cabina ”Non abbassare le mutande” che, come 'sostenevano gli antichi', fu così che perdemmo la guerra.
Arriva ancora dal social network Facebook – dopo la campagna “Io non vendo il mio voto” promossa dall’Arci “Libera…mente” Canosa - questa geniale testimonianza a firma di un “anonimo sostenitore”, uno spot a rime baciate per dire “NO” alla vendita del voto. Una poesia che risulta essere una via di mezzo tra la protesta e l’invito a non svendere un proprio diritto. Un'iniziativa che, come testimoniano gli oltre trenta “Mi Piace” - volendo usare il linguaggio Facebook - ha riscosso notevole successo suscitando l’ammirazione dei vari utenti. Di fatti, per Marco della poesia in questione, si dovrebbe farne un manifesto: «All'anonimo sostenitore rinnovo i miei complimenti, e ribadisco il concetto, dobbiamo fare il manifesto di questa poesia».
Infine, Alessandro ineffabile sbotta: «Anche a me piacerebbe far parte del partito “Statt a cast».