di Roberta Calò. Come ci rammenta Carlo Levi "L'individuo non è un'entità chiusa ma un rapporto, il luogo di tutti i rapporti"; eppure la tradizione delle relazioni umane viene surclassata dall'avvicendarsi di una tecnologia e di un mondo, quello virtuale, che ci proietta con forza e senza possibilità di resistenza in un universo in cui ciò che ci appare un respiro più ampio non è altro che un soffocamento delle interazioni così come le conoscevamo. Luttazzi profetizza quello che l'uomo ha già realizzato: "la tecnologia elettronica condiziona il modo con cui il pensiero esplora il reale" e la chat ci conduce mano nella mano verso conoscenze che ci colmano fuori e ci svuotano dentro. Ecco allora che la rassegna teatrale "Il cuore secondo Giovanni" promossa dall'associazione culturale Artecrazia con il Patrocinio dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, in collaborazione con il “Manifesto del Teatro delle Bambole” e “Federico II Eventi”, i invita ad esplorare questo ultimo baluardo delle sue opere potando in scena "Il chiodo che sporge va preso a martellate" domenica 27 maggio ore 19 presso la galleria d'arte BluOrg sita in via Celentano 92/94, Bari.
L'idea prende spunto da un antico proverbio giapponese improntato sull'idea dell'omologazione di ciò che è diverso entro un'ottica che attribuisce più importanza alla apparenza che alla sostanza, più peso alla forma che al contenuto; figli di questa idea sono ad esempio gli "Hikikomori", ragazzi giapponesi assuefatti alla realtà virtuale che hanno trovando nel mondo virtuale l'unica realtà possibile in cui vivere, realizzarsi, interagire e soprattutto isolarsi. Un baratro, quello del web, da cui appare sempre più difficile uscire, che allontana drasticamente e tragicamente l'individuo da quelli che sono poi i veri rapporti umani. Questo processo di alienazione annienta il singolo trascinandolo illusoriamente in una dimensione in cui ci si contatta con tutti ma non si stringe con nessuno, si trova tutto ma non si ha niente; un processo irreversibilmente degenerativo che culmina nella IAD (Internet Addiction Disorder). Tre figure femminili (interpretate da Elisabetta Aloia, Alessia Garofalo e Marianna Di Muro) d'indiscussa bravura, mostreranno i limiti, i problemi, gli angoli bui di spazi tanto ampi da sedurre quanto stretti da uccidere in cui la mente si disfa e il corpo si dimena.
Note comiche accompagneranno quest'ultimo appuntamento con la rassegna che in tutti i suoi spettacoli ci ha fornito i più utili strumenti per approfondire, comprendere, confrontarsi, scontrarsi con i rapporti umani passando per l'astrazione dell'arte e approdando alla concretezza della società contemporanea e dei suoi problemi.
L'ultimo imperdibile appuntamento con performance teatrali di alto livello che sanno scuoterci dentro mostrandoci i mali più atroci e incancreniti della società di oggi ma che in un valzer di soffici pensieri sanno sempre rammentarci quali sono i veri valori e quanto le cose e le persone davvero importanti della vita siano semplicemente ad un soffio ad noi.
L'idea prende spunto da un antico proverbio giapponese improntato sull'idea dell'omologazione di ciò che è diverso entro un'ottica che attribuisce più importanza alla apparenza che alla sostanza, più peso alla forma che al contenuto; figli di questa idea sono ad esempio gli "Hikikomori", ragazzi giapponesi assuefatti alla realtà virtuale che hanno trovando nel mondo virtuale l'unica realtà possibile in cui vivere, realizzarsi, interagire e soprattutto isolarsi. Un baratro, quello del web, da cui appare sempre più difficile uscire, che allontana drasticamente e tragicamente l'individuo da quelli che sono poi i veri rapporti umani. Questo processo di alienazione annienta il singolo trascinandolo illusoriamente in una dimensione in cui ci si contatta con tutti ma non si stringe con nessuno, si trova tutto ma non si ha niente; un processo irreversibilmente degenerativo che culmina nella IAD (Internet Addiction Disorder). Tre figure femminili (interpretate da Elisabetta Aloia, Alessia Garofalo e Marianna Di Muro) d'indiscussa bravura, mostreranno i limiti, i problemi, gli angoli bui di spazi tanto ampi da sedurre quanto stretti da uccidere in cui la mente si disfa e il corpo si dimena.
Note comiche accompagneranno quest'ultimo appuntamento con la rassegna che in tutti i suoi spettacoli ci ha fornito i più utili strumenti per approfondire, comprendere, confrontarsi, scontrarsi con i rapporti umani passando per l'astrazione dell'arte e approdando alla concretezza della società contemporanea e dei suoi problemi.
L'ultimo imperdibile appuntamento con performance teatrali di alto livello che sanno scuoterci dentro mostrandoci i mali più atroci e incancreniti della società di oggi ma che in un valzer di soffici pensieri sanno sempre rammentarci quali sono i veri valori e quanto le cose e le persone davvero importanti della vita siano semplicemente ad un soffio ad noi.
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Cultura e Spettacoli