di Redazione. I risultati dei ballottaggi sgomberano all'orizzonte le nubi pericolose di elezioni anticipate a ottobre. Non le chiede nemmeno il leader dell'Idv Antonio Di Pietro, pur all'opposizione del governo Monti, che si limita a dire a Pier Luigi Bersani che ''occorre rilanciare l' alleanza Pd-Idv-Sel perche' si e' dimostrata maggioranza nel paese''.
Nel Pdl, intanto, Ignazio La Russa parla di ''sconfitta annunciata per via del sostegno al governo Monti, un senso di responsabilita' non compreso dal nostro elettorato''. Neanche lui si spinge fino a proporre la fine del sostegno all'esecutivo. Angelino Alfano commenta che ''l'elettorato di centrodestra chiede una nuova offerta politica''. Il segretario del Pdl conferma che nei prossimi giorni lancera' una ''inedita novita' politica''.
Bersani sottolinea ''una vittoria senza se e senza ma'' del suo partito. Il segretario del Pd preferisce parlare di riforma della legge elettorale e di altri impegni parlamentari piuttosto che di fine anticipata della legislatura.
Sul fronte dell'ex Terzo polo ci si divide tra chi come Fli e Api vorrebbero il rilancio di quel progetto e chi, come Pier Ferdinando Casini che ne era il leader, ritiene che occorra mettere in campo altre ipotesi e si candida tra quanti vorrebbero dare risposta alla crisi del Pdl.
Vive un momento da dimenticare anche la Lega Nord che perde 7 ballottaggi su 7. ''Abbiamo perso, ce l'aspettavamo'', commenta Roberto Maroni che da segretario in pectore annuncia il rilancio del Carroccio e non si sbilancia su possibili riedizioni di alleanze con il Pdl. L'erede di Umberto Bossi vuole rilanciare innanzitutto l'azione del suo partito che rischia di aver esaurito la funzione di rappresentativita' del malessere del nord. L'impressione e' che entrambi gli schieramenti abbiano bisogno di tempo per mettere a punto strategie, alleanze, leader, proposte e che siano ancora impreparati alla resa dei conti in una competizione elettorale per il rinnovo di Camera e Senato. Il problema e' piu' stringente per il Pdl, che prendendo atto dell'andata in frantumi della storica alleanza con la Lega Nord deve costruirne un' altra.
Il voto, quindi, premia l'unica offerta in campo, che in questo momento e' quella del centrosinistra e obbliga il centrodestra a riformulare la propria offerta.
Nel Pdl, intanto, Ignazio La Russa parla di ''sconfitta annunciata per via del sostegno al governo Monti, un senso di responsabilita' non compreso dal nostro elettorato''. Neanche lui si spinge fino a proporre la fine del sostegno all'esecutivo. Angelino Alfano commenta che ''l'elettorato di centrodestra chiede una nuova offerta politica''. Il segretario del Pdl conferma che nei prossimi giorni lancera' una ''inedita novita' politica''.
Bersani sottolinea ''una vittoria senza se e senza ma'' del suo partito. Il segretario del Pd preferisce parlare di riforma della legge elettorale e di altri impegni parlamentari piuttosto che di fine anticipata della legislatura.
Sul fronte dell'ex Terzo polo ci si divide tra chi come Fli e Api vorrebbero il rilancio di quel progetto e chi, come Pier Ferdinando Casini che ne era il leader, ritiene che occorra mettere in campo altre ipotesi e si candida tra quanti vorrebbero dare risposta alla crisi del Pdl.
Vive un momento da dimenticare anche la Lega Nord che perde 7 ballottaggi su 7. ''Abbiamo perso, ce l'aspettavamo'', commenta Roberto Maroni che da segretario in pectore annuncia il rilancio del Carroccio e non si sbilancia su possibili riedizioni di alleanze con il Pdl. L'erede di Umberto Bossi vuole rilanciare innanzitutto l'azione del suo partito che rischia di aver esaurito la funzione di rappresentativita' del malessere del nord. L'impressione e' che entrambi gli schieramenti abbiano bisogno di tempo per mettere a punto strategie, alleanze, leader, proposte e che siano ancora impreparati alla resa dei conti in una competizione elettorale per il rinnovo di Camera e Senato. Il problema e' piu' stringente per il Pdl, che prendendo atto dell'andata in frantumi della storica alleanza con la Lega Nord deve costruirne un' altra.
Il voto, quindi, premia l'unica offerta in campo, che in questo momento e' quella del centrosinistra e obbliga il centrodestra a riformulare la propria offerta.