di Alessandro Nardelli. Brindisi unita contro il terrore. Erano circa diecimila le persone che hanno riempito Piazza della Vittoria in ogni ordine di posto, manifestando pacificamente a sostegno della famiglia di Melissa Bassi, la povera ragazza vittima di un criminale attentato che, di qualunque matrice sarà, si tratterà pur sempre di un atto gravissimo che mai nella storia d’Italia s’era visto.
Tantissime le persone che, da tutta la Puglia, hanno deciso di convergere in Piazza Vittoria, per abbracciare la città di Brindisi e unirsi alla sua sofferenza nel giorno forse più nero della comunità delle Due Torri. Uno scendere in piazza come gesto simbolico per chiedere giustizia per reagire, per dire, parafrasando uno striscione esposto sul palco dai ragazzi dell'istituto Morvillo-Falcone,"Adesso ammazzateci tutti". Sul palco presenti tutti i rappresentanti istituzionali locali più importanti: l’Arcivescovo monsignor Rocco Talucci dell’Arcidiocesi Brindisi-Ostuni, il neo primo cittadino di Brindisi, Mimmo Consales, il sindaco di Mesagne, Franco Scoditti, il presidente della Provincia di Brindisi, Massimo Ferrarese, il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. Presenti anche i segretari generali della Cgil, Susanna Camusso e della Uil Luigi Angeletti, il sottosegretario Manlio Rossi Doria, il vicepresidente della Camera dei deputati Rocco Buttiglione, il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo e il presidente dell'associazione 'Libera', don Luigi Ciotti. Ha preso subito la parola il neosindaco di Brindisi Mimmo Consles, dicendo “Sono sindaco da appena tre giorni durante i quali ho lavorato 24 ore al giorno per cercare di cominciare a cambiare subito qualcosa della città, ma posso assicurarvi che dopo questo episodio potrò solo agire ancor più intensamente per la città: io non mi fermo davanti alla criminalità organizzata, così come non mi fermo dinanzi al terrorismo e dinanzi alle speculazioni. Io ci sarò e andrò avanti insieme a voi”.
E’ stato, poi, accolto con i fischi l’arrivo sul palco dell’arcivescovo di Brindisi, mons. Rocco Talucci, che ha invitato chi ha compiuto questo grave atto terroristico a pentirsi. «Recuperate un pizzico di dignità», ha detto. I fischi sono continuati, costringendo il sindaco di Brindisi a chiedere ai presenti in piazza di restare uniti. « Abbiamo perso tutti qui dentro. Non abbiamo bisogno della vostra contestazione anche di fronte ai morti». Dopo il vescovo, i compagni della povera vittima, emozionati e toccati da questa tragedia, mestamente si sono avvicinati al microfono, e le loro parole erano davvero reali, dense di verità e cariche di rabbia mista a scoramento: "Le vittime siamo noi, che non veniamo mai ascoltati, questa è l'unica verità. Non ci danno la possibilità di scegliere, non ci danno la possibilità di parlare e di decidere per poter finalmente cambiare le cose". Poi ha preso la parola, una ragazza, Martina Carpani dell’UDS che ha chiesto a squarciagola di non trasformare le scuole in luoghi di terrore ma in presidi di libertà. "Nella storia d'Italia nessuno si era mai permesso prima di toccare la scuola", così è intervenuta la studentessa "Non dobbiamo permettere che si usi la paura come forma di controllo". "Oggi Brindisi è capitale del dolore e della vergogna - esordisce poi il presidente della Regione Nichi Vendola - che vigliaccheria colpire i figli, colpire la scuola. Ma quello che è successo oggi, ci fa capire una cosa. Ci fa capire che non possiamo stare alla finestra, che dobbiamo scegliere da che parte stare, con chi lottare". Abbiamo il dovere di asciugare insieme le lacrime di quelle mamma e quei papà, perché non c’è compensazione per un figlio morto. Ha continuato sulla falsariga di quanto detto da Vendola anche il presidente della provincia Massimo Ferrarese, il quale ha chiesto durante un summit con il ministro dell’interno Anna Maria Cancellieri, di accendere un faro sulla provincia per evitare che la criminalità organizzata continui nella sua opera distruttrice. Per concludere Don Ciotti, che con le sue parole di pace, speranza, giustizia e rivalsa ha dato forza alla piazza.”Oggi provo tanto dolore, per questa famiglia di Melissa che non c’e’ piu’. afferma il presidente di Libera. Sono stato a scuola e ho visto per terra i libri, i rami, lo zainetto "Che sia terrorismo o mafia -ha aggiunto- sono assassini, questo non dimentichiamocelo”. Posso solo augurare una cosa: che Dio dia a tutti noi una bella pedata per continuare ad andare avanti".
