BARI. Incentivare l’uso del defibrillatore per salvare vite di sportivi e non: se tutti avessero seguito l’esempio del Parlamento regionale dei giovani della Puglia, forse il destino di Piermario Morosini sarebbe stato diverso, sabato scorso. Una proposta di legge chiedeva già dal 2010 di rendere obbligatoria la dotazione delle apparecchiature nelle strutture sportive. Lo rendono noto gli stessi giovani parlamentari, in una lettera aperta al presidente del Consiglio regionale, Onofrio Introna.
E il presidente Introna replica con “compiacimento e apprezzamento per la testimonianza di maturità e di sensibilità civile offerta dalle ragazze e dai ragazzi pugliesi, che avevano anche mostrato una straordinariamente capacità di anticipare i tempi”, con l’iniziativa legislativa proposta nell’edizione 2009/10 del progetto gestito dal servizio comunicazione istituzionale del Consiglio regionale.
A nome del “Parlamentino” di via Capruzzi, il vicepresidente Roberto Dellisanti sottolinea quanto i giovani abbiano a cuore un problema di grande attualità dopo gli episodi recenti nei campi di calcio internazionali e la tragica morte in diretta del calciatore del Livorno e pochi giorni prima del pallavolista Vigor Bovolenta. “Riteniamo che non si possa più rimanere immobili e indifferenti di fronte all’esigenza di salvare tante vite umane”: per questo il Consiglio regionale degli studenti si fa portavoce di tutti i coetanei e rilancia “un confronto costruttivo con le Istituzioni”, sostenendo con fermezza la necessità dei defibrillatori negli impianti dove si fa sport agonistico e dilettantistico. “Puntare dritti al cuore di uno sportivo” era tra le proposte di legge avanzate dal Parlamento dei Giovani e riprendeva la legge statale 120/2001, che consente l’uso del defibrillatore semiautomatico nelle attività di rianimazione cardio-polmonare in sedi extraospedaliere anche al personale sanitario non medico e non sanitario. L’arresto cardiaco colpisce chiunque, in ogni fascia di età e senza preavviso, “è importante quindi attivare una riabilitazione precoce nei fatidici ‘5 minuti d’oro’ dall’infarto”.
L’esempio virtuoso è Piacenza, dove in 10 anni il “Progetto-vita”, primo in Europa, ha salvato 69 persone tra i 27 e gli 87 anni, dislocando in punti strategici della città defibrillatori semiautomatici, utilizzabili anche da personale non sanitario, per intervenire in attesa dell’ambulanza. La nostra lettera, scrive Dellisanti, “vuole richiamare l’attenzione su un tema che i nostri predecessori hanno approfondito con cura: lo scopo della pdl non era tanto proporre qualcosa al vero Consiglio regionale, ma il frutto di un lavoro di gruppo che ha voluto tra l’altro puntare per tempo ad uno scopo informativo, dal momento che non tutti sono al corrente dei rischi di un arresto cardiaco.
Per i cittadini, sapere che la propria Regione abbia reso obbligatorie queste apparecchiature nelle strutture sportive, può rappresentare non solo un motivo di maggiore sicurezza, ma anche una prova concreta dell’attenzione riservata dall’Istituzione regionale alla salute dei pugliesi”.
E il presidente Introna replica con “compiacimento e apprezzamento per la testimonianza di maturità e di sensibilità civile offerta dalle ragazze e dai ragazzi pugliesi, che avevano anche mostrato una straordinariamente capacità di anticipare i tempi”, con l’iniziativa legislativa proposta nell’edizione 2009/10 del progetto gestito dal servizio comunicazione istituzionale del Consiglio regionale.
A nome del “Parlamentino” di via Capruzzi, il vicepresidente Roberto Dellisanti sottolinea quanto i giovani abbiano a cuore un problema di grande attualità dopo gli episodi recenti nei campi di calcio internazionali e la tragica morte in diretta del calciatore del Livorno e pochi giorni prima del pallavolista Vigor Bovolenta. “Riteniamo che non si possa più rimanere immobili e indifferenti di fronte all’esigenza di salvare tante vite umane”: per questo il Consiglio regionale degli studenti si fa portavoce di tutti i coetanei e rilancia “un confronto costruttivo con le Istituzioni”, sostenendo con fermezza la necessità dei defibrillatori negli impianti dove si fa sport agonistico e dilettantistico. “Puntare dritti al cuore di uno sportivo” era tra le proposte di legge avanzate dal Parlamento dei Giovani e riprendeva la legge statale 120/2001, che consente l’uso del defibrillatore semiautomatico nelle attività di rianimazione cardio-polmonare in sedi extraospedaliere anche al personale sanitario non medico e non sanitario. L’arresto cardiaco colpisce chiunque, in ogni fascia di età e senza preavviso, “è importante quindi attivare una riabilitazione precoce nei fatidici ‘5 minuti d’oro’ dall’infarto”.
L’esempio virtuoso è Piacenza, dove in 10 anni il “Progetto-vita”, primo in Europa, ha salvato 69 persone tra i 27 e gli 87 anni, dislocando in punti strategici della città defibrillatori semiautomatici, utilizzabili anche da personale non sanitario, per intervenire in attesa dell’ambulanza. La nostra lettera, scrive Dellisanti, “vuole richiamare l’attenzione su un tema che i nostri predecessori hanno approfondito con cura: lo scopo della pdl non era tanto proporre qualcosa al vero Consiglio regionale, ma il frutto di un lavoro di gruppo che ha voluto tra l’altro puntare per tempo ad uno scopo informativo, dal momento che non tutti sono al corrente dei rischi di un arresto cardiaco.
Per i cittadini, sapere che la propria Regione abbia reso obbligatorie queste apparecchiature nelle strutture sportive, può rappresentare non solo un motivo di maggiore sicurezza, ma anche una prova concreta dell’attenzione riservata dall’Istituzione regionale alla salute dei pugliesi”.