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MILANO. Sconfitto? ''Proprio no, mi sento colpito, questo si'. Ma non mi hanno sconfitto. La Lega e' abituata a combattere, e lo fara' anche questa volta''.
Umberto Bossi, dopo le sue dimissioni da segretario federale della Lega Nord, al termine del Consiglio federale, intervistato dai quotidiani La Repubblica, La Stampa e La Padania, spiega che lo scandalo dei fondi ''e' una manovra contro di me e contro la Lega. Siamo la sola forza politica all'opposizione, sapevamo che il sistema ce l'avrebbe fatto pagare''.
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''I tempi sono strani - aggiunge - se un amministratore e' in combutta da anni con una famiglia della 'ndrangheta, perche' si viene a sapere solo adesso?'', si chiede. Il leader del Carroccio dice che ''la cosa puzza'', ribadendo di essersi dimesso ''per il bene della Lega, per lasciarla piu' libera di difendersi''. Il leader del Carroccio assicura che restera' nel partito: ''Il fatto che io abbia dato le dimissioni non vuol dire che scompaia, se lo scordino. Non mollo la battaglia per la liberta' del Nord. Il peso di un uomo - aggiunge - non dipende solo dalla carica, ma dal cervello, dalla testa e dal cuore''.
''Ci sono le elezioni - spiega Bossi - Ed ecco che proprio adesso tirano fuori questo scandalo, e chiamano in causa proprio i miei figli. Non vi sembra strano, non vi chiedete perche'? Per colpire me attraverso la mia famiglia. Bisogna colpire Bossi per far fuori la Lega''. Quanto a Francesco Belsito, ex tesoriere della Lega ora sotto inchiesta, Bossi sottolinea: ''Lo abbiamo ereditato dal precedente amministratore, lavoravano insieme, ci siamo fidati. E saltano fuori strani collegamenti all'improvviso, senza che nessuno ci avverta mai di niente?''.
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