Lavitola: Panama smentisce tangenti

ROMA. Il governo di Panama smentisce il versamenti illeciti di denaro a Valter Lavitola, che secondo i giudici di Napoli era uomo di fiducia di Silvio Berlusconi e collettore di mazzette, e ha accusato le autorita' italiane di voler "incastrare" funzionari in una trama di "tangenti inesistenti".

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Un lungo comunicato stampa, di circa undici punti, cerca di fare chiarezza sul coinvolgimento nell'inchiesta del presidente panamense, Riccardo Martinelli, ipotizzato dalla procura italiana in base alle dichiarazioni dell'imprenditore Mauro Velocci e che ha al centro l'ex direttore dell'Avanti, rientrato lunedi' dalla latitanza e adesso in carcere. Panama, tra l'altro, "richiama l'attenzione sul fatto che, pur essendo l'obiettivo dell'inchiesta le relazioni di Silvio Berlusconi e il signor Valter Lavitola, si indaghi con piu' attenzione sui legami tra lo stesso Lavitola e le autorita' panamensi".

Nel comunicato si esprime il "fastidio" per il "silenzio" delle "autorita' giudiziarie e dello stesso governo italiano" di fronte a storie che non hanno alcun "fondamento". In ogni caso, prosegue la nota, Roma ha l'obbligo di "smentire" il pagamento di tangenti per "carceri che non sono mai state costruite". Panama avviera' "nei prossimi giorni altre azioni diplomatiche", ma nella nota non si specifica quali, mentre l'irritazione sara' espressa anche nel corso della visita, "programmata da tempo", che il vice cancelliere panamense Francisco Alvarez, compira' a maggio in


INTERROGATO PER 7 ORE - Oltre 7 ore davanti al giudice per difendersi dalle accuse mosse da due procure, Napoli e Bari. Tanto è durato il "duplice" interrogatorio di garanzia del direttore dell'Avanti Lavitola a Poggioreale dove è detenuto da lunedì scorso quando si è costituito all'aeroporto di Fiumicino, dopo una lunga latitanza tra Panama e Argentina.
Sull'esito non sono trapelate indiscrezioni. Fonti della procura partenopea si limitano ad osservare che l'indagato ha fornito la sua versione sui fatti.

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