BARI. Un imprenditore edile di Putignano, nel Barese, è stato arrestato in flagranza dagli agenti della Squadra Mobile di Bari, con le accuse di strage, fabbricazione e detenzione di esplosivi. Secondo quanto si e' appreso, l'uomo avrebbe tentato di far esplodere due ordigni sistemati all'ottavo piano di uno stabile di corso Mazzini, nel capoluogo pugliese, dove abita un altro imprenditore edile, ma l'attentato e' fallito perche' la miccia si sarebbe spenta prima di raggiungere gli ordigni.
Il folle gesto sarebbe stato provocato da un credito di un'ingente somma di denaro, secondo quanto si apprende 23 mila euro. E' accaduto venerdi' sera in uno stabile del quartiere Liberta' a Bari. Per fortuna il piano e' fallito o forse era stato orchestrato in modo solo da spaventare la vittima.
Il presunto autore e' un altro imprenditore di Putignano che e' stato arrestato dalla Polizia e sottoposto ai domiciliari con l'accusa di violenza privata. La vittima designata abita all'ottavo piano di uno stabile.
Titolare di un'impresa con 15 dipendenti, e' stato bloccato da agenti della Squadra mobile. Sembra che non riuscisse ad ottenere da altri imprenditori e dagli enti pubblici il pagamento dei crediti che vantava con il rischio di dover chiudere la propria fabbrica e licenziare i suoi dipendenti.
Il suo, quindi, sarebbe stato un gesto dettato dalla disperazione, un gesto intimidatorio, secondo il gip Ambrogio Marrone.
L'uomo, infatti, secondo la ricostruzione del giudice, non aveva intenzione di far esplodere davvero la bomba, ma solamente di spaventare l'altro imprenditore barese dal quale attendeva il pagamento di alcune somme che avrebbero potuto salvare la sua impresa.
Il folle gesto sarebbe stato provocato da un credito di un'ingente somma di denaro, secondo quanto si apprende 23 mila euro. E' accaduto venerdi' sera in uno stabile del quartiere Liberta' a Bari. Per fortuna il piano e' fallito o forse era stato orchestrato in modo solo da spaventare la vittima.
Il presunto autore e' un altro imprenditore di Putignano che e' stato arrestato dalla Polizia e sottoposto ai domiciliari con l'accusa di violenza privata. La vittima designata abita all'ottavo piano di uno stabile.
Titolare di un'impresa con 15 dipendenti, e' stato bloccato da agenti della Squadra mobile. Sembra che non riuscisse ad ottenere da altri imprenditori e dagli enti pubblici il pagamento dei crediti che vantava con il rischio di dover chiudere la propria fabbrica e licenziare i suoi dipendenti.
Il suo, quindi, sarebbe stato un gesto dettato dalla disperazione, un gesto intimidatorio, secondo il gip Ambrogio Marrone.
L'uomo, infatti, secondo la ricostruzione del giudice, non aveva intenzione di far esplodere davvero la bomba, ma solamente di spaventare l'altro imprenditore barese dal quale attendeva il pagamento di alcune somme che avrebbero potuto salvare la sua impresa.
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