BARI. L’anniversario della morte di Aldo Moro e la desolante attualità, caratterizzata dall’attentato all’ing. ADINOLFI dell’ANSALDO e dall’esito delle recenti elezioni amministrative, dai suicidi per la perdita di dignità conseguente alla mancanza di lavoro, dalla dispersioni di tutti i valori unificanti che ci hanno portati a costruire un grande Paese, impongono alcune valutazioni della situazione politica oggi.
La filosofia politica di Aldo Moro, pagata con la vita, la sua visione politica e sociale, costituiscono ancora oggi (o forse ancora di più oggi) un grande insegnamento ed un punto di riferimento irrinunciabile per tutta la pseudo classe dirigente che appare attualmente impegnata esclusivamente solo alla tutela spregiudicata e censurabile di interessi economici ed anche personali, in danno della ineludibile salvaguardia della tutela del bene comune.
La differenza incolmabile deriva dal fatto che Aldo Moro (e la classe dirigente composta dai Padri della Patria che hanno incarnato passioni ed idee contrastanti ma unite dall’amor di patria, dallo spirito di servizio, dalla visione di un miglioramento collettivo per l’Italia) ha sempre pensato ed agito nell’interesse degli italiani ricevendo sempre e comunque la condivisione politica in momenti drammatici per l’Italia, mentre oggi si continua a parlare di percentuali di voti, di aggregazione di schieramenti, di federazioni, e quant’altro reiterando in maniera stucchevole liturgie non più accettabili.
Come può il popolo italiano recarsi alle urne dinanzi alle intercettazioni telefoniche che svelano situazioni miserevoli e modelli culturali scellerati?
Come può il popolo italiano premiare schieramenti di parte quando è urgentissimo unire gli sforzi per affrontare il dramma del lavoro, della infima qualità della spesa pubblica, degli sprechi, degli abusi, della corruzione dilagante, del clientelismo sfrenato gestito con spregiudicatezza e disprezzo rispetto ai problemi veri?
Come può il popolo italiano non indignarsi rispetto a soluzioni che appaiono evidenti, che sono (a parole) condivise, che sono urgenti e che vengono dilazionate, posposte, insabbiate?
Come può il popolo italiano discernere nel momento in cui LA POLITICA E’ MORTA e quindi è costretto a scegliere TRA L’ANTIPOLITICA DEGLI ATTUALI SCHIERAMENTI E L’ANTIPOLITICA DEI DEMAGOGHI?
Come può il popolo italiano scegliere in assenza di PROPOSTE NEL MERITO DEI PROBLEMI VERI?
Come può il popolo italiano sopportare la tracotanza e l’autoreferenzialità di politici, professori e capipopolo che badano solo a privilegi e prebende?
O tempora, o mores! (che letteralmente, significa “Che tempi...! Che costumi...!”), parafrasando CICERONE che deplora la perfidia e la corruzione dei tempi in cui CATILINA ha cercato di farlo assassinare.
La drammaticità della crisi richiede uno sforzo gigantesco, una nuova volontà costituente fondata su valori condivisi, una visione d’insieme che metta da parte egoismi e personalismi, al di là di steccati, dietrologie, demagogie … bisogna chiamare a raccolta tutti gli uomini di buona volontà e tutti i cittadini onesti per rifondare una vera democrazia ormai quasi comatosa che rischia di essere travolta dalla facile (ma pericolosa e ingannevole) via di uscita che porta alla tirannia!
Il clima delle contrapposizioni violente, il tempo della via giudiziaria al potere, la caduta di credibilità di tutta la classe politica vanno superate in virtù di un solo imperativo: mettere insieme la forze positive e propositive che abbiano qualcosa da dare e qualcosa da dire per il rilancio della nostra società, partendo dai valori che sono stati affermati da Aldo Moro e sui quali è stata fondata una società libera, solidale, coesa, forte.
Grazie a tali basi e tale unità è stato sconfitto il pericolo delle Brigate Rosse che oggi si riaffaccia su uno scenario molto più sfilacciato.
Solo così si potrà dare speranza ai tanti soggetti che vivono con disperazione le difficoltà di oggi ed una prospettiva per l’avvenire dei nostri figli, scacciando i fantasmi del terrorismo.
L’appello che i cittadini mediante l’astensione ed il voto di protesta hanno chiaramente lanciato, quindi, pretende un reale, immediato e totale cambiamento che riporti un progetto di sviluppo, un patto per il lavoro, un rilancio morale prima che economico, una reale equità sociale, un nuovo patto generazione, con cancellazione definitiva dei miti e delle liturgie alle quali ancora oggi assistiamo basiti.
