Brindisi, 20 mag. - (Adnkronos) - Si va delineando la matrice dell"'anomalo attentato" di Brindisi, come lo ha definito ieri il ministro all'Interno, Annamaria Cancellieri. Dalle parole del Procuratore di Brindisi, Marco Dinapoli, che ha a disposizione i migliori investigatori d'Italia, si fa strada la pista del "gesto isolato", dell'azione compiuta da un solo attentatore. L'inchiesta si avvale delle immagini preziosissime delle telecamere di un chiosco posizionato proprio davanti alla scuola.
Nella ricostruzione degli inquirenti emergono anche altri punti che non sono secondari e che hanno fatto virare le indagini verso le piste dell'atto eversivo o del gesto del solitario spinto da un movente personale. Di certo tutti gli elementi finora utili sono davanti alla scuola in via Galanti.
IL DETONATORE - L'ordigno e' stato realizzato con tre bombole di gas unite da fili elettrici. Secondo gli inquirenti era ad alto potenziale e quindi chi l'ha realizzato sapeva benissimo di poter uccidere, anzi era proprio questa la volonta'. Sul detonatore il procuratore di Brindisi, Marco Dinapoli, ha dichiarato che il congegno e' stato attivato a distanza con un telecomando. Secondo gli inquirenti, potrebbe trattarsi di un congegno di tipo volumetrico che fa partire l'esplosione quando un sensore rileva che una persona si avvicina. Pertanto l'ordigno e' esploso proprio al momento del passaggio delle studentesse di Mesagne che sono le prime ad arrivare intorno alle 7.45. E' da capire se era questa l'intenzione dell'attentatore oppure se aspettava che la zona fosse piu' affollata di studenti, intorno alle 8.
IL CASSONETTO BLU - Da molte testimonianze emerge con chiarezza che il cassonetto blu della raccolta differenziata della carta dove era nascosto l'ordigno, davanti al muretto della scuola, non era al solito posto. E' stato spostato appositamente, presumibilmente nella notte o poco prima dell'attentato. La sua ubicazione solita e' piu' distante. Questo elemento induce a pensare ad una conoscenza dei luoghi e quindi ad una pista locale.
LA COLLOCAZIONE DEL'ORDIGNO - Per entrare a scuola le studentesse di Mesagne devono necessariamente passare davanti al muretto dove e' stato collocato il cassonetto blu. Le ragazze, infatti, arrivano con il pullman che le lascia a meta' strada tra la scuola ed il Tribunale. Per arrivare al cancello le ragazze devono costeggiare il muretto che si trova all'inizio di via Galanti. Per questo elemento si e' pensato anche ad un atto deliberato verso le ragazze e si e' parlato di movente personale ma gli inquirenti non credono a vendette di tipo passionale.
L'AMBULANTE - Nel tam-tam della rete si e' parlato molto della presenza del camioncino di un venditore ambulante di frutta che staziona regolarmente nei pressi del luogo in cui e' avvenuta l'esplosione. Proprio ieri, pero', non c'era. La "leggenda metropolitana" e' giunta anche agli inquirenti che pero' escludono che l'attentato fosse rivolto verso il commerciante ambulante perche' un ordigno ad alto potenziale come quello esploso ieri inevitabilmente avrebbe colpito piu' persone, come infatti e' avvenuto. Inoltre l'ambulante potrebbe essersi spostato da li' perche' e' stato piu' volte multato dalla polizia locale.
LE TELECAMERE - Le telecamere sono un valido aiuto investigativo. L'istituto "Morvillo-Falcone" e' ubicato in periferia, in via Galanti 1, non lontano dal Tribunale. Nella zona c'e' anche un'altra scuola. Ci sono quindi diverse telecamere sia presso gli edifici pubblici che presso esercizi commerciali e proprio quelli privati sono quelli che starebbero fornendo buoni spunti investigativi.
Altre telecamere vicine alla scuola, invece, non sono puntate verso la scuola ma potrebbero fornire elementi sui percorsi fatti dall'attentatore e da eventuali complici per arrivare alla scuola o per allontanarsene.
