Il naso tra storia, curiosità e riferimenti culturali

Il naso in una cartolina d'antan
di Vittorio Polito. Nella letteratura fantascientifica di Isaac Asimov, biochimico statunitense, ma più famoso come scrittore di fantascienza, viene evidenziato che la prima curiosità che nasce in un extraterrestre è la protuberanza che si presenta al centro del viso di un umano, quello che noi chiamiamo naso.  Nei tempi passati si dava molta importanza all’estetica del viso, tanto che presso il popolo ebraico un bel naso rappresentava un elemento indispensabile per accedere alle alte cariche politiche, civili e religiose. I persiani, invece, erano convinti che il bel naso di un monarca era garanzia di un buon regno, mentre gli aztechi credevano che un naso dall’aspetto di becco d’aquila era segno di nobiltà di casta. In quei tempi accadeva anche che, in seguito a condanne del giudice, si andava incontro alla ‘denasizzazione’, per cui si rendeva necessaria una ricostruzione che la legge non impediva. Ma qual è la ragione di questa appendice così originale che ci rende diversi l’uno dall’altro? Molti studiosi di anatomia hanno cercato di dare una risposta all’interrogativo.
Fra le tante interpretazioni ricordiamo: quella protettiva che, con la sua struttura ossea e cartilaginea protegge gli occhi, o quella di difesa, quando immergendosi in acqua o nuotando e tappandosi le narici, oltre ad evitare l’ingresso dell’acqua nelle vie aeree, diviene un ottimo strumento per compensare la pressione esterna. Dal punto di vista funzionale il naso ha una grande importanza: basti pensare che oltre a condizionare l’aria che va ai polmoni, impedisce il passaggio di impurità, fa da ammortizzatore in caso di urto, come sanno bene i pugili, essendo il primo sacrificio che richiede la loro professione.
Inoltre, il naso ha una notevole importanza nell’amplificazione della voce, cosa molto nota ai cantanti, perché le cavità nasali funzionano anche da cassa di risonanza. In ogni caso il naso ha assunto una importanza tale da interessare anche poeti e scrittori che ne hanno fatto cenno nei loro scritti, oggettivandolo variamente. Dante lo ha definito come tronco, Marco Polo’, rabbuffato in suso’, Lorenzo De’ Medici, ‘appuntato e strano’. Ma si è parlato anche di naso ‘furioso’, ‘aggressivo’, ‘prepotente’, ‘incerto’, ‘curioso’. Luciano Sterpellone nel suo libro “Orecchi, naso… e un po’ di gola” (Delfino Editore), descrive una girandola stravagante e divertente su questo argomento.
 Tra i personaggi nasuti ricordiamo, oltre al famosissimo Cirano, Omero, con un naso di sette pollici; Socrate, con un naso rincagnato; Ippocrate, con un orribile grosso naso; Maometto, con un naso così grosso che «alzavasi nel bel mezzo del viso come una gran proboscide, che nel fine quasi toccavagli la bocca»; il naso dell’Imperatore Giustiniano lo soprannominarono ‘rhinotomeus’ (colui che ha il naso tagliato), poiché era molto piccolo. Cleopatra, invece, lo aveva molto lungo, tanto che Pascal affermava che «Se il naso di Cleopatra fosse stato più corto, la faccia del mondo sarebbe stata diversa». Un grosso naso aquilino fu la prerogativa di Carlo Magno, infatti, Matilde Serao, nel suo studio “Il Naso”, scrive che il naso dell’Imperatore “era lungo un palmo”. Anche i Santi entrano di prepotenza nella categoria dei nasuti: San Paolo aveva un lungo naso aquilino; Giuliano l’apostata l’aveva schiacciato, quello di San Carlo Borromeo fu definito arcimaiuscolo per l’evidente grandezza. Mentre Niceforo Calisto scrive nella sua “Historia Sacra” che Maria Vergine aveva il naso lungo, com’erano del resto lunghe le sue dita e poiché Gesù Cristo somigliava molto a sua madre, anch’Egli ebbe molto probabilmente un naso piuttosto lungo.
Del naso hanno scritto molti personaggi illustri: Dante, Manzoni, Boccaccio, D’Annunzio, Pirandello, Goldoni, Croce, Levi ed altri ancora. Per restare in argomento è il caso di ricordare alcune curiose, quanto assurde, ricette popolari italiane contro l’emorragia nasale, nota come epistassi: applicazione di cipolle sotto il mento (Veneto); applicazione sulla fronte di un pezzetto di carta asciugante (Friuli); gettare acqua gelata sul collo (Marche); mettere un pezzetto di carta sotto la lingua o legare un filo intorno al mignolo (Calabria). Per l’estero, invece, vi è una ricetta olandese che consiglia di applicare una chiave sulla nuca, mentre per i turchi è utile introdurre nel naso un pezzo di limone. In tema di naso sono stati coniati anche numerosi modi di dire come “andare a lume di naso” = valutare intuitivamente basandosi sulle proprie sensazioni; “farla sotto il naso” = imbrogliare o gabbare qualcuno; “non vedere al di là del proprio naso” = avere una mentalità gretta, mancare di intelligenza e lungimiranza; “restare con un palmo di naso” = rimanere sorpreso, beffato, deluso, ecc. Per ultimo va ricordata la funzione olfattiva del naso, che con oltre cinquemilioni di cellule che si impregnano di vapori odorosi, stimolano il nostro sistema nervoso, quindi l’aromaterapia, attraverso la quale si apprezzano le qualità terapeutiche di certe sostanze odorose.

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