In caso contrario veramente si assisterà alla fine della democrazia ed il pericolo dell’uomo forte (che già nel passato tanti danni e lutti ha prodotto per la storia d’Italia) si farà davvero incombente.
La filosofia politica di Aldo Moro, pagata con la vita, la sua visione politica e sociale, costituiscono ancora oggi (o forse ancora di più oggi) un grande insegnamento ed un punto di riferimento irrinunciabile per tutta la pseudo classe dirigente che appare attualmente impegnata esclusivamente solo alla tutela spregiudicata e censurabile di interessi economici ed anche personali, in danno della ineludibile salvaguardia della tutela del bene comune.
La differenza incolmabile deriva dal fatto che Aldo Moro (e la classe dirigente composta dai Padri della Patria che hanno incarnato passioni ed idee contrastanti ma unite dall’amor di patria, dallo spirito di servizio, dalla visione di un miglioramento collettivo per l’Italia) ha sempre pensato ed agito nell’interesse degli italiani ricevendo sempre e comunque la condivisione politica in momenti drammatici per l’Italia, mentre oggi si continua a parlare di percentuali di voti, di aggregazione di schieramenti, di federazioni, e quant’altro reiterando in maniera stucchevole liturgie non più accettabili.
Come può il popolo italiano recarsi alle urne dinanzi alle intercettazioni telefoniche che svelano situazioni miserevoli e modelli culturali scellerati?
Come può il popolo italiano premiare schieramenti di parte quando è urgentissimo unire gli sforzi per affrontare il dramma del lavoro, della infima qualità della spesa pubblica, degli sprechi, degli abusi, della corruzione dilagante, del clientelismo sfrenato gestito con spregiudicatezza e disprezzo rispetto ai problemi veri?
Come può il popolo italiano non indignarsi rispetto a soluzioni che appaiono evidenti, che sono (a parole) condivise, che sono urgenti e che vengono dilazionate, posposte, insabbiate?
Come può il popolo italiano discernere nel momento in cui LA POLITICA E’ MORTA e quindi è costretto a scegliere TRA L’ANTIPOLITICA DEGLI ATTUALI SCHIERAMENTI E L’ANTIPOLITICA DEI DEMAGOGHI?
Come può il popolo italiano scegliere in assenza di PROPOSTE NEL MERITO DEI PROBLEMI VERI?
Come può il popolo italiano sopportare la tracotanza e l’autoreferenzialità di politici, professori e capipopolo che badano solo a privilegi e prebende?
O tempora, o mores! (che letteralmente, significa “Che tempi...! Che costumi...!”), parafrasando CICERONE che deplora la perfidia e la corruzione dei tempi in cui CATILINA ha cercato di farlo assassinare.
La drammaticità della crisi richiede uno sforzo gigantesco, una nuova volontà costituente fondata su valori condivisi, una visione d’insieme che metta da parte egoismi e personalismi, al di là di steccati, dietrologie, demagogie … bisogna chiamare a raccolta tutti gli uomini di buona volontà e tutti i cittadini onesti per rifondare una vera democrazia ormai quasi comatosa che rischia di essere travolta dalla facile (ma pericolosa e ingannevole) via di uscita che porta alla tirannia!
Il clima delle contrapposizioni violente, il tempo della via giudiziaria al potere, la caduta di credibilità di tutta la classe politica vanno superate in virtù di un solo imperativo: mettere insieme la forze positive e propositive che abbiano qualcosa da dare e qualcosa da dire per il rilancio della nostra società, partendo dai valori che sono stati affermati da Aldo Moro e sui quali è stata fondata una società libera, solidale, coesa, forte.
Grazie a tali basi e tale unità è stato sconfitto il pericolo delle Brigate Rosse che oggi si riaffaccia su uno scenario molto più sfilacciato.
Solo così si potrà dare speranza ai tanti soggetti che vivono con disperazione le difficoltà di oggi ed una prospettiva per l’avvenire dei nostri figli, scacciando i fantasmi del terrorismo.
L’appello che i cittadini mediante l’astensione ed il voto di protesta hanno chiaramente lanciato, quindi, pretende un reale, immediato e totale cambiamento che riporti un progetto di sviluppo, un patto per il lavoro, un rilancio morale prima che economico, una reale equità sociale, un nuovo patto generazione, con cancellazione definitiva dei miti e delle liturgie alle quali ancora oggi assistiamo basiti.
In caso contrario veramente si assisterà alla fine della democrazia ed il pericolo dell’uomo forte (che già nel passato tanti danni e lutti ha prodotto per la storia d’Italia) si farà davvero incombente.
Così in una nota il consigliere pugliese della Ppdt Damone.