L'IDENTIKIT - L'attentatore e' stato ripreso da una telecamera mentre arma a distanza il congegno che poi inneschera' l'esplosione al passaggio delle studentesse di Mesagne. Gli inquirenti per il momento non intendono diffondere l'identikit che ne e' stato ricavato, presumibilmente confidando di arrivarci da soli ad identificarlo.
Nella ricostruzione degli inquirenti emergono anche altri punti che non sono secondari e che hanno fatto virare le indagini verso le piste dell'atto eversivo o del gesto del solitario spinto da un movente personale. Di certo tutti gli elementi finora utili sono davanti alla scuola in via Galanti.
IL DETONATORE - L'ordigno e' stato realizzato con tre bombole di gas unite da fili elettrici. Secondo gli inquirenti era ad alto potenziale e quindi chi l'ha realizzato sapeva benissimo di poter uccidere, anzi era proprio questa la volonta'. Sul detonatore il procuratore di Brindisi, Marco Dinapoli, ha dichiarato che il congegno e' stato attivato a distanza con un telecomando. Secondo gli inquirenti, potrebbe trattarsi di un congegno di tipo volumetrico che fa partire l'esplosione quando un sensore rileva che una persona si avvicina. Pertanto l'ordigno e' esploso proprio al momento del passaggio delle studentesse di Mesagne che sono le prime ad arrivare intorno alle 7.45. E' da capire se era questa l'intenzione dell'attentatore oppure se aspettava che la zona fosse piu' affollata di studenti, intorno alle 8.
IL CASSONETTO BLU - Da molte testimonianze emerge con chiarezza che il cassonetto blu della raccolta differenziata della carta dove era nascosto l'ordigno, davanti al muretto della scuola, non era al solito posto. E' stato spostato appositamente, presumibilmente nella notte o poco prima dell'attentato. La sua ubicazione solita e' piu' distante. Questo elemento induce a pensare ad una conoscenza dei luoghi e quindi ad una pista locale.
LA COLLOCAZIONE DEL'ORDIGNO - Per entrare a scuola le studentesse di Mesagne devono necessariamente passare davanti al muretto dove e' stato collocato il cassonetto blu. Le ragazze, infatti, arrivano con il pullman che le lascia a meta' strada tra la scuola ed il Tribunale. Per arrivare al cancello le ragazze devono costeggiare il muretto che si trova all'inizio di via Galanti. Per questo elemento si e' pensato anche ad un atto deliberato verso le ragazze e si e' parlato di movente personale ma gli inquirenti non credono a vendette di tipo passionale.
L'AMBULANTE - Nel tam-tam della rete si e' parlato molto della presenza del camioncino di un venditore ambulante di frutta che staziona regolarmente nei pressi del luogo in cui e' avvenuta l'esplosione. Proprio ieri, pero', non c'era. La "leggenda metropolitana" e' giunta anche agli inquirenti che pero' escludono che l'attentato fosse rivolto verso il commerciante ambulante perche' un ordigno ad alto potenziale come quello esploso ieri inevitabilmente avrebbe colpito piu' persone, come infatti e' avvenuto. Inoltre l'ambulante potrebbe essersi spostato da li' perche' e' stato piu' volte multato dalla polizia locale.
LE TELECAMERE - Le telecamere sono un valido aiuto investigativo. L'istituto "Morvillo-Falcone" e' ubicato in periferia, in via Galanti 1, non lontano dal Tribunale. Nella zona c'e' anche un'altra scuola. Ci sono quindi diverse telecamere sia presso gli edifici pubblici che presso esercizi commerciali e proprio quelli privati sono quelli che starebbero fornendo buoni spunti investigativi.
Altre telecamere vicine alla scuola, invece, non sono puntate verso la scuola ma potrebbero fornire elementi sui percorsi fatti dall'attentatore e da eventuali complici per arrivare alla scuola o per allontanarsene.
L'IDENTIKIT - L'attentatore e' stato ripreso da una telecamera mentre arma a distanza il congegno che poi inneschera' l'esplosione al passaggio delle studentesse di Mesagne. Gli inquirenti per il momento non intendono diffondere l'identikit che ne e' stato ricavato, presumibilmente confidando di arrivarci da soli ad identificarlo.
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