(Foto: Maurizio De Virgiliis)
Tantissime le persone che, da tutta la Puglia, hanno deciso di convergere in Piazza Vittoria, per abbracciare la città di Brindisi e unirsi alla sua sofferenza nel giorno forse più nero della comunità delle Due Torri. Uno scendere in piazza come gesto simbolico per chiedere giustizia per reagire, per dire, parafrasando uno striscione esposto sul palco dai ragazzi dell'istituto Morvillo-Falcone,"Adesso ammazzateci tutti". Sul palco presenti tutti i rappresentanti istituzionali locali più importanti: l’Arcivescovo monsignor Rocco Talucci dell’Arcidiocesi Brindisi-Ostuni, il neo primo cittadino di Brindisi, Mimmo Consales, il sindaco di Mesagne, Franco Scoditti, il presidente della Provincia di Brindisi, Massimo Ferrarese, il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. Presenti anche i segretari generali della Cgil, Susanna Camusso e della Uil Luigi Angeletti, il sottosegretario Manlio Rossi Doria, il vicepresidente della Camera dei deputati Rocco Buttiglione, il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo e il presidente dell'associazione 'Libera', don Luigi Ciotti. Ha preso subito la parola il neosindaco di Brindisi Mimmo Consles, dicendo “Sono sindaco da appena tre giorni durante i quali ho lavorato 24 ore al giorno per cercare di cominciare a cambiare subito qualcosa della città, ma posso assicurarvi che dopo questo episodio potrò solo agire ancor più intensamente per la città: io non mi fermo davanti alla criminalità organizzata, così come non mi fermo dinanzi al terrorismo e dinanzi alle speculazioni. Io ci sarò e andrò avanti insieme a voi”.
E’ stato, poi, accolto con i fischi l’arrivo sul palco dell’arcivescovo di Brindisi, mons. Rocco Talucci, che ha invitato chi ha compiuto questo grave atto terroristico a pentirsi. «Recuperate un pizzico di dignità», ha detto. I fischi sono continuati, costringendo il sindaco di Brindisi a chiedere ai presenti in piazza di restare uniti. « Abbiamo perso tutti qui dentro. Non abbiamo bisogno della vostra contestazione anche di fronte ai morti». Dopo il vescovo, i compagni della povera vittima, emozionati e toccati da questa tragedia, mestamente si sono avvicinati al microfono, e le loro parole erano davvero reali, dense di verità e cariche di rabbia mista a scoramento: "Le vittime siamo noi, che non veniamo mai ascoltati, questa è l'unica verità. Non ci danno la possibilità di scegliere, non ci danno la possibilità di parlare e di decidere per poter finalmente cambiare le cose". Poi ha preso la parola, una ragazza, Martina Carpani dell’UDS che ha chiesto a squarciagola di non trasformare le scuole in luoghi di terrore ma in presidi di libertà. "Nella storia d'Italia nessuno si era mai permesso prima di toccare la scuola", così è intervenuta la studentessa "Non dobbiamo permettere che si usi la paura come forma di controllo". "Oggi Brindisi è capitale del dolore e della vergogna - esordisce poi il presidente della Regione Nichi Vendola - che vigliaccheria colpire i figli, colpire la scuola. Ma quello che è successo oggi, ci fa capire una cosa. Ci fa capire che non possiamo stare alla finestra, che dobbiamo scegliere da che parte stare, con chi lottare". Abbiamo il dovere di asciugare insieme le lacrime di quelle mamma e quei papà, perché non c’è compensazione per un figlio morto. Ha continuato sulla falsariga di quanto detto da Vendola anche il presidente della provincia Massimo Ferrarese, il quale ha chiesto durante un summit con il ministro dell’interno Anna Maria Cancellieri, di accendere un faro sulla provincia per evitare che la criminalità organizzata continui nella sua opera distruttrice. Per concludere Don Ciotti, che con le sue parole di pace, speranza, giustizia e rivalsa ha dato forza alla piazza.”Oggi provo tanto dolore, per questa famiglia di Melissa che non c’e’ piu’. afferma il presidente di Libera. Sono stato a scuola e ho visto per terra i libri, i rami, lo zainetto "Che sia terrorismo o mafia -ha aggiunto- sono assassini, questo non dimentichiamocelo”. Posso solo augurare una cosa: che Dio dia a tutti noi una bella pedata per continuare ad andare avanti".
(Foto: Maurizio De Virgiliis)