BARI. Un uomo di 30 anni, di Bari, e' stato sottoposto a fermo dagli investigatori della squadra mobile della questura del capoluogo pugliese per il ferimento di Luigi Boffo, di 21 anni, ridotto in fin di vita l'altra notte in un agguato a Ceglie del Campo, quartiere periferico di Bari.
Il provvedimento di fermo e' della procura di Bari. Raggiunto da numerosi colpi di pistola al torace e all'addome, il giovane e' ancora in gravi condizioni nell'ospedale barese 'Di Venere'.
Dopo un breve scambio di battute l'uomo avrebbe esploso numerosi colpi di pistola calibro 38 all'addome e al torace. La vittima, trasportata nel vicino ospedale 'Di Venere' di Carbonara, e' ancora in gravi condizioni. Sono stati ancora una volta le immagini delle telecamere di sorveglianza a consentire agli inquirenti e agli investigatori di dare una svolta alle indagini e di acquisire prove schiaccianti a carico di Cardone. Nessun contributo e', invece, venuto dai tanti presenti nella piazza che hanno assistito all'agguato ma hanno dichiarato di non aver visto nulla.
Non e' stato utile alle indagini neppure l'amico della vittima che, anzi, ha fornito dichiarazioni false e fuorvianti e per questo e' stato arrestato. Secondo una prima ricostruzione investigativa, l'uomo avrebbe sparato a Boffo perche' lo riteneva responsabile dei numerosi furti che aveva subito, l'ultimo quello del furgone che utilizzava per la sua attivita' di rigattiere.
Sembra infatti che Boffo minacciasse l'aggressore anche forte della sua influenza criminale essendo, secondo gli inquirenti, vicino al clan Di Cosola per ottenere denaro in cambio della restituzione dell'autoveicolo.
Il provvedimento di fermo e' della procura di Bari. Raggiunto da numerosi colpi di pistola al torace e all'addome, il giovane e' ancora in gravi condizioni nell'ospedale barese 'Di Venere'.
Dopo un breve scambio di battute l'uomo avrebbe esploso numerosi colpi di pistola calibro 38 all'addome e al torace. La vittima, trasportata nel vicino ospedale 'Di Venere' di Carbonara, e' ancora in gravi condizioni. Sono stati ancora una volta le immagini delle telecamere di sorveglianza a consentire agli inquirenti e agli investigatori di dare una svolta alle indagini e di acquisire prove schiaccianti a carico di Cardone. Nessun contributo e', invece, venuto dai tanti presenti nella piazza che hanno assistito all'agguato ma hanno dichiarato di non aver visto nulla.
Non e' stato utile alle indagini neppure l'amico della vittima che, anzi, ha fornito dichiarazioni false e fuorvianti e per questo e' stato arrestato. Secondo una prima ricostruzione investigativa, l'uomo avrebbe sparato a Boffo perche' lo riteneva responsabile dei numerosi furti che aveva subito, l'ultimo quello del furgone che utilizzava per la sua attivita' di rigattiere.
Sembra infatti che Boffo minacciasse l'aggressore anche forte della sua influenza criminale essendo, secondo gli inquirenti, vicino al clan Di Cosola per ottenere denaro in cambio della restituzione dell'autoveicolo.
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