ROMA. "Sappiamo da tempo che da sola la Grecia non può salvarsi. Quel che ancora tanti non hanno capito è che aiutando la Grecia a salvarsi aiutiamo noi stessi a salvarci. C’è anche una questione di tempi: più lasciamo incancrenire la situazione, più i costi si alzeranno". Così Romano Prodi, ex presidente della Commissione Europea, in un'intervista al Quotidiano Nazionale.
"Il risanamento delle finanze pubbliche greche deve avvenire perché oggi il bilancio è insostenibile - incalza Romano Prodi - Però non possiamo pretendere altri sacrifici senza dare una speranza. Quel Paese ha già perso il 20% della sua ricchezza; cosa possiamo pretendere ancora? Se li abbandoniamo a loro stessi i problemi si moltiplicheranno. E alla fine, anche i nostri. Oggi giocare contro la Grecia è come sparare sulla Croce Rossa. Abbattuta la Grecia, domani, cercheranno un’altra ambulanza da colpire, sarà il Portogallo, l’Irlanda, la Spagna e l’Italia. A quel punto - conclude Prodi - sarebbe impossibile salvare l’euro. Il problema è economico, ma anche e soprattutto politico: solo una forte alleanza per un disegno nuovo dell’Europa può salvare la Grecia e la stessa Europa. Quel che bisogna far vedere alla speculazione è che c’è solidarietà".
"Il risanamento delle finanze pubbliche greche deve avvenire perché oggi il bilancio è insostenibile - incalza Romano Prodi - Però non possiamo pretendere altri sacrifici senza dare una speranza. Quel Paese ha già perso il 20% della sua ricchezza; cosa possiamo pretendere ancora? Se li abbandoniamo a loro stessi i problemi si moltiplicheranno. E alla fine, anche i nostri. Oggi giocare contro la Grecia è come sparare sulla Croce Rossa. Abbattuta la Grecia, domani, cercheranno un’altra ambulanza da colpire, sarà il Portogallo, l’Irlanda, la Spagna e l’Italia. A quel punto - conclude Prodi - sarebbe impossibile salvare l’euro. Il problema è economico, ma anche e soprattutto politico: solo una forte alleanza per un disegno nuovo dell’Europa può salvare la Grecia e la stessa Europa. Quel che bisogna far vedere alla speculazione è che c’è solidarietà".
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